Il Belgio trema scomparse tre ragazze

Sabato sono uscite di casa insieme, l'ultima volta le hanno viste alla fermata dei bus Sabato sono uscite di casa insieme, l'ultima volta le hanno viste alla fermata dei bus Il Belgio trema, scomparse tre ragazze Torna la sindrome mostro BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Forse si tratta di una banalissima «fuitina» adolescenziale. Forse Alexandra, Stephanie e Dorothée avevano solo voglia di vivere un'avventura tutta loro, alla Thelma e Louise in erba. Forse allora riappariranno come d'incanto, com'è successo poche settimane fa alle due ragazzine italiane partite senza dir nulla per una «gita in Spagna». Ma in un Paese ossessionato dalle storie di pedofili, e soprattutto dopo la storia delle quattro ragazze francesi, trovate trucidate a pochi chilometri dalla frontiera belga, il primo istinto è di pensare al peggio. Ieri pomeriggio la polizia ha lanciato ai media un «avviso di scomparsa» e dopo pochi minuti l'agenzia «Belga» prima, i telegiornali poi, hanno ripetuto alla popolazione l'appello a riferire qualsiasi informazione potenzialmente utile alla ricerca delle tre ragazzine scomparse. Alexandra Dupont, quattordici anni, Stephanie Stasiuk, pure quattordicenne, e Dorothée Domine, di dodici anni, sono state viste l'ultima volta sabato scorso attorno alle tre del pomeriggio a SaiveBlégny, a pochi chilometri da Liegi. Grandi borse a tracolla piene solo di vestiti, le tre amichette sono partite per Parigi, la grande, effervescente capitale francese che ancora esercita un fascino irresistibile su tutta la gioventù del meridione belga: la regione in cui si parla francese. Dovevano arrivare a Liegi poi prendere il treno per Parigi. La realizzazione di un sogno, insomma. Nella Ville Lumière, però, le tre piccole avventuriere non ci sono mai arrivate. I genitori hanno avvertito la polizia, certo con un po' di ritardo. Poi si sono rivolti anche all'associazione «Marc et Corinne», fondata anni fa dai genitori di due bambini scomparsi e mai più trovati. Il giudice istruttore di Liegi Thierry Brasseur, incaricato delle indagini, ha immediatamente trasmesso la segnalazione alle polizie di frontiera di tutti i Paesi aderenti allo «spazio Schengen», quelli cioè che in Europa hanno abolito i controlli doganali. Ed ha fatto diffondere una sommaria descrizione delle tre ragazze. Grandi borse piene di vestiti, dunque, poi un laccio di cuoio al collo, uguale per tutte, chiaramente un simbolo di comunanza per le tre piccole. Infine le caratteristiche fisiche. Alexandra è alta un metro e sessanta, è magra, ha gli occhi grigi ed i capelli castani tagliati corti. Anche Stephanie è magra ed ha la stessa altez¬ za della prima, ma i suoi occhi sono azzurri e i capelli, rigorosamente corti, sono castano chiari. La piccola Dorothée, infine, è la più alta: un metro e sessantaquattro centimetri. Dorothée ha lunghi capelli biondi, gli occhi castani e porta gli occhiali, ma solo a volte, probabilmente perché se ne vergogna. Le loro fotografie le ha diffuse l'associazione «Marc et Corinne», assieme a un numero di telefono della regione di Liegi: 04-252.73.97. Anche la polizia ha diffuso un suo numero per raccogliere le informazioni, lo 04228.92.62. Questa volta le autorità hanno reagito tempestivamente. L'amara lezione impartita loro da Marc Dutroux, il mostro di Marcinelle, è servita almeno a questo. Lui, il mostro, è in carcere e ne avrà per una vita. Ma Dio solo sa quanti squilibrati si aggirano per il mondo. Naturalmente tutti sperano che le tre ragazzine vengano trovate, magari in qualche pensione del quartiere latino a Parigi, la grande città. Ma intanto, ieri, tutto il Belgio si è trovato ancora una volta con il fiato sospeso a guardare il telegiornale, timoroso di piombare nel bel mezzo di un nuovo capitolo del libro violento, crudele, inumano, che nessuno qui avrebbe mai voluto iniziare a leggere: quello delle violenze sessuali contro i bambini. Fabio Squillante casa, dopo l'arresto dell'omicida, non li aveva trovati. Ma Bernardo aveva rivelato all'avvocato il nascondiglio. Seguendo le istruzioni del suo cliente, Murray aveva recuperato i nastri, tenendoli nascosti per sedici mesi. Oltre a documentare le terribili torture subite dalle due adolescenti, i nastri mostravano anche la partecipazione della moglie Karla alle sevizie. L'avvocato aveva obbedito inizialmente all'ordine di Bernardo di non guardare i nastri. Ma dopo averli esaminati, preso dal rimorso, li aveva consegnati alle autorità. I nastri erano stati usati durante il processo, dimostrando in modo schiacciante la colpevolezza di Bernardo, condannato ad un doppio ergastolo. Ma l'avvocato Murray è stato adesso incriminato per aver «ostacolato la giustizia». L'incriminazione ha aperto un dibattito nel Paese sui limiti del rapporto confidenziale tra clienti e avvocati, addotto dal legale per giustificare il suo comportamento. Gli inquirenti hanno sottolineato che la moglie dell'omicida - che se l'era cavata con 12 anni di carcere perché aveva accettato di testimoniare contro il marito - sarebbe stata condannata a una pena ben maggiore se l'accusa fosse stata in possesso dei nastri fin dall'inizio: la sua testimonianza sarebbe infatti diventata superflua. [Ansa] Dicevano di voler andare a Parigi Il Belgio ricorda così le ragazze vittime dei pedofili

Persone citate: Alexandra Dupont, Domine, Fabio Squillante, Marc Dutroux, Stephanie Stasiuk

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Europa, Parigi, Spagna