L'inflazione in calo rilancia la lira di Alfredo Recanatesi

Marco a quota 988 Fuga di notteie fa salire la Borsa dell'1,62 Marco a quota 988 Fuga di notteie fa salire la Borsa dell'1,62 Se i dati di marzo saranno positivi il tasso di sconto potrebbe diminuire ^inflazione in calo rilanda la lira Prodi: Maastricht è più vicina, fermarsi è un delitto COSI' I PREZZI NEGLI ULTIM MEDIA ANNI 50 MEDIA ANNI 60 MEDIA ANNI 70 1948 1952 1956 1960 1964 1968 1972 1976 Le città che hanno diffuso i dati ieri sono sei su 11 del campione Istat, corrispondenti a circa il 40% del totale nazionale. Sono Milano (nessun incremento nel mese) Genova (-0,3%) Bologna e Venezia (0,2%), Trieste e Perugia (+0,1%). Sulla stessa linea sono tre città non comprese nel campione: Grosseto con -0,1%, Modena e Udine con + 0,1%. La media ponderata si colloca sul -0,08%, che rispetto a febbraio '96 darebbe sul filo dell'arrotondamento 2,2% sui 12 mesi; se i dati di oggi pomeriggio dalle altre 5 città campione, saranno appena un po' meno buoni, l'incremento annuale risulterebbe 2,3%. Oggi tuttavia potrebbe essere emessa la sentenza sul ricorso Enel. E' infatti la riduzione delle tariffe elettriche, imposta dal Tar (tribunale amministrativo regionale) del Lazio a spiegare una parte importante del calo del costo della vita in febbraio. La minor spesa non si è ancora manifestata per gli utenti perché le bollette non sono ancora state emesse, ma è stato già registrato dagli uffici statistici co- mimali. Se sarà annullato, l'Istat ne terrà conto nel calcolare l'indice definitivo nazionale per febbraio, che sarà reso noto il 4 marzo. «Le tariffe Enel influiscono in parte sul calo, non ne determinano la tendenza» precisa il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani. Benché febbraio abbia sorpreso per la rapidità della discesa, gli esperti erano e sono concordi nel prevedere che l'inflazione (misurata sui tassi annui mese per mese) continuerà a decrescere fin verso la metà del '97. Poi dovrebbe risalire, in parte per fattori aritmetici, in parte per questioni di sostanza (costo del lavoro, ripresa economica). Dovrebbe essere all'incirca raggiunto l'obiettivo del governo (considerato ambiziosissimo quando fu formulato, nel giugno '96) del 2,5% nella media annua '97. Il rapporto semestrale Iseo reso noto ieri l'altro prevede addirittura 2,4%; la media tra i centri di ricerca inter¬ nazionali è 2,7%. «Attribuire il calo all'andamento dei consumi è improprio» sostiene il ministro Bersani. Sia alla Banca d'Italia sia alla Confindustria si è creato nelle ultime settimane un tiepido, cauto ottimismo sulla ripresa. E' vero però che non sono buone le aspettative delle famiglie, forse a causa del troppo discutere sulla «manovra». Nella fase inquieta che attraversano i mercati finanziari, la politica monetaria della Banca d'Italia rimane severa. Tuttavia gli esperti prevedono che se il governo varasse con prontezza la manovra-bis, se intanto i dati dell'inflazione in marzo confermassero quelli di febbraio, e a meno che non vi siano segni vigorosi di ripresa, verso aprile il governatore Antonio Fazio potrebbe risolversi ad abbassare il tasso di sconto. Stefano Lepri IL GRANDE ASSENTE determinando le condizioni perché anche le clausole per la permanenza dell'unione sempre che questa unione si faccia davvero - potranno essere rispettate senza grandi difficoltà. Problemi, certo, ce ne saranno, ma non verranno dai conti pubblici. Il grande assente di questo quadro è e continua ad essere lo sviluppo. La bassa inflazione stenta a tradursi in un costo del denaro proporzionalmente basso, e tale da far germogliare una ripresa che sembra essere sempre li per partire, ma che continua a latitare. E' il segno, questo, che la stabilità monetaria, robusta nei dati economici e monetari, è ancora gracile nella cultura diffusa. E' gracile nella mentalità dell'uomo della strada, il quale tende a sospettare che l'Istat manipoli i dati. E' gracile nei risparmiatori, che vedono la discesa dei rendimenti nominali, ma non la tenuta di rendimenti reali ancora elevati. E' gracile in molti operatori economici, che attribuiscono il raffreddamento dei prezzi alla stagnazione della domanda, come se bassa inflazione e crescita economica fossero inconciliabili. Si può anche capire: se è vero, come vero, che per trovare una inflazione come quella attuale dobbiamo risalire a ventisette anni fa, ciò signitica che una intera generazione è cresciuta nell'inflazione, si è orientata nel vortice delle cifre nominali ritenendolo del tutto nonnaie, ha guadagnato, magari senza saperlo, sull'incessante lievitazione dei prezzi, si è sentita ricca solo perché, in pochi anni, ha raggiunto uno stipendio che pochi anni prima era da ricco. Uscire da una illusione monetaria durata tanto a lungo non è facile; comunque richiede tempo. Occorre modificare abitudini, comportamenti, metodi di lavoro, ed anche lo stesso lavoro se questo, come molti, produceva un reddito determinato esclusivamente dalla dinamica vorticosa dei prezzi. Fino a quando questa mutazione non si compirà, fino a quando saranno in molti a ritenere che l'inflazione è bassa solo perché la domanda ristagna, ogni ipotesi di politiche economiche più espansive conterrà il rischio di una ripresa dell'inflazione. Un rischio che rimetterebbe tutto in discussione e che, quindi, continua a consigliare la massima cautela. Alfredo Recanatesi

Persone citate: Antonio Fazio, Bersani, Pierluigi Bersani, Stefano Lepri

Luoghi citati: Bologna, Genova, Grosseto, Lazio, Milano, Modena, Perugia, Trieste, Udine, Venezia