CHI DIFENDE LO STATO SOCIALE di Luigi La Spina
CHI DIFENDE LO STATO SOCIALE POLEMICA A SINISTRA CHI DIFENDE LO STATO SOCIALE ALLA vigilia del congresso pidiessino, Norberto Bobbio in un'intervista a Reset sollecitava il partito a non eludere la domanda fondamentale: «Dove va la sinistra?». E dopo l'interessante discorso di D'Alema si va diffondendo l'opinione che al quesito si possa rispondere semplicemente così: «A destra». Sia i commenti furibondi di Bertinotti, sia quelli critici di Cofferati, ma anche gli elogi di Berlusconi, di Cossiga e quelli più scettici di Fini rischiano, come al solito, di orientare «all'italiana» il dibattito su un tema importante per lo sviluppo della nostra società, lo Stato sociale, in una direzione fuorviante e profondamente errata. Sarebbe un'altra occasione sprecata e forse, questa volta, neanche l'immaginosa Italia se lo può permettere. L'evocazione di Luciano Lama da parte del vicepresidente del Consiglio Veltroni e da alcuni giornali della sua famosa «svolta dell'Eur», le proteste dell'attuale leader della Cgil Sergio Cofferati e di altri sindacalisti all'insegna dell'«abbiamo già dato», «non si possono chiedere altri sacrifici», «non si può rinunciare alle garanzie sul lavoro», danno un'impressione sbagliata. Non si tratta, ora, del conflitto tra chi sollecita moderazione salariale e minore intransigenza nella difesa dei lavoratori promettendo un maggiore sviluppo e chi resiste a queste richieste. La questione posta dai discorso di D'Alema è un'altra e si fonda proprio sulla domanda di Bobbio: o sinistra e destra non hanno più cittadinanza nelle società moderne e le risposte ai problemi devono dividersi secondo altre distinzioni o compito della sinistra è quello di difendere i più deboli, coloro che dalla mancanza di regole che assicurino almeno una teorica «pari opportunità» sarebbero destinati alla sconfitta. Se quest'ultima Luigi La Spina CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
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