Steffy e Manu, derby fra carezze e rancori
Steffy e Manu, derby fra carezze e rancori Steffy e Manu, derby fra carezze e rancori poi i miei programmi saranno condizionati non tanto dal risultato della prima gara, quanto dalle possibilità di recupero. Potrei saltare la Gundersen (5 km a tecnica classica e il giorno dopo 10 km a inseguimento sulla base ei tempi della prima prova, ndr) oppure anche la staffetta». Minaccia dura, quella sulla partecipazione alla gara di squadra, perché le azzurre con Di denta sono da medaglia. Ma forse è solo una provocazione, perché nel cuor suo Manuela vorrebbe disputare tutte le cinque prove del programma. La Principessa di Paluzza, che rifiuta la promozione a Regina, ha preparato minuziosamente questi campionati: Mori- sa in programma domani. Nelle quali, per la cronaca, ha ottenuto il secondo miglior tempo dietro al francese Lue Alphand e davanti a Vitalini. «Certi giornali hanno scritto che io sono arrivato solo terzo. Come se fosse una sconfitta. E gli altri? Cosa si dovrebbe dire di Alphand e degli austriaci che non sono neppure saliti sul podio? Il bronzo di Tomba, invece, è stato celebrato come una grande vittoria». Ghedina era un fiume in piena. Non è la prima volta, in realtà, che l'uomo della discesa, abituato a sfidare il pericolo e dunque un po' critico nei riguardi degli slalomisti, che rischiano assai meno, coni a Livigno ha addirittura ricostruito una parte della pista, quella più difficile, per scoprirne ogni segreto. E Manuela ha un'arma in più nei confronti della maggioranza delle concorrenti. Fra le protagoniste, l'azzurra è l'unica a non essere legata ad una sola marca di sci. Non ha voluto firmare contratti esclusivi. Potrà scegliere in base allo stile della gara (alternato e pattinaggio) o delle condizioni della neve. Ma lascia (cavallerescamente?) il passo alla Beimondo: «Se Stefania è ancora al livello delle ultime gare, è lei la favorita. Arriva carica di grandi risultati e in condizioni migliori». Migliori di chi? [c. eh.] si trova costretto a polemizzare con Tomba, la cui fama e popolarità minacciano talora, ingiustamente, di rendere più pallide le imprese altrui. «Io sono qui tutto rotto, con male alle ginocchia, al collo, alla schiena: dopo la caduta di Wengen non mi sono ancora ripreso del tutto. E Tomba si lamenta per un po' di febbre che gli è passata subito. Se ragionassi come lui dovrei dire che sono distrutto, anzi che sono morto. Ma la verità è che Alberto è bravo a girarla, a vendere bene la sua merce» ha aggiunto Ghedina che oggi sarà in pista per il primo dei due superG (il secondo domenica, dopo la libera di domani). Alberto Tomba, che domani di¬ Manu Di Centa, a sinistra: «La rivalità con Steffy è parte del gioco; se una di noi vince, l'altra muore nella notte». Sotto, Ghedina e Tomba
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