E polemica sugli istituti cattolici di M. Tor.
Appello del Papa Appello del Papa E' polemica sugli istituti cattolici ROMA. Dopo l'appello del Papa sulla parità tra scuola pubblica e privata, nessuna dichiarazione ufficiale è venuta dal ministero della Pubblica Istruzione. «L'importanza del problema è ben presente al ministro, il quale vi sta lavorando fin dal suo insediamento», fanno sapere i portavoce; e aggiungono che «il ministro ha più volte espresso il suo obbligo politico e morale nel realizzare il programma del governo, che prevede la parità scolastica, ma che sta lavorando a una soluzione realistica che abbia possibilità di successo quanto al sostegno delle forze che compongono la maggioranza». Ma il sasso nello stagno è stato nuovamente gettato e le forze politiche e sociali tornano a dividersi. E' risoluto il «no» repubblicano: Giorgio La Malfa ribadisce il dissenso «ad una ipotesi che tolga fondi alle scuole pubbliche per trasferirli alle private; vi è anche una nonna costituzionale che non può essere aggirata». «Assoluto dissenso» viene espresso anche dall'Unione degli Studenti, l'organizzazione giovanile di sinistra. E «Carta '89», il movimento nato otto anni fa per protestare contro la revisione del Concordato, definendo «arrogante» l'intervento di Wojtyla, sostiene che «i finanziamenti alle scuole confessionali costituiscono un ostacolo al riordino dei cicli proposto da Berlinguer». E' preoccupata, invece, la Cgil scuola: «C'è il rischio che il dibattito sulla parità riprenda nel modo peggiore possibile - osserva Emanuele Barbieri -. Confondere riforma, parità e finanziamenti alle scuole private rende tutto più difficile e può ritardare il procosso di riqualificazione del nostro sistema formativo. La crisi finanziaria non riguarda solo la scuola privata». Riforme in due tempi? Giovanni Bianchi, responsabile del ppi per i rapporti con il mondo cattolico, auspica che la legge per la parità viaggi insieme alla riforma generale della scuola: «Le ragioni per fare in fretta e bene non mancano. E intorno al progetto del governo può ulteriormente crescere il favore dell'opinione pubblica. Ma la via maestra della parità è quella che da tempo passa per l'autonomia degli istituti». Si dividono, invece, le due associazioni delle famiglie, Age e Cgd. «La parità è auspicabile non solo sul piano giuridico ma anche su quello dei finanziamenti - commenta Giuseppe Richiedei, presidente dell'Ago, il raggruppamento di ispirazione cattolica. Di parere opposto è il presidente del Cgd, Sergio Tavassi: «E' di grande importanza una qualità omogenea degli standard qualitativi fra scuole pubbliche e private; ma non è giusto che la comunità finanzi gli istituti privati che appartengono a una logica diversa e non svolgono un servizio por tutti». A invocare parità giudirica è, infine, il presidente Fidae (Federazione scuole cattoliche), padre Antonio Perrone: «Intervenire con una legge solo sulla parità giuridica vorrebbe dire rimandare il resto (cioè, il sostegno economico contestuale) alle calende greche». In 10 anni, le scuole private hanno perduto oltre 100 mila alunni. [m. tor.]
Persone citate: Antonio Perrone, Berlinguer, Emanuele Barbieri, Giorgio La Malfa, Giovanni Bianchi, Giuseppe Richiedei, Sergio Tavassi, Wojtyla
Luoghi citati: Roma
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