la lira è sempre sotto tiro di U. B.

la lira è sempre sotto tiro la lira è sempre sotto tiro La moneta a quota994, poi scivola Anche Piazza Affari perde terreno MILANO. Tutto lasciava prevedere una nuova, drammatica giornata di passione per la lira, ormai sulla soglia delle mille lire per un marco. Poi, l'annuncio di Prodi su una prossima manovra bis ha invertito la tendenza. E così, la moneta italiana, trattata in mattinata a quota 999 lire è poi risalita fino a 994, salvo arretrare di nuovo, all'ora della rilevazione ufficiale, a lire 995,41 (1684,23 il dollaro). Si tratta, comunque, del livello più alto registrato dal 18 novembre, quando la moneta italiana è rientrata nello Sme mentre la Borsa, per il quarto giorno consecutivo, ha chiuso con il segno meno (Mibtel sotto dello 0,64). Ma non è finita qui. E' bastato, nel pomeriggio, l'annuncio di un disavanzo commerciale Usa leggermente superiore al previsto per riaccendere le tensioni sui mercati e riportare la lira a quota 998. Ma anche a New York la trincea della lira ha retto ai momenti peggiori. La frontiera tecnica e psicologica delle mille lire per un marco non è stata dunque varcata. Le ragioni? Prodi, ma non solo Prodi. C'è chi ha parlato di interventi di sostegno della Banca d'Italia, c'è chi ha sottolineato l'effetto «a tenaglia» degli arbitraggi tra le quotazioni di franco svizzero, sterlina e marco. La speculazione internazionale avrebbe, in poche parole, cercato di sfruttare le differenze di rendimento tra queste valute favorendo un alleggerimento delle posizioni sul marco a tutto vantaggio della lira. Da non trascurare, infine, la relativa debolezza del dollaro, invariato rispetto alla vigilia, circostanza che ha facilitato la difesa della moneta italiana. Resta il fatto che il mercato continua a registrare una notevole volatilità, legata in buona parte alle incerte sorti di Maastricht. E la lira continua, dal canto suo, a far la parte del vaso di coccio nello scontro tra speculazione internazionale, valute e sortite di banche centrali e ministri finanziari europei. Un po' meglio è andata al mercato dei future sui titoli di Stato. Dopo l'annuncio di Prodi il contratto sui Btp è risalito rapidamente oltre la soglia dei 130 punti, per poi chiudere poco sotto, comunque oltre quota 129, dopo il colpo di freno imposto ai mercati dalle dichiarazioni di Bertinotti. «Si ha l'impressione commenta Fabio Arpe, vicedirettore della Caboto - che il governo stia rincorrendo i mercati, spaventati dalla ridda di voci dei giorni scorsi: manovra bis, anticipo della Finanziaria '98 e riforma delle pensioni, il tutto condito da retromarce e nuove conferme». E adesso? Nei prossimi giorni, aggiunge Arpe, «i mercati resteranno volatili» ma potrebbero arrivare anche segnali di distensione, primo fra tutti il nuovo dato sull'inflazione: le previsioni sono per un tendenziale tra il 2,5 e U 2,6%. [u. b.]

Persone citate: Arpe, Bertinotti, Fabio Arpe, Prodi

Luoghi citati: Milano, New York, Usa