Perché è meglio che i titoli siano quotati in Borsa

Perché è meglio che i titoli siano quotati in Borsa Perché è meglio che i titoli siano quotati in Borsa i Tì niei ì no A Consob, la Commissione di controllo sulla Borsa, ha fretta. Proprio in questi giorni ha emanato una circolare che stabilisce un corridoio preferenziale per la quotazione in Borsa delle obbligazioni emesse dalle banche già quotate. In pratica il passaggio diventa «quasi» automatico. Soltanto quasi perché le banche ne devono comunque fare richiesta. E finora nessuna ha dimostrato particolare fretta nel bussare al portone della Consob. La ragione? Probabilmente c'è più di un motivo. Ma un peso determinante deve averlo il fatto che una volta messe in vetrina sul mercato, le obbligazioni quotate vanno seguite dall'emittente giorno per giorno. E magari anche sostenute con operazioni di riacquisto. Inoltre il mercato deve offrire un certo spessore, il che significa che ogni banca è tenuta a impegnarsi con emissioni molto voluminose. Ciò può interessare pochi soggetti di grande stazza, ma non può certo riguardare le banche medio-piccole pur desiderose di piazzare le loro obbligazioni. Sulle emissioni obbligazionarie delle banche minori c'è inoltre da dire che, per favorirle, la Banca d'Italia ha recentemente emanato una circolare che riduce da cento milioni a venti milioni il taglio minimo praticabile sulle obbligazioni emesse da banche non quotate. Ma sia la Consob che la Banca d'Italia premono affinché tutte le banche imbocchino la via della trasparenza e si decidano ad affrontare il confronto con la quotazione ufficiale, che giova ai risparmatori, ma anche alla buona gestione di chi deve mettersi in vetrina.