Elitsin telefona a Dini: grazie Italia

Il ministro degli Esteri a Mosca con Madeleine Albright: la Russia ha diritto a garanzie Il ministro degli Esteri a Mosca con Madeleine Albright: la Russia ha diritto a garanzie èiU litsin telefona a Pini: grazie Italia Per le posizioni sulla Nato 1 LEGGE HELMS-BUITTON — è L'UOMO CHE ABBATTE' SI. MURO DMOSCA ELLA Nato si deve e si dovrà parlare di nuovo. Anche se nel dibattito in corso non è evidente, i piani del suo allargamento possono portare a una situazione senza vincitori. Per eliminare le obiezioni della Russia si discute di varie ipotesi di attuazione di una decisione già presa. Ma la sostanza non cambia E' evidente che nessuno ila riflettuto abbastanza e responsabilmente sulle conseguenze di questo progetto. In Russia i piani dell'allargamento della Nato si sono già trasformati in un problema interno estremamente acuto. L'agitazione della minaccia dall'esterno è un vecchio trucco con cui si è spesso cercato di «consolidare la nazione» e, nello stesso tempo, di garantirsi una più o meno tranquilla permanenza al potere. Tuttavia, a prescindere dai cinici motivi di coloro che cercano di usare ai propri fini la linea errata e dannosa dei dirigenti della Nato, non si può evitare di parlare ri: quella linea Perché in essa è contenuto un pericolo reale. E non solo per la Russia. Dopo cinquant'anni dall'inizio della guerra fredda il mondo rischia di essere trascinato in qualcosa di perfino più insensato. La reazione di Stalin al discorso di Fulton di Winston Churchill non fu soltanto il condensato della mentalità e delle caratteristiche morali e psicologiche del dittatore. Eu anche, e in non minore misura, responsabilità dell'Occidente «civilizzato e democratico» l'aver provocato una tale reazione. E cosi fu messa in moto la macchina. La comune, trionfale vittoria sul fascismo, la fondazione delle Nazioni (biite, !e speranze in una «pace eterna», furono annichilite da un tragico errore, forse il più grave del secolo. Fabbricanti d'armi e venditori di odio decisero le sorti del inondo. Occorsero sforzi immensi per spezzare una logica mortale, che trascinava l'umanità verso il suicidio. Sono passati anni dalla fine della guerra fredda, ma le sue radici velenose ancora producono, infettano l'economia, le relazioni internazionali, le politiche interne, la coscienza pubblica, la salute inorale e psicologica di milioni di persone. Ed ecco che i leader di Paesi ancora più «civilizzati, acculturati e democratici» dei loro predecessori di 50 anni fa, inventano una faccenda che può di nuovo spezzare il vettore della sopravvivenza umana che avevamo congiuntamente costruito dente della Duma, il comunista Ghennadij Selezniov. Durante i colloqui con Primakov è arrivata anche una telefonata di Boris Eltsin, che dal suo eremo nella dacia di Gorki-9 ha voluto ringraziare l'Italia per la sua posizione «equilibrata» nel dibattito sulla Nato e comunicare che accetta l'invito di Scalfaro a visitare nei prossimi mesi l'Italia. L'argomento principale di tutti gli incontri - oltre ovviamente alle relazioni bilaterali, il cui stato è stato definito da Lamberto Dini «eccellente» - erano appunto le relazioni tra la Russia e l'Alleanza atlantica. Il ministro italiano si è dichiarato favorevole alla richiesta russa della firma di un accordo «giuridicamente vincolante» che permetta a Mosca di controllare l'attività dell'Alleanza atlantica nei Paesi ex satelliti dell'Urss. Un accordo che Eltsin ha definito irrinunciabile e che i russi esigono di concludere prima della decisione finale sull'allargamento che dovrà essere sancita al vertice dei 16 Paesi a luglio. E mentre Washington sarebbe disponibile soltanto a firmare una «carta» sui principi generali usso Evghe ki - cercherà di contrapporre all'ostilità russa le nuove proposte americane. Si tratta della creazione di un consiglio per le consultazioni tra Mosca e Bruxelles, della formazione di una brigata congiunta dell'ex Annata Rossa e degli eserciti della Nato e della riduzione unilaterale da parte dei Paesi dell'Alleanza atlantica delle forze convenzionali in Europa. Manovre invernali di truppe dell'Alleanza Atlantica e l'ultimo presidente dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbaciov nij Primakov all'avvio dei colloqu Iniziative che a Mosca sono state accolte finora con notevole scetticismo. Ufficialmente il Cremlino per ora si è astenuto da ogni presa di posizione. Ma molti commentatori russi - inclusa la tv di Stato - hanno ieri bollata come «ridicola» l'idea della brigata congiunta e ritenuto insufficienti le altre proposte. i al Cremlino Anna Zaf esova