Sellerio: vi prego, aiutate Sofri di Antonella Rampino

anti-acido giuliani Sellerio: vi prego, aiutate Sofri Della Valle: rendiamo flessibile il lavoro L'INTERVENTO DEGLI «ESTERNI» GROMA IOVANNA Melandri, che li ha invitati, li presenta così al secondo congresso del pds: «Uomini e donne che rappresentano le capacità del Paese». Sono le tre del pomeriggio, e si dà la parola alla società civile, come si conviene in ogni moderno congresso di partito. Elvira Sellerio dice subito «io non sono del pds». E chi si meraviglia che la signora dell'editoria italiana, che con Sciascia condivise posizioni radicali, abbia preso il treno per arrivare a Roma, capisce subito il perché. Sellerio parla di Sofri. Intanto, il comitato «Liberi liberi», siede tra i giornalisti. C'è l'ex disoccupato organizzato Mimmo Pinto, c'è Stella Sofri, sorella di Adriano e moglie di Domenico Cecchini, assessore a Roma, e lo scrittore Erri De Luca. Ma mentre Elvira Sellerio parla dal podio, «dicono che Adriano ha avuto sette gradi di giudizio. Io dico che la giustizia con lui non è stata giusta, e ho la convinzione morale della sua innocenza», dietro di lei D'Alema affonda ancor più il capo tra le carte. E sarà inutile, poi, chiedere, se e quanto a Botteghe Oscure sapessero dell'appello per Sofri. Il partito si trincera dietro il no comment, Sellerio sottolinea che le era stato assicurato che sarebbe stata libera di dire tutto quel che avesse desiderato. Al volo, invece, nel suo intervento anche il pittore Iannis Kounellis si assocerà all'appello per Sofri, mentre il fisico quantistico Parisi e lo scopritore di Ebla Paolo Matthiae lanceranno ai delegati del congresso il lamento della ricerca scientifica e archeologica in un Paese economicamente disastrato, e soprattutto politicamente lottizzato. Ma il tavolo di presidenza era semivuoto. Si è riempito quando sul podio è salito il merchant banker Claudio Costamagna, che guida Goldman Sachs in Italia. «Il mondo finanziario ha capito che l'Ulivo è importante perché l'Italia si integri nell'Unione Europea. Adesso abbiate il coraggio di privatizzare davvero: fate delle public company» è il messaggio del giovane finanziere. Quando è stato il turno di Diego Della Valle, l'imprenditore che dalle Marche ha invaso il mondo con le sue scarpe, aduso ai consigli d'amnunistrazione della Comit e dell'Iri, c'è stato invece un fremito: a parte Marco Tronchetti Provera, che ha partecipato a un congresso regionale del pds, era la prima volta che un industriale metteva piede nel congresso di quelli che una volta erano i comunisti italiani. Al Palasport, sottolineando sempre di parlare «a titolo personale», Della Valle ha parlato per l'imprenditoria italiana: «Noi siamo pazienti. Abbiamo difficoltà forti sui mercati internazionali, il cambio non ci aiuta, l'Europa non ci regala nulla. 1 lavoratori devono l'are la loro parte». Ed ha anche strappato l'applauso, quando ha difeso Veltroni contro Cofferati. «Quello del leader della Cgil è un discorso facile. Capisco che il pds debba garantire i lavoratori, ma l'innovazione sta in quello che dice Veltroni: rendiamo flessibile il lavoro». Della Valle ha sottolineato che quello di Prodi è un governo di sinistra, «e dunque può fare da garante con i lavoratori per i sacrifici che chiede». Della Valle, si scherzava tra i delegati, è un industriale buomsta. Infatti Veltroni porta le Tod's, e D'Alema no. Ma, nonostante questo, a Della Valle, per sua stessa ammissione, la relazione del segretario del pds è piaciuta. Antonella Rampino

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