Sud, il regno dimezzato di Lietta Tornabuoni

Sud, il regno dimezzato Sud, il regno dimezzato 1943-'44: i conflitti della liberazione alleata alla fine, a un ordine, su quei resti si precipita una marea di italiani affamati. Il re sta a Ravello, nell'incanto di Villa Cimbrone (Maria Jose con i bambini regali è lontana, in Svizzera); il governo siede a Salerno; Benedetto Croce abita per il momento a Capri; l'OSS, Office of Strategie Services, l'agenzia americana di spionaggio, s'è sistemata ad Amalfi. Nell'Italia più bella e più povera, le immagini (riunioni, convegni, incontri, congressi) illustrano la tensione tra il monarca deciso a non abdicare sostenuto dal suo governo Badoglio, e la Giunta antifascista limitata al massimo dagli Alleati nella sua attività. Il film evoca i conflitti (rimossi, poco noti) d'ogni occupazione o liberazione militare. Badoglio protesta con il generale inglese Sir Noel MacFarlane, gli Alleati hanno prelevato in Sicilia 24.000 quintali di zolfo, pretendono a Brindisi 1500 quintali d'olio commestibile, esigono in Sardegna 56.000 agnelloni e 1400 pecore alla settimana «per l'alimentazione delle truppe indiane», ma questo vuol dire distruggere il patrimonio ovino Una donna curiosa tra le gonne di due soldati scozzesi. Le tre immagini di questa pagina sono tratte dal «Regno del Sud» che Emanuele Valerio Marino ha realizzato per Raitre sardo, «la prego pertanto di voler esaminare la possibilità di far revocare le disposizioni cennate». Il commendator Emanuele Messeni, proprietario del Teatro Petruzzelli di Bari, protesta con Badoglio: gli è stato requisito dai militari quel teatro che «era già diventato un luogo di affratellamento delle truppe alleate con le truppe nazionali e il pubblico cittadino». L'arcive¬ scovo di Salerno Nicola Monterisi protesta con il generale Joyce: l'esercito alleato vuol occupare il Seminario Regionale Pio XI che «è di proprietà della Santa Sede» ma lui avvisa che di lì non uscirà nessuno, alunni o superiori, «se non si adoperi la violenza evidente e pubblica delle forze armate». Il Prefetto di Brindisi informa l'Eccellenza il capo del Governo: a San Vito dei Normanni sono comparse le scritte «W il fascismo - Italiano tieni sempre fissa nella mente la figura del Duce - Caccia l'inglese, non il tedesco vero tuo amico». Il comando napoletano dell'Arma Carabinieri Reali dell'Italia Liberata fa sapere che a Napoli è stato affisso un manifesto contro le doime che «partecipano a danze e feste e si danno al bel tempo in compagnia di uomini d'ogni colore e nazionalità». A Napoli Ercole Ercoli, cioè Palmiro Togliatti, arriva da Mosca il 27 marzo 1944, ad aprile tiene il suo discorso detto «della svolta di Salerno», prima espressione dell'ingegnosità politica dei comunisti: (Assumerebbe in questo momento la veste dell'agnello, enunciando programmi che sono accettabili da tutti», è l'osservazione dei carabinierispia mescolati alla folla del cinema Modernissimo. Dice Emanuele Valerio Marino: «Il Regno del Sud anticipò e condensò quello che sarebbe stato poi lo stile politico della democrazia italiana». Lietta Tornabuoni