Waldner, la soluzione in un dossier

Bolzano, ma il memoriale del politico ucciso è scomparso. Nel mirino l'ex partito della vittima Bolzano, ma il memoriale del politico ucciso è scomparso. Nel mirino l'ex partito della vittima Waldner, la soluzione in un dossier «Voleva denunciare gli scandali» Crema, si riaccende la guerra del latte Scontri con la polizia Tre allevatori in cella In un centinaio avevano manifestato davanti a un caseificio per protesta BOLZANO DAL NÒSTRO INVIATO Sapeva troppo, Christian Waldner. Ed era pronto a svelare affari e intrighi di alcuni uomini politici locali. E' questa la pista che stanno seguendo gli inquirenti che indagano sulla morte del consigliere altoatesino, ammazzato sabato con 5 colpi di pistola calibro 22. Di più. Nel mirino dei magistrati c'è il Freiheitlichen, il partito liberale, in realtà formato dagli oltranzisti di destra legati alla coalizione di Jorg Hayder in Austria. La sede del movimento è stata perquisita dagli uomini della Digos, sequestrati carte e documenti. Mentre nel pomeriggio, sono stati sentiti in questura Pius Leitner, il leader dei liberali, e fino a sera Peter Paul Rainer, l'ideologo degli Schuetzen, gli eredi dell'eroe antinapoleonico Andreas Hofer. Che sia lì, la pista numero uno del delitto, sono oramai in molti a sostenerlo. A partire dal magistrato, Cuno Tarfusser. Che non anticipa nulla, ma poi spiega: «Stiamo cercando delle cose». Quelle «cose», sono il dossier che Christian Waldner aveva raccolto contro i liberali del Freiheitlichen, il gruppo che lui stesso aveva fondato e da cui era stato espulso l'anno scorso. «Christian mi aveva detto che aveva raccolto le prove per farli saltare», rivela Arthur Oberhofr, il direttore del quotidiano in lingua tedesca «Tageszeitung». Che ieri mattina ha raccontato tutto quello che sapeva davanti al magistrato, in questura. «Mi disse di aspettare, che era pronto a far esplodere il caso dei Freiheitlichen prima delle elezioni provinciali del '98», aggiunge il direttore del quotidiano, che già in passato si era basato sulle rivelazioni del giovane consigliere altoatesino. Come per lo scandalo sulla gestione dei fondi, che aveva coinvolto il presidente della giunta regionale perla faccenda di un autista mandato a vuoto, lino a Vienna. «Mi disse di stare pronto, ma non mi preannunciò nulla, so solo che aveva preparato un dossier», conclude Oberhofr. Ma quel dossier non si trova. Non negli uffici di Waldner nella sede del palazzo provinciale, non nella sua abitazione a Castel Guncina. Dove l'assassino, prima di ripulire le tracce dell'omicidio, ha rovistato nello studio privato del consigliere altoatesino. «Christian Waldner aveva trovato le prove per far cambiare l'Alto Adige», conferma Hans Jorg Kofler, il segretario personale del consigliere, sentito per quasi 10 ore in due giorni. Per ricostruire nei dettagli, minuto per minuto, l'attività politica di Waldner e gli affari che stava seguendo, contro i liberali. Ed è nella sede dei Freiheitlichen, al quarto piano di via Leonardo da Vinci, che alle 13 e 20 bussano gli uomini della Digos. Vanno a colpo sicuro, 20 minuti appena e ne escono con alcune carte contenute in un sacchetto. Poi rientrano sgommando in questura. Dall'interno della sede dei liberali si sente solo gridare: «Non aprire, non aprire». Qualcuno, a porta socchiusa, risponde brusco ai giornalisti sul pianerottolo: «Qui il magistrato non c'è, non è mai venuto». E poi richiude la porta. In questura il pomeriggio passa per gli interrogatori. Si vede anche Ulrike Tarfusser, la cugina del magistrato, destinata a prendere il posto di Waldner nel Consiglio provinciale. In serata viene interrogata da un altro magistrato di Bolzano, Markus Mayer. Come esponente politica anche lei avrebbe potuto sapere qualche cosa delle attività dei liberali. Due ore rimane invece Pius Leitner, il leader dei liberali. All'uscita non ha molta voglia di parlare. Dice solo: «Lo farò dopo i funerali, comunque la pista politica non esiste». Fino a sera continua invece l'interrogatorio di Peter Paul Raiter, esponente dei liberali e ideologo degli Schuetzen. Raiter è la persona che sabato alle 11 e 30 avrebbe dovuto incontrare Waldner insieme a due