Un Grande senza mausoleo di Francesco Sisci

Un Grande senza mausoleo Un Grande senza mausoleo Martedì funerali modesti, al contrario di Mao PECHINO NOSTRO SERVIZIO Ieri la gente a Pechino non piangeva per la morte del leader massimo del Paese Deng Xiaoping, anzi era quasi indifferente per la sorte dell'uomo che aveva cambiato la faccia della Cina negli ultimi 18 anni. Il contrario di quanto era successo 21 anni fa. Nel 1976, per la morte di Mao, la gente per strada si strappava i capelli dalla disperazione, come se si fosse ormai alla fine del mondo. «Sono rimasta stupefatta per giorni - racconta una professoressa allora studentessa universitaria - pensavo che in qualche modo Mao non potesse morire». Ma questa è una sola delle tante differenze che accompagnano la dipartita degli ultimi due leader cinesi. I funerali di Mao furono sontuosi. La salma fu imbalsamata da un gruppo di medici che studiarono il processo su libri russi cercando di imitare quello che a Mosca era stato fatto con Lenin. Nel mezzo di piazza Tienanmen, dietro il monumento agli eroi del popolo, venne eretto in tempi record un mausoleo dove alla fine fu forse messa solo una statua di cera. Gli inesperti imbalsamatori cinesi avevano infatti danneggiato in parte irreparabilmente il corpo del grande timoniere. Il suo corpo, o la sua immagine, sta ancora nel cuore di Pechino, sotto lo sguardo vigile e benigno del suo ritratto all'entrata della Città Proibita. Deng prima di morire aveva chiesto di non ricevere funerali ufficiali ma questo non si addice a una persona del suo rango. Il governo ha deciso ieri per sei giorni di lutto nazionale, uno in meno rispetto a quelli che vennero concessi a Mao. Ma poi non ci sarà altro. La televisione gli ha riservato un servizio importante ma non imponente, le marce funebri non sono un ritornello incessante, la vita continua come se tutto fosse normale. Quando toccò a Mao invece, per 20 giorni venne proibita ogni forma di festa privata o pubblica. Mentre ancora oggi il corpo di Mao è un monumento e un'attrazione turistica da visitare per poche centinaia di lire. Il corpo di Deng invece sparirà. Sarà infatti cremato e le ceneri saranno gettate in mare. Solo gli occhi, le sue certo deboli cornee, saranno donati a qualche sfortunato. Il messaggio politico è chiaro e Deng serve a uno scopo preciso e civile. Il governo cinese sta cercando di convincere i cittadini a cremare i corpi dei propri defunti perché sempre più terra viene strappata all'agricoltura e consacrata a tombe o a veri e propri mausolei in miniatura per il caro estinto. Lo stesso vale per il dono delle cornee di Deng. Pochissimi cinesi sono disponibili a donare gli organi dei cari estinti, o anche a donare sangue. I più pensano che il corpo appartiene ai genitori e agli ante- Una scena dei funerali di Mao Tze Tung. Per la Cina la morte del Grande Timoniere fu una tragedia nazionale nati, figli e nipoti non hanno diritto a intaccarne la completezza. Non c'era nulla di tutto questo nelle esequie di Mao. I funerali del grande timoniere dovevano servire a creare un simbolo fortissimo per il Paese: avere un nuovo nume tutelare per la Cina, che altrimenti non conosce dei di tipo occidentale. Del resto Mao viveva in una corte, circondato da cortigiane, confidenti, guardie del corpo. Deng invece era un uomo di famiglia. Adorava farsi fotografare con moglie e figli, e una figlia, l'ultima, Mao Mao, era la sua segretaria e biografa. Ma con questo contrasto resisterà il mausoleo nella piazza? 0 verrà spostato, cancellato e la salma bruciata, ufficialmente, anche questo, come buon esempio? Francesco Sisci

Luoghi citati: Cina, Città Proibita, Mosca, Pechino