A TUTTO REGIME

A TUTTO REGIME *S* A TUTTO REGIME *S* Gennaio 1937, nasce «Il Vittorioso»: sarà il figlio prediletto del Minculpop IMPREPARAZIONE della cultura italiana ad accettare e capire vantaggi e svantaggi del nuovo tipo di narrazione illustrata, risulta vistosamente dal fatto che, a lungo, non si seppe neppure come chiamarla. Si chiamavano quadretti le vignette del Corrierìno, ma per quelli dell'avventuroso, anche se di forma presso a poco uguale, la definizione dei fumetti sarebbe entrata in uso solo dopo la seconda guerra mondiale e avrebbe conservato un'ambivalenza inquietante. Tecnica o dispregiativa. I dubbi riguardano anche la cosiddetta età dell'oro del genere ormai lontana. Certo, la fortuna dell'avventuroso di Nerbini sconvolse il mercato dell'editoria per l'infanzia e fece deflagrare l'editoria per l'adolescenza. Le testate si moltiplicarono, i lettori ragazzi ripagavano di più di ogni sforzo per i bambini, navigando in un settore abbastanza vergine e, comunque, non completamente controllato dalla censura dei benpesanti. La difficoltà dei genitori a leggere giornali e giornaletti d'avventura a fumetti comportò un succoso periodo di libertà. Ma il regime non poteva non intervenire prima o poi. L'aveva ben dichiarato Mussolini nella seduta del Gran Consiglio del 13 febbraio 1925: il segreto fondamentale per mantenere il potere era la retta educazione della bella gioventù italiana. Le forze giovanili dovevano venir cresciute a patria e fedeltà, costituendo la caparra di un futuro di gloria nazionale e nel 1926 era appositamente nata l'Onb, l'Opera Nazionale Balilla, che s'appropriava del soprannome attribuito al ragazzo di Portoria che, secondo la tradizione, avrebbe dato l'avvio alla rivolta di Genova contro l'Austria nel 1746, identificato con un certo Giovanni Battista Perasso, assunto dal fascismo come precoce e supremo simbolo di patriottismo e ardimento. Nel 1929 l'Onb era stata presa sotto l'ala del ministero dell'Educazione Nazionale. Quanto a letture, la scuola era facilmente controllabile, più arduo era tener d'occhio tutti i periodici per ragazzi. Lo scandalo era che tra i più letti figuravano quelli che ospitavano narrativa illustrata d'origine americana. Mario Nerbini, figlio di Giuseppe Nerbini, il Signor Errore di Stampa, colosso dell'editoria popolare, sebbene fascistissimo come il padre, non dava troppo ascolto ai borborigmi di ùritazione e rimprovero di coloro che non sopportavano la rivoluzione culturale del balloon. Aveva, infatti, una tale fiducia negli straordinari disegnatori americani che non si preoccupava neppure di incoraggiare la collaborazione degli autori italiani, credeva di potersi barcamenare tra le obiezioni del regime e la fame di fumetti della moltitudine dei ragazzi amanti il nuovo genere. E non restò troppo impressionato neppure dalla nascita a Roma il 9 gennaio 1937 del settimanale per ragazzi II Vittorioso, fermamente voluto dall'Azione Cattolica Italiana, e tutto disegnato autarchicamente da italiani. Gli americani erano al bando in quanto rappresentanti di una società e di una morale diverse, non confacentisi ai ragazzi italiani. Il Vittorioso era un bellissimo giornale che presentava fumetti italiani sontuosi e divertenti di nuovi autori votati alla narrativa illustrata. Ed era schierato politicamente per il regime ancora di più dell'Avventuroso. Un trafiletto in seconda pagina del primo numero declamava impetuosamente: «Perché è uscito il Vittorioso? E' facile rispondere: perché noi, italiani, siamo Vittoriosi! E la nostra Vittoria è grande e sarà sempre più grande; è giusto che esaltiamo la nostra Vittoria. Dove c'è un'avventura più bella di quella che sta vivendo il popolo italiano? Noi viviamo l'avventura vittoriosa, basta parlare di altri, quindi; parleremo di noi, di Italiani! Qui da noi c'è atmosfera di eroismo e di gloria; c'è sempre stata veramente, ma adesso c'è più che mai. Ecco quindi perché è uscito il Vittorioso, perché è il momento bello di Vittoria, e di Vittoria nostra, italiana». Il Vittorioso andò avanti così, alzando il tono di voce, poco cristianamente surclassando le sparate di retorica fascista dell'Avventuroso, e diventando il figlio prediletto del ministero della Cultura Popolare. Non a caso fu l'unico giornale per ragazzi a dedicare un editoriale allo scoppio della seconda guerra mondiale con il non equivocabile titolo «Vincere». Non fu comunque la concorrenza dell'Azione Cattolica a inguaiare Mario Nerbini. Fu il massiccio mtervento del regime nel 1938.1 sospetti di infedeltà e tradimento erano andati esasperandosi nel settore della cultura. La situazione era a rischio come riferisce in un'antica Stampa un boltaiano di larghe idee come Giorgio Vecchietti: «In Italia si pubblicano una trentina di periodici del genere: cinque di essi superano le centomila copie, una decina oscilla tra le cinquantamila e le ottantamila, con una tiratura complessiva di circa due milioni e una vendita di un milione e mezzo di copie. Se si calcola che ogni numero passa per le mani di almeno tre ragazzi, se ne con¬ clude che ogni settimana più di tre milioni di piccoli lettori si appassionano, fanno il "tifo" più scalmanato (si racconta che in una città, ogni sabato, centinaia di ragazzi sostano nei pressi di una nota stamperia per aspettare l'uscita di un giornaletto famoso...) per i loro eroi, di l'orme c di spiriti non italiani, se non addirittura, antiitaliani. Tengono il cartello, infatti, una settantina di storie in continuazione di genere poliziesco e avventuroso, di pura marca americana, e una cinquantina di non meno accertata derivazione o imitazione "yankee..."». Giorgio Vecchietti, convintissimo della propria opinione, diceva che i testi erano scritti rozzamente alla sbrigativa maniera cinematografica americana. Ma ce l'aveva anche e soprattutto con il disegno dei personaggi, in particolare dell'eroe di quelle avventure. «Biondo, slanciato, di tipo anglosassone, razzialmente puro ò sempre l'eroe, l'invitto; bruno, basso, tozzo, meridionalmente acceso, violento e subdolo è MICHAEL CrXlC TERRONI/ NAPOLI | STATFVFNF A Q CASA W VOSTRA LA VIGNETTA DI MARAMOTTI

Persone citate: Giorgio Vecchietti, Giovanni Battista, Giuseppe Nerbini, Mario Nerbini, Mussolini, Nerbini

Luoghi citati: Austria, Italia, Napoli, Roma