A giudizio gli «amici di merende» di R. Cri.

A giudizio gli «amici di merende» A giudizio gli «amici di merende» Firenze: a maggio il processo per Vanni, Lotti e Faggi FIRENZE. Sono stati tutti rinviati a giudizio i quattro imputati nell'inchiesta-bis sui delitti del «mostro» di Firenze. Il giudice Valerio Lombardo, dopo circa sei ore di camera di consiglio, ha deciso il rinvio a giudizio per associazione per delinquere finalizzata all'esecuzione dei delitti delle coppiette per Mario Vanni, Giancarlo Lotti e Giovanni Faggi. L'avvocato di San Casciano Alberto Corsi sarà invece processato per favoreggiamento nei confronti di Vanni. Il processo ai cosiddetti «compagni di merende» prenderà il via il 20 maggio, nell'aula bunker di Firenze, davanti alla seconda Corte d'Assise. Ma la vicenda del «mostro» potrebbe riservare altre sorprese. Come la scoperta di una «banda» più consistente di quella attualmente sotto inchiesta, armata non solo con l'introvabile Beretta calibro 22 che ha firmato tutti i duplici delitti dal 1968 al 1985, ma forse anche con un'altra pistola. E' il nuovo scenario delineato ieri a margine dell'udienza preliminare da un avvocato di parte civile, Luca Saldarelli. Il legale, che è anche il precidente dell'Ordine degli avvocati della Toscana, ha precisato che le sue sono solo ipotesi, ma ha dato l'impressione di basare le proprie riflessioni forse su elementi che sono al centro delle indagini ancora in corso sulla vicenda degli omicidi delle coppiette. «L'indagine è in evoluzione - ha detto Saldarelli - Lotti è sostanzialmente attendibile, ma su taluni particolari non dice la verità. E' quello che si può definire un processo a formazione progressiva, e non escludo che ci attendano nuovi colpi di scena». Lotti, secondo Saldarelli, «è in grado, a mio avviso, di dare indicazioni precise su dove sia la Beretta. Ammesso che quella sia la sola pistola». Per Saldarelli è possibile che sulla scena dei delitti fossero presenti più persone di quelle fino ad oggi ipotizzate (Pacciani, Vanni e Lotti, in alcuni casi Faggi) e che fosse disponibile anche un'altra arma, magari una pistola a tamburo, che non lascia bossoli. «E' pacifico che ha sparato sempre la stessa arma - ha precisato l'avvocato - ma nell'ambito dei un gruppo di soggetti dedito a questi rituali ci possono essere più armi disponibili». E l'esistenza di altre armi, ha fatto capire Saldarelli, potrebbe portare a trovare legami con il gruppo dei sardi coinvolti nell'inchiesta negli Anni Ottanta e con altri delitti irrisolti avvenuti a Firenze negli ultimi venti anni. [r. cri.]

Persone citate: Alberto Corsi, Beretta, Faggi, Giancarlo Lotti, Giovanni Faggi, Luca Saldarelli, Mario Vanni, Pacciani, Valerio Lombardo

Luoghi citati: Firenze, San Casciano, Toscana