Bruxelles «sblocca» l'Eurotassa

Mentre Tietmeyer avverte: niente trucchi contabili, l'euro partirà soltanto con Germania e Francia Mentre Tietmeyer avverte: niente trucchi contabili, l'euro partirà soltanto con Germania e Francia Bruxelles «sblocca» PEurotassa La manovra-bis tra 14 e 15 mila miliardi BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Al Tesoro possono tirare un sospiro di sollievo: il Comitato degli esperti finanziari di Eurostat, l'ente statistico dell'Unione europea, ha giudicato compatibile con le norme comunitarie sia l'Eurotassa, sia la nuova contabilizzazione in bilancio dei mutui alle Ferrovie dello Stato. Per parlare più chiaro, la «manovrina» potrà essere contenuta nei limiti che già erano stati indicati, e cioè tra i 14 ed i 15 mila miliardi. La decisione formale sarà annunciata oggi, ed anche se in passato è capitato che Eurostat capovolgesse il responso degli esperti, in questo caso una decisione contraria all'Italia appare estremamente improbabile. La decisione è importante anche perché spingerà la Commissione europea a rivedere la stima del deficit italiano per il 1997. Nelle previsioni economiche pubblicate a novembre, l'esecutivo comunitario aveva infatti stimato il deficit italiano del '97 al 3,3 per cento del Pil: 0,3 per cento in più rispetto a quanto consentito dal Trattato di Maastricht. In una nota al testo la Commissione avvertiva che, se Eurostat avesse approvato eurotassa e riclassificazione di bilancio, il deficit sarebbe sceso al 3%, in linea con i dettami dell'Unione monetaria. Ora che la decisione è stata presa dunque, la Commissione non potrà che prenderne atto, modificando al ribasso la sua stima. Eurostat doveva pronunciarsi sull'anticipo del prelievo sul Trattamento di fine rapporto, contenuto nell'Eurotassa e contabilizzato nella finanziaria per 3500 miliardi, e il trasferimento dal deficit al debito della quota capitale dei mutui delle Fs (3000 miliardi). Il Comitato di esperti, composto dai rappresentanti degli istituti statistici e delle banche centrali dei Quindici, ha approvato la prima misura all'unanimità, la seconda a maggioranza. Venti giorni fa Eurostat aveva già approvato la diversa contabilizzazione dei buoni postali e dei titoli a zero coupon (quota capitale a debito e quota interessi a deficit). Il nuovo calcolo dei buoni postali non era stato contabilizzato nella finanziaria '97, ma questo non significa che la stima del nostro deficit calerà al di sotto del 3% del Pil. Secondo fonti del Tesoro, con le varie misure di riclassificazione di bilancio e con il calo dei tassi d'interesse già avvenuto, si ottiene un «risparmio» di circa 25 mila miliardi. Questa cifra però non va sottratta dal deficit per il semplice motivo che, dal momento della sua presentazione ad oggi, la finanziaria '97 ha «perso pezzi per strada», soprattutto a causa dei mancati introiti fiscali dovuti alla crescita economica più bassa del previsto. In parole povere il risultato delle decisioni di Eurostat è che formalmente, secondo le stime della Commissione, alla fine di quest'anno l'Italia avrà un deficit pari al 3% del Pil e sarà in regola con il Trattato di Maastricht. Di fatto, invece, la «manovrina» da 15 mila miliardi resta necessaria se si vuole centrare l'obiettivo della moneta unica. Un solo commento, da fonte anonima: «Ci si può immaginare cosa sarebbe accaduto se Eurostat non avesse approvato le nostre misure». Già, chissà se la maggioranza di governo avrebbe retto al colpo. Ma il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer non demorde e mette in guardia contro il ricorso a trucchi contabili quando si tratterà di decidere quali Stati potranno aderire alla moneta unica europea. I requisiti della stabilità - ha spiegato ieri alla Bild - si devono determinare «senza se e ma, e anche senza imbrogli statistici». Decisivo, afferma il capo della Bundesbank, è il «duraturo» rispetto dei criteri «da parte nostra e da parte dei nostri partner». Se un numero sufficiente di Paesi, tra cui Francia e Germania, ci riusciranno, l'Euro partirà puntualmente. Le ragioni del rigore? Un'interpretazione «morbida» dei requisiti potrebbe mettere in pericolo la stabilità dell'Euro, avverte Tietmeyer. In tal caso «la fiducia nell'Euro dei percettori di redditi, dei pensionati e dei ri sparmiatori così come quella degli investitori stranieri verrebbe minata fin dall'inizio». Fabio Squillante DE BENEDETTA LE IPOTESI ALLO STUDIO DIPENDENTI PUBBLICI L'età pensionabile minima salirebbe da 30 a 32 anni (con penalizzazioni) per i dipendenti pubblici che al 31 dicembre '95 avevano più di 26 anni di contributi PREPENSIONAMENTI In arrivo un vero e proprio blocco con l'obiettivo di risparmiare oltre mille miliardi (già nel '96 questo strumento ha subito un drastico ridimensionamento) PENSIONI Scatterà il contributo di solidarietà pari all' 1,50% su pensioni d'anzianità e baby; 0,50% su rendite di vecchiaia superiori al milione più aumenti di contributi

Persone citate: Fabio Squillante, Hans Tietmeyer, Tietmeyer

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Germania, Italia