imprenditori, intenzionati ad aprire una tv privata per dare voce alle opposizioni. Ma a quell'appuntamento Christian Waldner non si è mai presentato. Oggi pomeriggio alle 14 e 30, nella chiesa di Gries, si celebreranno i funerali del consigliere altoatesino. Sarà presente una delegazione della Lega Nord, a cui si era avvicinato Waldner negli ultimi tempi. Annuncia Sergio Divina, presidente della Lega in Trentino: «Saremo presenti in segno di amicizia, di un soldato che è venuto a mancare». Ulrike Tarfusser la cugina del magistrato che indaga sull'omicidio E' destinata a prendere il posto di Waldner nel Consiglio provinciale Fabio Potetti Ma secondo un avvocato la banda potrebbe essere più numerosa. E si cerca un'altra pistola i stenza a pubblico ufficiale, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere. I tre arrestati saranno processati oggi per direttissima in pretura a Crema. La donna ferita, Pierina Zambelli, 40 anni, è stata dimessa dall'ospedale di Crema in serata, guarirà in dieci giorni. Dieci poliziotti sono rimasti contusi. Alla base della manifestazione degli allevatori c'è ancora la questione delle quote latte, con le supermulte che dovranno esser pagate entro il mese prossimo. Aldo Bettinelli, leader dei Cobas, usa parole dure. «Siamo venuti davanti alla Galbani perché qui arrivano grossi quantitativi di latte straniero che il governo privilegia a dispetto del nostro. Il decreto che si sta convertendo in legge non è adeguato. Le agevolazioni sono alla portata di tutti, non solo degli allevatori multati e in difficoltà. Il nostro obiettivo è ora di far mancare il latte, anche a costo di buttarlo via». Il coordinamento comitati spontanei produttori di latte di Crema chiede un confronto tecnico con il governo e con tutte le parti interessate entro lunedì. In una nota, 0 coordinamento denuncia che la manifestazione è stata strumentalizzata, che insieme ai manifestanti si sono mischiate persone con precedenti penali, e chiede anche la rimozione immediata del questore di Cremona, Francesco Cerbasi. Sugli incidenti cinque senatori della Lega Nord, Francesco Speroni, Francesco Tirelli, Walter Bianco, Renzo Antolini e Massimo Wilde, hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno. Manifestazioni di protesta anche nel Piacentino. Trecento produttori di latte hanno presidiato dalle 6 fino al pomeriggio l'ingresso dello scalo di Fiorenzuola. CREMA. Doveva essere una manifestazione simbolica contro il latte straniero, l'invasore. Si è trasformata invece in una guerriglia. Da una parte gli allevatori, dall'altra le forze dell'ordine. Bilancio: tre produttori di latte arrestati, altri tre denunciati e una donna ferita e ricoverata in un ospedale di Crema. E' successo a Casale Cremasco, paese in provincia di Cremona. Sede degli scontri il piazzale di fronte allo stabilimento della Galbani-Danone, che ha oltre 400 dipendenti addetti alla lavorazione del latte in prevalenza per yogurt e crescenza. Circa 200 allevatori si erano radunati davanti allo stabilimento sin dalle prime ore del giorno per bloccare il cancello d'ingresso. L'obiettivo era fermare i camion che trasportavano latte tedesco. Quello da loro considerato nemico. Poco prima delle dieci un Tir ha cercato di forzare il blocco. Gli agricoltori si sono avventati contro l'autista infrangendo i vetri dell'automezzo. Una decina di manifestanti ha anche rovesciato parte del carico dell'autocisterna. A questo punto sono entrate in azione le forze dell'ordine. I poliziotti hanno caricato i manifestanti. Gli agricoltori non hanno ceduto ed hanno replicato con una fitta sassaiola. Immediata la risposta della polizia, che ha lanciato lacrimogeni. Gli scontri sono terminati solo dopo un'ora e le forze dell'ordine hanno liberato l'ingresso della Galbani-Danone. La tensione però è proseguita per tutto il pomeriggio. Non ci sono più stati scontri, però. Tre gli arrestati. Sono tutti allevatori bresciani. Altre tre persone, due bresciane e una di Lodi, sono state denunciate. Nella serata di ieri, la questura di Cremona non aveva ancora reso noti i nomi. I reati contestati sono di danneggiamento aggravato, oltraggio e resi- Francesco Sper Francesco Speroni Carlo Annovazzt