Cloro, se lo conosci non fa paura

CHIMICA CHIMICA Cloro, se lo conosci non fa paura Nuove norme europee per usarlo in sicurezza D'ora in poi più precauzioni nello smaltimento, nella produzione e nel trasporto FA paura, ma è un elemento indispensabile alla civiltà moderna. Se non è trattato con le dovute cautele può diventare molto pericoloso, perché è estremamente reattivo: corrode parecchi materiali e aggredisce i tessuti biologici: Ma è proprio per la sua grande reattività che risulta utile, nell'industria come nelle disinfezione o nel candeggio dei panni. Negli ultimi quarant'anni, comunque, in Europa non ci sono stati incidenti gravi né durante la produzione né durante il trasporto. In poche parole, è sotto controllo. Stiamo parlando del cloro, al quale è stato dedicato recentemente un convegno nazionale dall'Assobase, l'associazione dei produttori, consci che da parte loro ci vuole sempre più trasparenza. Solo così l'uomo della strada potrà abbandonare i timori ingiustificati, conoscere gli sforzi compiuti per la sicurezza e l'ambiente, rendersi conto che il cloro è un elemento fondamentale per la qualità della vita. L'intenzione di confrontarsi apertamente con l'opinione pubblica, da parte d'una categoria industriale particolarmente sotto il tito dei movimenti ambientalisti e degli organi d'informazione, è quanto mai positiva. Sul cloro la gente deve farsi idee proprie partendo da fondamenti concreti e da un'informazione corretta e completa, visto che il sistema economico mondiale non intende affatto rinunciare a quest'elemento e a molti dei suoi composti: anzi, c'è una netta tendenza alla crescita della sua produzione nei paesi emergenti dell'Estremo Oriente. Quanto all'Europa, nel '95 si era stabili a nove milioni di tonnellate, con quasi due milioni di addetti. La quota italiana è un significativo dieci per cento. D'accordo, dirà qualcuno; ma non è che per gli aspetti economici favorevoli corriamo rischi inaccettabili? Ebbene, oltre al vantaggio intrinseco che l'odore acre del cloro viene avvertito prima che si raggiunga la soglia di pericolo, produzione e applicazioni sono sempre più rispettose dell'ambiente. Si può citare come esempio la riduzione (pari rivati. Negli ultimi anni, ad esempio, per le zincherie smaltire l'acido cloridrico era diventato assai gravoso. C'è chi viene a ritirarlo facendosi compensare per lo smaltimento, ma un'azienda leader ha sviluppato un impianto dal costo accettabile (mezzo miliardo di lire), che ricupera l'acido cloridrico e produce cloruro ferrico smerciabile. Con l'entrata in vigore di una nuova legge molto vicina alle norme europee (25 febbraio) anche il costo per lo smaltimento salirà allo standard europeo, e quindi il ricupero si presenta anche come business. Le norme legali riescono talvolta a intralciare le iniziative non solo per eccesso di pastoie, ma anche per il loro perenne e spesso incoerente rinnovarsi, che rende difficile programmare nuovi investimenti: vengono dunque penalizzati - secondo una lamentela degl'industriali la crescita e lo sviluppo. Le commissioni che stilano le norme non si rendono conto sempre che l'analisi dei rischi in un impianto chimico è molto più com¬ plicata rispetto all'ingegneria civile; magari alcune aziende vorrebbero seguire criteri di sicurezza più avanzati di quelli stabiliti, ma ciò le porrebbe fuori legge. Oltre la produzione, anche il trasporto preoccupa l'opinione pubblica. In realtà in Europa vengono trasferite ogni anno senza incidenti di rilievo circa un milione e quattrocentomila tonnellate di cloro. In Italia si ricorre per lo più alle autobotti, essendo le ferrovie poco adeguate allo scopo. Guardando le cose a lungo termine, ci si muoverà verso la fonte, costruendo i nuovi utilizzatori di cloro presso gli stabilimenti di produzione. Questa sarà la strategia futura, anche se in genere il produttore non ha interesse ad accettare accanto a sé un'azienda piccola o media, che forse impone più accorgimenti per la salvaguardia dell'ambiente di quanto renda in termini di smercio. a un quarto del totale, fra il 1970 e il 1990) del consumo di mercurio, metallo tossico impiegato nella grande maggioranza delle celle elettrolitiche che producono cloro dall'acqua di mare concentrata. E' ora allo studio in Italia un accordo volontario per ridurre ancora le emissioni di mercurio grazie a miglioramenti tecnici. In molti casi si è dimostrato possibile compiere passi significativi verso il rispetto dell'ambiente anche da parte dell'industria che utilizza cloro o suoi de¬ Gianni Fochi Scuola Normale di Pisa

Persone citate: Gianni Fochi

Luoghi citati: Estremo Oriente, Europa, Italia