Il «battesimo» del potere
Il «battesimo» del potere Il «battesimo» del potere Ma insorgono i coristi di S. Cecilia Via i segni di partito All'Olimpico di rosso restano solo le poltroncine POLITICA E MUSICA gnificenza. E allora sempre a proposito di rappresentazioni della sinistra, veniva da chiedersi se gli asettici pianificatori di eventi del pds sanno o si ricordano della «povera platea» comunista del teatro degli Artigianelli, così come lo cantava più di cinquantanni fa Umberto Saba nella Firenze appena liberata: «Falce martello e la stella d'Italia / ornano nuovi la sala. Ma quanto / dolore per quel segno su quel muro»... Niente più segni di partito, invece, tra le poltroncine rosse dell'Olimpico, per l'apoteosi musicale del pds. Né sull'elegante cartoncino d'invito. Solo sul libretto di sala si notavano i discretissimi, ma inesorabili sponsor della serata: oltre all'Unipol e a un paio di ditte emiliane, la Telecom, la Omnitel e la Beghelli, quest'ultima nota produttrice dei telefoni salva-vita. Dal che, senza ironica né iettatoria risonanza per il geniale marchingegno, è parso di cogliere un ulteriore strappo a una tradizione di estraneità, se non altro, tra un partito che resta di lavoratori e un mondo imprenditoriale per forza di cose molto interessato alla politica. SROMA CRIVEVA Machiavelli - con anticipo rispetto al secondo congresso pds e al piccolo ingorgo di auto blu registrato davanti all'Olimpico - che il Principe «debbe tenere occupati e' popoli con feste e spettaculi». Concetto rielaborato da Luigi XIV ben prima che un nugolo di sintomatici flash illuminasse il volto sbigottito delle signore Mussi e Angius nell'atto di varcare la soglia del teatro: «I popoli si dilettano dello spettacolo; grazie ad esso li teniamo, mente e cuore». Questo, beninteso, non per paragonare D'Alema al Re Sole - che già altri eccessivi confronti si sono sprecati - ma per chiarire che al solito non si scopre nulla. E che dunque anche la seratona di gala organizzata dal pds per via della Cantata per l'Europa di Ennio Morricone (voci recitanti di Vittorio Gassman e Paolo Calabresi, orchestra dell'Accademia Musicale Italiana e coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretti dal maestro Pierluigi Urbini), ecco, anche questo concerto rientra a pieno titolo in quel genere di manifestazioni che ogni nuovo potere, riconosciutosi tale, mette in Il compositore Ennio Morricone inosservato. «Prima che cominciasse - notava poi un sapido fotografo hanno fatto entrare il personale delle Botteghe Oscure». Anche questo era giusto. E tuttavia, se non altro per l'inno, la serata si prestava comunque a qualche riflessione. Così, partita l'armonia delle voci, veniva da pensare che proprio queste cerimonie così dichiaratamente auto-commemorative più di tutto riescono a dare il senso del nuovo comando, lo rivestono di suggestioni anche sonore, ne assicurano la dimensione rituale in una cornice di obiettiva ma¬ scena per celebrare se stesso con la complicità dell'arte più sublime, la musica, offerta a una platea che solo con immensa generosità, ad esser sinceri fino in fondo, si poteva definire di vip. Oltre al naturale establishment del pds, presente con visibili agenti di scorta al seguito, c'erano Billia e il costruttore Marchini, Mina e La Malfa, Ayala e Fantozzi, la Pitagora e la Sandrelli, Gori e Freccerò, Vecchioni e Carmen Lasorella, qualche pelliccia e qualche manager delle Partecipazioni Statali magari potentissimo, ma passato felicemente L'ingaggio del coro, in ogni caso, è costato ai mecenati della comunicazione 30 milioni. Il particolare s'è appreso nel pomeriggio, grazie al presidente delTAccademia di Santa Cecilia, Cagli, che ha messo le mani avanti sul carattere «culturale» della manifestazione - così placando l'irrequietudine di quei coristi che non intendevano né cantare né incidere inni di partito, sponsorizzati o no che fossero. Polemica rientrata, certo, e incisione esclusa, anche se sul valore esclusivamente «culturale» del concerto ci sarebbe da discutere. Per quanto gli orari hanno consentito alla stampa di seguire la cerimonia, la musica è sembrata svolgere la sua funzione, anche persuasiva. E senza dubbio Gassman è stato così bravo, con le citazioni europeistiche, da far dimenticare l'esibizione sotto il tempio al congresso craxiano di Rimini, 10 anni fa. D'Alema è parso ondeggiare tra la rinomata freddezza e l'inevitabile narcisismo di circostanza. Dopo il concerto ha ricevuto ospiti in un ricevimento iperesclusivo all'hotel Monte Mario. Filippo Cec carelli
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