SULLA ROTTA DEI LAGER
SULLA ROTTA SULLA ROTTA FIT7T T Aratri? A stazione di Udine quel 2 agosto del 1944 era piena di viaggiatori. Il treno merci che si fermò per una breve sosta era diretto in Germania: nei vagoni piombati erano pigiati donne, uomini, bambini, anziani. Dalle finestrelle si sentivano le voci dei prigionieri che imploravano acqua. Nell'unico vagone aperto viaggiavano sei SS, due ausiliarie e una ragazza carina che era entrata nelle grazie di qualche ufficiale, destinata probabilmente ad avere cucita addosso, appena arrivata al campo di concentramento, la scritta «Feld-hure» (prostituta da campo). Suo padre, muratore, antifascista, partigiano della 36a brigata Garibaldi, sei giorni prima era stato fucilato dai nazisti. La diciassettenne Maddalena vide un uomo che nel via vai della stazione la guardava attentamente e le faceva dei gesti: voleva farla fuggire. Chiese di andare al bagno e, accompagnata dal militare, mentre passava vicino all'edicola dei giornali riuscì a scantonare e a mescolarsi tra la folla correndo all'impazzata. Fuori l'aspettava l'uomo con una bicicletta (si chiamava Marcello Battaglini: anche lui, come Oskar Schindler, Giorgio Perlasca, Paul Gruninger e tanti altri, aveva scelto di diventare un salvatore di vite umane). Riuscì a por¬ tarla in un luogo sicuro dove la ragazza rimase per qualche tempo prima di unirsi ai partigiani. In quella stessa stazione di Udine, 0 2 agosto di 53 anni dopo, proveniente da Venezia e diretto ad Auschwitz, si è fermato il figlio di Maddalena. Sulle orine dei grandi camminatori, come Henry David Thoreau e Werner Herzog, lo scrittore quarantunenne Eraldo Affinati ha voluto ripercorrere a piedi le strade su cui sarebbe passata sua madre se non avesse incontrato il salvatore. Da questa esperienza (che Affinati ha compiuto in compagnia dell'amico e poeta Plinio Perilli), durata circa un mese, è nato un singolare e drammatico resoconto di viaggio: Campo di sangue. Il narratore attraversa campi assolati, costru¬ zioni industriali, piccoli paesi, castelli da Walt Disney, costruzioni desolate, piccoli borghi e città. Villach, Velden, Graz, Medlin, Rust. «Qualche anno fa, quando iniziai a lecere i libri sui campi di concentramento nazisti e sovietici, chiesi a me stesso il perché di tale interesse. All'inizio credevo di essere spinto dai medesimi motivi per cui leggo qualsiasi testo: desiderio di conoscenza e di avventura; ricerca di ideali, modelli umani; intenzione di assecondare e, nello stesso istante, di combattere la solitudine; rimpianto di una vita attiva... Col tempo iio dovuto ammettere che tali ragioni non erano affatto esaurienti come sembravano». C'era, al fondo di questa osses¬
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