I giovani sono campioni, è il trionfo di Baudo di Massimo Gramellini

I più votati tra i big: la Salemi e Jalisse; per fortuna arriva Pavarotti con la giuria di qualità I più votati tra i big: la Salemi e Jalisse; per fortuna arriva Pavarotti con la giuria di qualità I giovani sono campioni, è il trionfo di Baudo Lui dice da Napoli: «La mia formula funziona ancora» Rai: non ho intenzione di farlo, non sarebbe nel mio stile». Non è riuscito il Grande Padre Pippo Baudo a rimanere in silenzio, nel pieno svolgimento della creatura da lui reinventata, intervistato a Napoli alla vigilia di andare in scena in teatro. Non s'è fatta aspettare la replica del direttore di Raiuno Giovanni Tantillo: «Non pensavo che il Festival mancasse tanto a Baudo da rasentare, col suo acca¬ nimento polemico e molto azzardato, toni eccessivi e offensivi verso colleghi che lavorano con grande impegno». Decolla dunque il Festival sul fronte che gli è tradizionalmente più congeniale, quello delle polemiche e dei botta e risposta. Oggi Baudo tornerà forse a parlare, mentre sul palco deU'Ariston la cerimonia ufficiale procede pigramente. Ieri s'è iniziato in modo non canonico, con l'apparizione fulminea di David Bowie. Non c'è stato quel momento di magìa sospesa che l'armo scorso aveva accompagnato l'arrivo di Bruce Springsteen e il Tom Joad per sola chitarra: molti telespettatori si saranno agitati ben di Bowie, il Duca bianco, Sopra, Fausto Leali, a destra Alessandra dei Jalisse «Sono qui soltanto per promuovere le mie canzoni». Ma è l'ospite più illustre, ed ha ottenuto condizioni speciali più qualche minuto dopo, quand'è apparsa Valeria Marini praticamente in guèpière e veli neri. A casa i più distratti avranno controllato il telecomando, chiedendosi se davvero erano ancora sintonizzati su Raiuno, o non erano finiti per sbaglio su una televendita di lingerie. Anche ieri sera, le cosiddette «Nuove Proposte» hanno portato una ventata di freschezza su un palco troppo spesso ripetitivo: ieri sera u bellone Niccolò Fabi ha fatto le pulci a parecchi Big con «Capelli», ma poi è stato cacciato dalle giurie: si rifarà con un bell'album che sta per uscire. Brave Paola e Chiara, le due sorelle che si ispirano alla West Coast dei Sessanta e si sono classificate prime, seguite da un musicista, Paolo Carta, e dall'esangue Tony Blescia. Tagliati fuori i «D.O.C. Rock», con il trash involontario di «Secolo crudele», dove si riassumono in pillole cento anni di storia. Impresa dispera- riuscito a catturare il processo di im artista che crea, con Miles Davis in sottofondo». Lei ha appena compiuto 50 anni. Come ci si sente? «E' come avere le gambe. Realizzo che sono felice. Da giovane sognavo d'invecchiare come Picasso, che ha continuato fino alla fine a creare. Il mio entusiasmo resta intatto: ma se questo non c'è, muore anche il talento», [m. ven.j gli occhiali sotto i boxer per aumentare l'ingombro. Se lo facesse il destro Martufello direbbero che è un becero. Se lo facesse Busi, la sinistra di rottura, che è un esibizionista. Chiambretti invece è il comichetto di questo regimetto e dunque è molto acuto e bisognava vedere come si sganasciava la compagna Rosanna Cancellieri in conferenzastampa, mentre l'Acuto regalava alle masse delizie come questa: «L'ultima sera metto il preservativo in diretta, così quando voi a casa alzate l'antenna, io sul palco alzo la mia». Plauto, duemila anni fa, era altrettanto volgare, ma anche più divertente e comunque la sinistra dell'epoca gli preferiva Woody Alien Terenzio. Qualcuno dice: non conta il testo, ma il contesto. E quale differenza di contesto ci sarebbe fra il Pippo Franco che alzava le gonne a Valeria Marini nel '94 e l'angelo Chiambretti che gliele solleva nel '97? La pesantezza scontata delle battute conferma come il modello culturale delle tv commerciali sopravviva in questo berlusconismo senza Berlusconi, che ha tutte le jatture dell'originale senza possederne la vitalità, con un'aggiunta di ipocrisia che fa togliere un «vaffan» dal testo della Berte e porta sul palco gli appelli ai valori di Mike, i paternostri degli Oro e l'angelica banalità di tanti testi al cui confronto «Vita Spericolata», cantato a Sanremo negli innominabili Anni 80, sembra una poesia di Baudelaire. A completare il trattamento, nel Dopofestival di Bromuro Vespa arriva Elio, il Pupo della sinistra, e dice che Sanremo è un «magna magna» e il primo posto del duo Jalisse una vergogna. Ma appena gli Eurythmics dei poveri entrano in sala, l'alternativo Elio nicchia e ammutolisce, confermandosi più fazista del suo amico Fabio Fazio: uno che riuscirebbe a parlar bene di tutti, persino di Martufello, persino di questo festival. ta, e sventurata. Da oggi, con l'arrivo di Mastro Pavarotti, il Festival di Sanremo imbocca anche un altro sentiero, oltre quello tradizionale delle giurie demoscopiche che hanno già prodotto i primi effetti di cui abbiamo parlato, preferendo i Jalisse e la Oxa a Patty Pravo la prima sera, e Silvia Salemi alla Berte ieri. Sentiero più impervio, quello di Pavarotti & Friends, che sceglieranno (autonomamente, si spera...) il miglior testo, la miglior musica e il miglior arrangiamento del Festival, introducendo criteri che nella gara si erano persi da lungo tempo. E' un piccolo passo verso la normalità, che resterà comunque chiuso in confini angusti, perché la "nazionalpopolarità" della manifestazione dev'essere salvata, con tutti i suoi paradossi come quello - lo ricordiamo - di una giuria composta, ieri e mercoledì, per l'8Ó per cento di persone fra i 14 e i 34 anni, in quanto acquirenti di dischi: poiché ogni essere umano preferisce di solito le canzoni della generazione alla quale appartiene, finisce che ogni concorrente al di sopra dei 34 anni è in teoria destinato a non raccogliere che modestissimi voti. Il che eliminerebbe almeno la metà dei poveri, tradizionali «Campioni» sanremesi: che dall'anno prossimo si guarderanno bene dal passare di qui. In questo senso, questo Sanremo è già l'ultimo di una fase storica. Pippo Baudo ha fatto dunque centro. [m. v.] IL BAGAGLINO DELL'ULIVO Massimo Gramellini

Luoghi citati: Napoli, Sanremo