Padovano: vittoria obbligata
Padovano: vittoria obbligata Padovano: vittoria obbligata «E' una brutta tappa? Sì, ma per loro» che se non ha ancora toccato i picchi del passato. Forse perché a Firenze hanno altro cui pensare e poche ragioni per fare la voce grossa. Ma da qui a domenica qualcosa succederà. Padovano ammette che certe antipatiche sensazioni si avvertono anche in campo: «La rivalità arriva pure a noi, però non ci ha mai condizionato. La Juve è grande, la Juve è forte e non trova nemici soltanto a Firenze. In ogni caso non saremo noi ad accendere la miccia. Siamo primi in classifica, abbiamo cinque punti di vantaggio sulla seconda, siamo sulla bocca di tutti perché siamo i campioni del mondo. Con queste premesse passa tutto in secondo piano. E la vittoria anche questa volta diventa un obbligo». Sfacciato. Ma in fondo un pizzico di presunzione non stona. Tutto autorizza la Juve a sentirsi la squadra da battere e Padovano lo fa con la prepotenza che è patrimonio dei forti. Lo esalta il duello a distanza con Batistuta: «Lui è il più grande al mondo. Quest'anno ha avuto momenti di flessione, però i difensori gli dedicano attenzioni particolari. Non mi pare un attaccante in crisi». Come non lo è Michelino-gol. A secco contro il Cagliari, è stato poi bloccato da un infortunio che gli ha impedito di essere titolare contro il Perugia. Ora riparte chioma al vento con la rabbia di sempre: «Il gol è tutto, ma non mi assilla. Di sicuro esco sempre dal campo con la coscienza a posto, perché non mi accontento mai e ogni volta do l'anima per la Juve». Lippi gli darà fiducia. In questo momento nessuno è meglio di lui come spalla per Del Piero. Non ci saranno sconvolgimenti tattici in vista della Fiorentina. E' possibile che il tecnico, come ha fatto già domenica scorsa, inverta le posizioni di Torricelli e Pessotto. Tornerà Monterò, e questo è un punto in più per la difesa che sarà sollecitata dalle incursioni di Batigol. TORINO. «Brutta tappa per noi? Brutta tappa per loro». Padovano va di fretta e promette tuoni e fulmini. La Juve non vuole arrestare la marcia di solitaria capolista neppure a Firenze. Il succo del Padovano pensiero è questo: se c'è una squadra che deve preoccuparsi questa non è certo la Juve. Tutto conforta i bianconeri, a cominciare dal fatto che nelle cinque sfide dell'era lippiana, i viola sono sempre usciti bastonati. Si va dalla memorabile partita dello 0-2 diventato 3-2 grazie alla prodezza di Del Piero fino all'ultimo confronto deciso proprio da Padovano. Ancora una volta Firenze sogna la grande impresa. Ma Padovano, al rientro domenica come titolare, spera che il capolinea delle illusioni viola sia vicino: «Noi siamo tranquilli, sono loro che hanno tutto da perdere. Se ci sono problemi sono tutti a carico della Fiorentina. Nella mia carriera ho provato situazioni analoghe a quella in cui si trova la squadra di Ranieri, so cosa voglia dire essere con l'acqua alla gola e cercare la vittoria ad ogni costo. Ma so anche che in questi casi l'avversario può approfittarne». La panchina di Ranieri traballa. Una sconfitta con la Juve farebbe diventare rovente la posizione del tecnico. Padovano non si commuove: «Ranieri è stato il mio allenatore quando ero a Napoli. Non merita di essere contestato, anche se per capire cosa succede bisognerebbe conoscere a fondo i problemi della Fiorentina. Per quello che posso intuire a distanza mi pare tutto chiaro: loro sono partiti con progetti ambiziosi, hanno messo insieme una squadra che ritenevano da primi posti e adesso si trovano in una posizione delicata che ovviamente non può corrispondere alle attese e quindi non può accontentarli. E' logico che aspettino questa partita per un riscatto. A maggior ragione visto che la Juve è una rivale storica». La tensione sta crescendo an- Padovano ritorna titolare a Firenze PRESIDENZA DI LEGA Mantovani, dopo i ritiri di Gazzoni e Matarrese, non ha i voti delle grandi
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