«Rimandati? Non sarà una tragedia»
«Rimandati? Non sarà una tragedia» «Rimandati? Non sarà una tragedia» ROMA. Se l'Italia non entrasse nell'Unione monetaria europea il primo gennaio '99 «non sarebbe una tragedia nazionale», anche quella data va comunque rispettata per varare l'Euro con un primo gruppo di Paesi. Lo ha detto Carlo De Benedetti in un articolo per «L'Expansion». Secondo il presidente della Cir, «il problema essenziale di tutta l'Europa continentale, e non solamente dell'Italia, è la disoccupazione». Quindi, pur giudicando positivi gli sforzi fin qui fatti per il necessario risanamento della nostra economia, De Benedetti invita a non limitarsi a parlare della moneta unica, ma a «lottare contro la disoccupazione» attraverso due strade. L'Europa deve innanzitutto «liberalizzare il proprio mercato del lavoro e creare un vero mercato interno; cioè un mercato che non si limiti agli scambi di merci, ma che inglobi i servizi (il 70% delle attività nelle moderne economie) e quindi le banche, le assicurazioni, le telecomunicazioni». E' insomma «illusorio pensare - ha aggiunto - che l'Euro consenta, come per miracolo, l'unificazione fiscale, commerciale, politica del continente». Il rischio che si corre è quello di creare «un'Europa di cui i due grandi principi unificatori siano la moneta... e la disoccupazione». E' comunque essenziale che «la moneta unica sia creata alla data prevista, raggruppando inizialmente un nocciolo di Paesi: la Germania, la Francia, il Benelux, probabilmente l'Austria». Altrimenti «non è sicuro che l'opinione pubblica, in particolare quella tedesca, conceda una seconda chance: sarebbe l'arresto della costruzione europea» un rischio che nessun Paese del continente intende correre.
Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti
Luoghi citati: Austria, Europa, Francia, Germania, Italia, Roma
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