Due giudizi celebri

Due giudizi celebri Due giudizi celebri SI risponda: se dopo dodici o quindici volumi, l'immortale Richardson avesse virtuosamente finito per convertire Lovelace, e per fargli pacificamente sposare Clarissa, si sarebbero versate alla lettura di questo romanzo, preso in senso opposto, le lacrime deliziose che egli ottiene da tutti gli esseri sensibili? E' dunque la natura che bisogna afferrare quando si opera questo genere, è il cuore dell'uomo la più singolare delle sue opere, e niente affatto la virtù, perché la virtù, per quanto bella, per quanto necessaria essa sia, non è peraltro che uno dei modi di questo cuore straordinario il cui studio profondo è tanto necessario per il romanziere, e il romanzo, specchio fedele di questo cuore, deve necessariamente tracciarne tutte le pieghe. De Sade (da Idée sur les romans, 1800) PER romanzo si è inteso fino a questo giorno un tessuto di avvenimenti chimerici e frivoli di lettura pericolosa per il gusto e i costumi. Vorrei davvero che si trovasse un altro nome per le opere di Richardson... Oh, Richardson! Oserò dire che la storia più vera è piena di menzogne, e che il tuo romanzo è pieno di verità. [...] Richardson ha capito che la menzogna non poteva mai somigliare alla verità, perché questa è verità e l'altra è menzogna. De Sade Diderot ' (dall'E/oge de Richardson, 1761) te, lo erano nel Medioevo i luoghi consacrati. Nel bordello, attraverso Lovelace e le sue parole, si dispiega la conturbante scoperta del valore del corpo. Se, allora, Clarissa coerentemente rifiuta il pentimento e l'offerta di matrimonio da parte di Lovelace non intendendo, come giustamente rileva d'Amico, diventare un oggetto (altro elemento pre-femminista), è pur vero che essa incarna l'impossibilità, dati i tempi, di assumere il ruolo liberatorio che soltanto la scelta audace dell'eros le potrebbe concedere. Con tutto ciò, Clarissa rappresenta un'eroina ben più moderna dei tempi, se solo si pensa alla maggiore acquiescenza che caratterizzerà le pur inquiete eroine di Jane Austen. Essa, se mai, anticiperà le tragiche vicende di Cime tempestose, o addirittura i tormenti della «coscienza fallica», insidiata se non soppressa, nell'opera di D. H. Lawrence. Che cos'è, dunque, la virtù, a fronte della passione e della sessualità? Il discorso si applica già a Pamela, posta all'indice dalla Chiesa cattolica con l'accusa che essa aumenta e reprime ambiguamente le pulsioni del suo padrone per indurlo a sposarla. La vergogna, questo tema cruciale che giungerà fino al pieno Novecento, si annida proprio in un simile dilemma non risolto o sottaciuto. E allora, ben più del debito dichiarato da Diderot nel suo Eloge de Richardson, colpisce l'ammirata intuizione di Sade. Il Divin Marchese aveva ben compreso che con il suo immenso talento Richardson reinventava il romanzo. Claudio Go