Il Polo ci sta: e adesso i fatti di Maria Grazia Bruzzone

Fini: Rifondazione è nell'angolo. Cofferati, dopo l'abbraccio con d'Alema: siamo lontani Fini: Rifondazione è nell'angolo. Cofferati, dopo l'abbraccio con d'Alema: siamo lontani Il Polo ci sta: e adesso i fatti Per Berlusconi «punti comuni sui programmi» ROMA. Massimo D'Alema non ha ancora finito di parlare che il centro-destra, nella tribuna vip, già manifesta la sua approvazione. Che poi, nei commenti, rivela quasi un caloroso entusiasmo. Gianfranco Fini, per esempio. Una sigaretta dietro l'altra, prende appunti su un taccuino. E per ben tre volte si gira verso Domenico Fisichella per manifestare sorridente il suo consenso. «Eh, sì ha ragione lui». «Non volete le larghe intese: allora dico a chi sospetta: sostenete il governo con la stessa forza con la quale lo sostiene il pds», dice a un certo punto il lider maximo. E Fini: «E' quel che dico anch'io», sussurra. Poi commenta: «Bravo, ha messo Bertinotti nell'angolo». E dopo un po' quando il segretario del pds chiede ai giornali del Nord di dedicare, ogni due articoli sullo pensioni, almeno uno all'evasione fiscale, è Silvio Berlusconi a girarsi verso Fini e a convenire: «Queste cose le diciamo anche noi, fa bene a ripeterle». E dal Polo sale un applauso corale. «Ci sono enuncianzioni prò- grammatiche e affermazioni di valori cui anche noi crediamo», arriva a dire, alla fine, Berlusconi, soddisfatto dei passaggi «morbidi» di D'Alema sullo Stato sociale, e grato al segretario per aver del tutto ignorato la spinosa questione del conflitto di interessi che lo riguarda. Sulle note dell'Internazionale c'è l'abbraccio fra il segretario della Quercia e Sergio Cofferati, che però è tagliente nei giudizi: «La nostra idea sul lavoro nero non è quella di D'Alema. Le nostre opinioni diverse confermano che il sindacato è autonomo dai partiti». Invece il segretario della Cisl Sergio D'Antoni definisce il discorso «di respiro, intelligente, con una voglia di egemonia molto forte» e lo trova «più aperto di Cofferati» sulle questioni del lavoro. Ammirato, quasi eccitato, è pure Francesco Cossiga che si alza in piedi, subito dopo i tre minuti dell'inno di Morricone soffocato dal delirio di applausi, mentre nel palazzetto gremito salgono le note dell'«Internazionale». «Un bel di¬ scorso, un discorso coraggioso, responsabile e intelligente. Un discorso di chi giustamemte si sente e vuole essere un leader. Non solo leader di un partito, ma leader del Paese, per il Paese», commenta l'ex picconatore, senza paura di essere enfatico, apprezzando anche la «giusta e nobile rivendicazione della propria identità, con la citazione di Gramsci e il canto dell'Internazionale». Un discorso, quello di D'Alema, che piace anche a Prodi: («Bello e articolato: mi è piaciuto molto»), mentre il suo sottosegretario Enrico Micheb, il democristianissimo ex presidente dell'Iri nonché colto romanziere, apprezza particolarmente «il riferimento a un ideale per il futuro». «La coabzione dell'Ulivo esce rafforzata perché D'Alema ha fatto chiaramente intendere che abbiamo bisogno sia delle forze del centro che di quelle della sinistra presenti nella maggioranza», sintetizza. Meno sobria, al limite della glorificazione, la chiosa di Lamberto Dini, ala destra del governo: «D'Alema ha un grande obiettivo: la creazione di una sinistra mondiale. Vola alto, non si accontenta, com'è giusto, di un'idea nazionale ma rilancia quella di una sinistra europea e mondiale». Sarà pur «bulgaro», ma il segretario riesce a mettere anche d'accordo (quasi) tutte le anime del partito. Per il «deuteragonista» Veltroni è «un intervento ottimo, veramente ottimo e condivisibile, sull'Ulivo, la natura non socialdemocratica del nuovo partito, oltre che sullo Stato sociale e la flessibilità». «Non vedo punti di dissenso, la nostra battaglia ha portato risultati», spiega un rilassato Claudio Petruccioli, della corrente «ulivista». Mentre il collega Occhetto anche se «soddisfatto», resta freddino. Tanti sperticati elogi hanno, ovviamente una contropartita. Bertinotti fa fatica a contenersi: «Con tutto il rispetto, ma devo dire francamente che mi sembra un intervento da moderato, più che da leader della sinistra». Un giudizio che curiosamente coincide con quello del destro estremo Pino Rauti che parla di discorso «a metà fra Saragat e Giolitti». Maria Grazia Bruzzone IL PROGRAMMA DI OGGI 9,30-18 Approvazione Documenti Politici Elezione segretario Elezione organismi dirigenti 18 Intervento di chiusura del segretario presidente del Consiglio Romano Prodi

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