Al Palaeur l'ora della cabala Quanti vati avrà stasera?

E Al Pdlaeur Fora della cabala Quanti vati avrà stasera? IL VERDETTO DEI NUMERI E ROMA sì, va bene, gli inni, i canti, i complimenti, gli applausi, anzi i molteplici boati del Palasport... ma quanti voti può prendere D'Alema nell'elezione diretta? Chiedere una previsione, una stima, una cifra, un numero approssimativo all'organizzatore del congresso, Minniti, con le spalle al muro in un angolino della sala stampa, è come chiedergli la formula segreta per la comprensione del cosmo, o la rivelazione di un tabù sacrale. Minniti sgrana gli occhi, non sa, non vuol dire. Eppure non è un dato irrilevante, un'ideuzza se la sarà pure fatta. «No, niente». Dice solo di sperare, con un sorriso un po' mesto, che D'Alema sarà eletto «bene». Ma che cosa voglia dire, questo «bene», per un segretario che è arrivato al congresso con il 98,4 per cento dei consensi è un mistero nel mistero, e non solo per via del voto segreto, ma anche a causa della dimensione sempre più personalizzata delle leadership e della politica in generale. Per cui, di nuovo: prenderà il 98,4, D'Alema? Prenderà di più? Di meno? E se, come probabile, otterrà di meno, quanto di meno? 90 per cento? 80 per cento? 75 per cento? 70 per cento (con conseguente «Minniticidio»)? Vincere o stravincere: questo il problema di D'Alema. Oppure perdere, magari anche vincendo, perché i congressi sono grandi eventi spettacolari, le parole possono essere chiacchiere, ma i numeri no, i numeri fanno presto a diventare unità di misura, categorie mentali, archetipi illuminanti e a volte pure abbaglianti. E se dopo un congresso trionfale il segretario è eletto, sì, ma sotto una certa soglia, beh, è una sconfitta tremenda. In altri partiti, in altri congressi, in altri tempi, gli esempi abbondano. De Mita, ad esempio, potrebbe raccontarne di belle. Nel caso di D'Alema, secondo il senatore Pasquino, che tra l'altro sarebbe anche uno scienziato della politica, «la soglia del buon gusto» sta fra l'80 e il 90 per cento: «Se scende anche unpo' sotto l'80 è meglio che se sale oltre il 90. Nel primo caso, infatti, si dimostra che il dibattito è autentico; nel secondo che gli oppositori si abbarbicano intorno al segretario senza esprimere il dovuto dissenso». Ma intanto la difficoltà di far previsioni resta intatta. Al punto che, con qualche temeraria ispirazione, a qualcuno potrebbe addirittura venire la voglia di fare un piccolo sondaggio sui delegati. Ma non si può, come è noto, perché i giornalisti non li possono avvicinare, e allora uno la voglia se la tiene, e semmai ricorre ai più antichi sistemi divinatori. A questo proposito, nella mattinata di ieri, alcuni gabbiani (o kokai, comunque pen¬ nuti) provenienti da Est hanno sorvolato il ministero delle Poste, il laghetto dell'Eur e quindi - ecco il punto - il Palasport, dirigendosi verso il mare. Erano otto. Gli antichi ne avrebbero tratto auspici sull'elezione: percentuale e, di conseguenza, quota di accettabilità politica. Preziosa, sempre nel quadro di un'eventuale ricostruzione cabalistica, sarebbe la conoscenza dei più recenti sogni del segretario. In mancanza dei so¬ gni, ma non del sapienziale libro della «Smorfia», ci si accontenti di sapere che: 60 (per cento) corrisponde alla «vedovanza»; 70 alla «scienza»; 80 alla «resurrezione»; 90 all'«accecamento» («errore» e «afflizione»); e 100 per cento, infine, ai «divini favori». Il che, per un congresso pure importante, sembra comunque eccessivo. Scartate così, come del tutto improbabili le ipotesi speculari dell'apoteosi e della bocciatura, con qualche (altra) licenza fantastica si può immaginare che lo stesso D'Alema sia perlomeno diviso di fronte a questo suo personalissimo esame da parte del congresso. Perché se un riflesso leninista potrebbe spingerlo a volere tutto, o quanto più possibile in termini di voti, un più prudente convincimento liberale potrebbe convincerlo che non solo non può volere tutto, ma forse non è neanche giusto. Al tempo stesso, fare il pieno può essere più sicuro all'interno del pds, ma è senz'altro meno rassicurante all'esterno. Mentre accontentarsi di una percentuale elevata, anche se non bulgara, è certo più «normale», ma può manifestare un deficit di quella forza misteriosa che fin dai tempi immemorabili della cabala, appunto, si esprime nei numeri ed è alla base del potere. Filippo Ceccarelli Vincere o stravincere è il problema E' partito con il 98,4% dei consensi, scendere all'80 sarebbe la sconfìtta L'«en plein» può essere più sicuro all'interno del pds, ma è senz'altro meno rassicurante all'esterno IL GIORNO DEL SEGRETARIO L'INTERVENTO E1 DURATO 100 MINUTI: DALLE 18,08 ALLE 19,48 D'ALEMA E' STATO INTERROTTO 72 VOLTE. GLI APPLAUSI PIU'CAIOROSI QUANDO HA TOCCATO QUESTI ARGOMENTI 1 - CITAZIONE DI SCALFARO E CIAMPI 2 - QUANDO HA INVOCATO PIUATTENZIONE AL FENOMENO DELL'EVASIONE FISCALE 3 - QUANDO HA DETTO, RIVOLTO A BERTINOTTI: «SE NON VOLETE LARGHE INTESE, SOSTENETE IL GOVERNO» 4-QUANDO HA DETTO: «IL SINDACATO DEVE STARE CON I LAVORATORI NON GARANTITI» 5-QUANDO HA DETTO CHE LA «SINISTRA DEVE CONQUISTARE I GIOVANI» L'OVAZIONE FINALE E' DURATA ó MINUTI, IN PARTE COPERTA DAL SUONO DELL'INTERNAZIONALE IL SEGRETARIO HA PARLATO i DAVANTI A 7200 PERSONE SJUTTI PRESENTI, IN PARTE IN \1 PIEDI, 11130 DELEGATI

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