Tv, verso l'accordo Prodi-Cavaliere
Raitre senza pubblicità, Retequattro via satellite. Apertura anche nei confronti di Cecchi Gori Raitre senza pubblicità, Retequattro via satellite. Apertura anche nei confronti di Cecchi Gori Tv, verso l'accordo Prodi-Cavaliere Stesso trattamento per Rai eMediaset ROMA. Il presidente del Consiglio Romano Prodi si informa: «Come possiamo accelerare la discussione delle nuove norme per le televisioni e le telecomunicazioni?». Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi è un po' preoccupato: «I tempi per la privatizzazione della Slot ormai sono stretti». Comincia cosi, con qualche patema d'animo, nella tarda serata di venerdì, un vertice di governo che potrebbe cambiare la storia della tv e delle telecomunicazioni. In quel vertice, prende corpo infatti una grande offensiva lesa a sbloccare due disegni di legge: il primo per l'istituzione dell'authority (l'organo di garanzia indispensabile per la vendita delle azioni Stet) e l'introduzione delle nuove regole antitrust (i limiti all'attività di ogni gruppo tv); il secondo con la riforma più ampia per tic e televisioni. Dalla discussione di venerdì sera scaturisce l'affermazione di un principio: simmetria. E' questa la parola magica pronunciata nel tentativo di far spalancare, finalmente, le porte del grande accordo per le televisioni e le telecomunicazioni. Prodi ci spera: spera di ottenere dalla sua maggioranza e soprattutto da Silvio Berlusconi il sospirato via libera. Non viene ignorato che nella maggioranza c'è Rifondazione, contraria alla privatizzazione Stet: si cerca di offrirle garanzie. Berlusconi è invece il leader dell'opposizione, ma anche il capo dell'impero televisivo Mediaset: molti giurano che è un caso ma la riunione di venerdì sera arriva dopo l'incontro al matti¬ no fra Prodi e Berlusconi. Insomma l'idea della simmetria appare un gesto distensivo e rassicurante verso Berlusconi. Simmetria significa infatti riconoscere lo stesso trattamento, come chiede l'opposizione, per l'azienda pubblica e per i privati, ovvero per Rai e Mediaset: in pratica ogni gruppo (oggi titolare di tre reti) avrà ancora lo stesso numero di reti. Dunque è sulla concretizzazione di questo principio che si lavora. «Dobbiamo ancora trovare le soluzioni tecniche per non penalizzare né la Rai né Mediaset, ma gli orientamenti sono chiari», afferma Lauria. Si tenta quindi di varare una specie di... par condicio, tenendo conto comunque delle caratteristiche della Rai che svolge un servizio pubblico. Le trattative che si svilupperanno nella commissione Lavori Pubblici del Senato, presieduta da Claudio Petruccioli (anche lui presente al vertice), dovranno portare alla definizione delle norme che attuino il principio-base (nei giorni scorsi già indicato da un comitato ristretto). Per esempio, la simmetria potrebbe essere applicata prevedendo un nuovo assetto per la Terza Rete Rai (per la quale è stata ipotizzata la trasformazione in rete federale) e per Rete 4 (che potrebbe trasmettere non più via etere ma con il satellite, che conta nuovi utilizzatori). Poiché il governo non vuole mettere in difficoltà la Rai e nega intenti punitivi nei confronti di Berlusconi, in commissione (in base alle indicazioni del vertice) potrebbe essere concesso un certo periodo di tempo per consentire ai due gruppi di adeguarsi alle nuove disposizioni. La durata della fase transitoria potrebbe essere fissata dall'authority che sarà competente per tutto i] mondo della comunicazione (tic e tv). L'approdo finale potrebbe essere un sistema in cui ogni soggetto abbia due reti via etere, definite generaliste, con pubblicità: «Questo vuol dire - spiega Vita - immaginare per la Rai una rete di servizio senza pubblicità mentre per Mediaset 0 trasferimento su altre tecnologie diffusive come il satellite, sul quale stiamo immaginando un impegno specifico per favorirlo». A sorpresa si sta anche studiando la possibilità di concedere incentivi per agevolare la diffusione delle antenne paraboliche con le quali si riceve il segnale del satellite. E il terzo incomodo, il gruppo Cecchi Gori titolare di Telemontecarlo e Tmc2? Nel vertice di Prodi non vengono fatti riferimenti diretti (ma del resto non ci sono citazioni del presidente del Consiglio per Berlusconi). Però si ripete che c'è l'esigenza di favolare il massimo pluralismo: insomma anche Cecchi Gori potrebbe avvantaggiarsi del nuovo sistema. Fra l'altro il mercato pubblicitario dovrebbe aprirsi: la Rai dovrebbe avere difficoltà a trasferire tutti gli spot dalla Terza Rete alle altre due. Ci sarà un limite all'affollamento pubblicitario: Cecchi Gori oggi è lontano da questo limite e quindi potrà crescere. Prodi è impegnato al massimo per ottenere l'approvazione dei disegni di legge. Il confronto in commissione (e quindi con la maggioranza e con l'opposizione) scatterà sin dalla prossima settimana. Il governo vorrebbe ottenere 0 via libera in sette, massimo quindici giorni. Per Ciampi è fondamentale fare in fretta. Roberto Ippolito ir T L'ODISSEA DELLE TV I—Si 1990, LEGGE MAMMP- Nell'agosto! 990 viene votata dal Parlamento la legge Mommi: 3 reti a Rai e a Fininvest 1994, LA SENTENZA DELLA CORTE ■ La fase attuale prende inizio il 7 dicembre 1994, quando la Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità di quella parte della Mammi che consentiva a uno stesso soggetto di essere titolare di 3 concessioni. La Corte fissò un termine per la fine dell'aqosto 1996: non era un ultimatum, ma un riferimento al decreto 323/Ì993 il quale concedeva 3 anni per passare a una nuova disciplina 1994, REFERENDUM SULLE TV - Sul fronte televisivo si innesta il referendum televisivo che chiedeva di ridurre da Ire a due le reti per concessionario; il referendum viene boccialo, rafforzando di fatto la posizione della Fininvest 1996, LA RIFORMA MACCANICO - Il governo il 17 luglio varò il disegno di legge che istituisce l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dettava norme antitrust sul sistema radiotelevisivo. Tra l'altro il divieto di posizioni dominanti nei mezzi di informazioni di massa. I limiti di concentrazione si riferivano sia all'uso delle risorse tecniche (il 20% per ciascun soggetto) sia alle risorse economiche (nessuno può avere più del 30% delle risorse complessive del settore, derivanti da pubblicità e canone). La riforma non fu mai varata dal Parlamento 1997, TENTATIVO PRODI • Il governo tenta di sbloccare i due disegni di legge che riguardano: 1) l'istituzione dell'authority (indispensabile per vendere la Stet) e le nuove regole antitrust (per le tv) 2) la riforma delle tic e delle televisioni. Spunta la teoria della "simmetria" per dare lo stesso numero di reti a Rai e Mediaset <8t Il ministro delle Poste Antonio Maccanico
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