Toma la voglia di impresa, si scalda il match per la Consob

Toma la voglia di impresa, si scalda il match per la Consob Toma la voglia di impresa, si scalda il match per la Consob Nulla arresta la voglia d'impresa. Non le tasse che, tra balzelli diretti e indiretti (ad esempio l'iscrizione obbligatoria alle Camere di Commercio), si mangiano fino al 70% dei redditi. Non i balletti di Massùno D'Alema né i tweed di Fausto Bertinotti. Né la Guardia di Finanza che, a sentire i piccoli, inferociti imprenditori riuniti nel Life - l'associazione creata da Fabio Padovan - a volti; irrompe nelle aziendine del Triveneto con le pistole spianate, reali o virtuali che siano. I cinquemila associati del Life, difatti, hanno deciso di esplorare l'Europa e, guidati dal presidente Giorgio Panto, sono già stati in gita a Klagenfurt e presto andranno a fare un giro nel Mendrisiotto. Fabio Se fosse per Padovan loro, sconsi- Danilo Longhi glierebbero ai neofiti di cacciarsi in nuove avventuri! industriali. Danilo Longhi Invece le statistiche di Infocamere dicono che, cuiasi ogni giorno dei 366 che hanno composto il bisestile 1996, una nuova impresa ha visio la luce. E anche sottraendo le soccombenti, il saldo delle neonate in vita sfiorava a dicembre quota settantaquattromilacinquecento. Con in testa la regione Piemonte, come spiega il presidente di Unioncamere Danilo Longhi. C'è da scommettere che, se la battaglia in corso sugli stipendi flessibili andrà avanti, per non parlare delle aperture sul lavoro «nero» del segretario pidiessino, fine 1997 registrerà nelle statistiche di Infocamere un nuovo boom demografico. Intanto, per non farci perdere la memoria sul nostro imbarazzante passato, ecco la buona vecchia Gepi, rinnovata e ricapitalizzata con ben 1800 miliardi, studiare il rilancio della Seleco. L'azienda di Pordenone che Gianmario Rossignolo fa fatica a rivitalizzare, e che si ritrova con le casse vuote. Per carità, è giusto che il presidente della Fune Gianfranco Borghini si attivi per scongiurare la perdita di 700 posti di lavoro. Ma non si può evitare che il nome Gepi abbinato ad un salvataggio (il piano, che avrebbe il consenso del ministro dell'Industria Pier Luigi Bersani, coinvolgerebbe Italtel Multimedia) faccia correre un piccolo brivido giù per la schiena. Sempre della serie «ritorno all'antico» è l'appello delle banche al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Gianmario Rossignolo Pier Luigi Bersani Pier Luigi Bersani Ciampi, affinché intervenga nella liquidazione della Fime, la Finanziaria Meridionale di non buona memoria. La parola ultima alla liquidazione, affidata al commissario Floriano D'Alessandro, potrebbe costare infatti al sistema creditizio 1400 miliardi. E che dire del ritrovamento, nel seminterrato della vecchia sede romana di Federconsorzi, di un archivio nascosto dietro ad un armadio, completo di tesoretto in sterline, medaglie e monete d'oro? Lo ha trovato il sostituto procuratore di Perugia Dario Razzi, che indaga sul fallimento della Fedit, sui suoi ex commissari (tra cui Pompeo Locatelli e Agostino Cambino), nonché sul vertice di Agrifactoring, la società che di Fedit aveva rilevato i beni, ossia su Francesco Carbonetti e l'ex presidente della Banca di Roma, Pellegrino Capaldo. Ora che Stet, con Guido Rossi e Tomaso Tommasi di Vignano ai vertici e domani con l'intero consiglio rinnovato, volta pagina e si avvia alla privatizzazione; ora che anche le Autostrade presiedute da Giancarlo Elia Valori si avvicinano ai nastri di partenza dell'offerta pubblica e del nocciolo duro, all'Iri si apre il dossier Finmeccamca. Il piano di ristrutturazione messo a punto dal presidente Fabiano Fabiani è ora al vaglio di governo e forze politiche. La società di viale Maresciallo Pilsudski ha infatti raggiunto un indebitamento che supera i 5000 miliardi e il capitale. Che fare? Tommasi Tra le ipotesi di Vignano Fabiano Fabiani ventilate, quella di ricapitalizzarla conferendole il 50% della SgsThomson, il gioiello guidato da Pasquale Pistone Un'operazione sulla quale, tuttavia, dovranno dire la loro gli altri partner, i francesi della Thomson. Sia come sia, dai segnali che vengono da più parti sembra di capire che nelle prossime settimane la questione Finmeccanica tornerà di scottante attualità. E dopo, naturalmente, toccherà all'Ili e ai suoi destini. La finanziaria creata da Enrico Beneduce nel '35 potrebbe prima o poi trovarsi ad avere in pancia solo quel- ■ la terribile grana che si chiama Rai. Intanto in settimana è atteso il verdetto Consob, una palestra che è servita a far affiorare lotte di potere in Bankitalia, con ipotesi di candidature di Vincenzo Desario e Tommaso Padoa Schioppa. E dove, sulla poltrona di Enzo Berlanda, potrebbe salire invece Vincenzo Salaria, consigliato dal nuovo presidente della Stet. A conferma che il tema «privatizzazioni» è caldissimo, ecco arrivare il «Bollettino delle Privatizzazioni», edito dal Cespep - Centro Europeo Studi Pubblico e Privato. Un'associazione senza fini di lucro che annovera tra i fondatori Giovanni Tamburi, Luigi Cappugi, Vittorio Coda, Giorgio Alpeggiarli, Emilio Fano, e Marco Vitale. E che, nel suo primo numero, riepiloga con dovizia di dettagli le cessioni dei gruppi Iri e Eni, nonché la pillola avvelenata antidello dei- scalata statuto scalata statuto l'Aem. Valeria Tommaso Sacchi Padoa Schioppa

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