La donna che non vedrà Lamerica di Vincenzo Tessandori

MONDADORI LA STORIA La donna che non vedrà Lamerica GTIRANA LI occhi di Edlira Kulla sono azzurri e guardano il cielo, laggiù. Lei trascorre ore senza aprir bocca e lo capisci che non saprai mai che cosa pensa. Sulla strada che arranca verso il Nord, nell'inferno bianco che chiamano Ali Demi, trentuno donne aspettano il nulla dietro alle sbarre di finestre piccole e senza vetri. Trenta sono assassine, lei si è presa la colpa del suo uomo perché solo così lo avrebbe salvato. Ora lui l'ha dimenticata come ha scordato l'Albania ed è in Italia chissà dove a fare chissà che cosa. In fondo al camerone grigio Edlira Kulla lavora silenziosa a maglia. Con le altre parla poco, tutte parlano poco. Lei nell'ultima settimana ha fatto un pullover blu, a coste inglesi. Non di lana, introvabile: in acrilico. Le daranno 500 lek, 7 mila lire, il venti per cento se Io trattiene il carcere per le spese di sostentamento. E lei lo sa che quando uscirà, fra diciannove anni, forse sarà più povera di quando è entrata. Ma non gliene importa nulla, non le importa di essere viva, non le importa neppure di poter lavorare, che è privilegio riservato a pochi tra chi è costretto dietro alle sbarre. Quel suo volto cosi pallido, indurito e segnato dalle rughe, ti fa pensare che sia una vecchia, e ha solo 25 anni. La sua vita si è fermata quando lo conobbe. Troppe vite di ragazze si fermano quando incontrano «lui». E sembra un destino al quale non riescono a sottrarsi, non possono. Un codice antico stabilisce come debbano sottostare all'autorità dell'uomo e ribellarsi è un'idea che neppure le sfiora. Il Leq Dukagjini, l'insieme di norme che risale al '400, è più seguito dei codici varati tre anni fa. Norme di vita, immutabili, alcune delle quali precisano quanti siano i diritti negati a una ragazza. Per esempio, non può «scegliersi il marito e perciò deve accettare quello al quale è stata promessa; intromettersi nella scelta del mediatore, né in ciò che concerne il fidanzamento; interessarsi delle calzature e dei vestiti». Insomma non deve mettere il naso nei fatti suoi. «Lui» ha qualche diritto in più, ma neppure tanti. Una volta sposati anche a lui toccheranno problemi come «procurare i vestiti e le calzature e tutto ciò che occorre alla vita; essere fedele alla moglie e non darle motivo di lamento in qualsiasi suo bisogno». Ma si sa: di certe cose spesso ci si dimentica. E' così che un piatto di questa bilancia dell'ingiustizia appare assai appesantito, perché «la moglie ha il dovere di conservare fedeltà al marito; servirlo disinteressatamente; comportarsi con sottomissione; corrispondere ai doveri coniugali; crescere e allevare i figli onoratamente; tenere in ordine vestiti e calzature; non occuparsi del fidanzamento di figli e figlie». Di più e di peggio: «Il giovane, a suo arbitrio, può mandare via la fidanzata»; al contrario, lei «non può cacciare il fidanzato, neppure se le sia sgradito». Sulle montagne a Nord e ai confini con la Grecia, dove viveva Edlira Kulla, ii codice è legge ferrea ed è quel mondo arcaico e inaccessibile che l'Associazione per l'aiuto alle donne albanesi, sede a Tirana e 800 iscritte, tenta di penetrare. Servin Arbana, il Vincenzo Tessandori CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Ali Demi

Luoghi citati: Albania, Grecia, Italia, Tirana