La Cia: Jiang Zemin non ha ancora vinto

Secondo gli americani, il premier Li Peng fa l'alleato del Presidente, ma trama alle sue spalle Secondo gli americani, il premier Li Peng fa l'alleato del Presidente, ma trama alle sue spalle la Cia; Jiang Zemin non ha ancora vinto Un rapporto segreto sulla guerra per la successione WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La poltrona di Jiang Zemin, l'uomo che siede al vertice del potere in Cina, è ancora molto traballante. Lo sostiene un rapporto della Cia reso noto dal Washington Times. Jiang Zemin, insistono i servizi segreti americani, deve ancora dimostrare di essere davvero il numero uno. L'amministrazione Clinton auspica una transizione tranquilla. E il Presidente ha già ribadito il suo desiderio di incontrare Jiang Zemin in Cina quest'anno. Ma la Cia invita a una maggiore cautela, almeno fino a quando il leader cinese non sarà più saldamente al potere. Bisognerà attendere il 15° congresso del partito comunista, che si terrà il prossimo autunno, per avere un'idea più chiara. E nel frattempo Jiang Zemin dovrà difendersi dagli attacchi dei suoi rivali, a cominciare da Qiao Chi, 72enne presidente del Congresso na¬ zionale del popolo e leader potenziale della fronda. Il rapporto della Cia, che risale al giugno scorso e dunque non costituisce una fotografia aggiornatissima della situazione a Pechino ma che qui a Washington sta comunque avendo larga eco, prende atto delle notevoli capacità dimostrate da Jiang Zemin nel mantenersi al vertice in questi anni, riuscendo a concentrare nelle sue mani le tre cariche più importanti: capo dello Stato, segretario del partito comunista e comandante delle forze armate. Ma «i suoi rivali tentano di limitare il suo potere» - dice il rapporto - ed egli non controlla ancora saldamente la situazione: «Questa sua incapacità di consolidare la sua posizione ci porta a pensare che egli continuerà a privilegiare il fronte interno a scapito di iniziative tese a migliorare i rapporti con gli Stati Uniti, che potrebbero scatenare critiche dall'interno del partito». La legittimità del potere di Jiang Zemin deriva dalla ((benedizione» che Deng diede alla sua ascesa nel 1989. Ora che il leader cinese è morto, osservano alcuni analisti americani, viene meno la sua principale fonte di sostegno. Per sopravvivere, dicono, egli dovrà sfuggire alla cosiddetta «sindrome di Hua Guofeng», l'uomo che Mao Zedong designò come suo successore ma che rimase al potere solo due anni. Nel 1979 Deng lo estromise senza troppe cerimonie. I successori «designati» non hanno mai avuto grande fortuna in Cina. E pochi erano pronti a scommettere sul futuro di Jiang Zemin quando Deng lo portò al potere nel 1989. L'ex sindaco di Shanghai si guadagnò il nomignolo «vaso di fiori» per i suoi modi affabili e sempre compiacenti. Ma a forza di sorrisi e pacche sulle spalle, Jiang Zemin ha finito per sorprendere gli analisti americani rimanendo in sella e poi allargando la sua base di potere. Assertore della liberalizzazione dell'economia cinese, Jiang Zemin ha saputo respingere gli attacchi che gli sono stati mossi dall'ala più dura e ideologica del Politburo. Poi l'autunno scorso ha compiuto una decisa sterzata a sinistra, inaugurando una crociata «spirituale» per combattere gli effetti corrompenti del capitalismo. Ma proprio questa sua azione decisa nella sfera politica avrebbe finito per alimentare gli attacchi dei suoi rivali. Già la primavera scorsa, comunque, la Cia descriveva un clima da «notte dei lunghi coltelli». 11 premier Li Peng, si legge nel rapporto divulgato ieri, è schierato con il Presidente ma in realtà «lavora dietro le quinte per minare l'autorità di Jiang Zemin». Qiao Shi viene visto come il possibile kingmaker di un nuovo ieader. E con lui sarebbe schierato Tian Juyun. da tempo suo alleato. Un altro membro del Politburo, Li Ruihuan, sarebbe pronto a schierarsi con il gruppo degli sfidanti. E l'anziano Yang Shangkkun, l'ex Presidente cui Deng cliiese di «proteggere» Jiang Zemin, adesso si starebbe preparando a sfidarlo Zhu Rongji, vicepremier od ex sindaco di Shanghai, punterebbe anche lui a una carica più alta. Andrea di Robiiant Per capire quali saranno gli equilibri destinati a durare bisognerà aspettare il 15° congresso di quest'autunno

Luoghi citati: Cina, Pechino, Shanghai, Stati Uniti, Washington