Gambizzato Sospetti su agenti

Il caso di Roma Il caso di Roma Gambizzato Sospetti su agenti ROMA. E' una vicenda ingarbugliata quella che mette in imbarazzo una non meglio identificata questura del Nord Italia. Un vicequestore ed un gruppo di agenti di polizia potrebbero essere coinvolti nell'attentato al presidente degli agenti di cambio romani, Enzo Alberto Tana, avvenuto il 23 novembre scorso. Secondo fonti di Palazzo di Giustizia, l'indagine dovrà appurare eventuali responsabilità di questi agenti nel non aver denunciato di essere stati avvicinati dai sicari. Gli attentatori avrebbero prospettato loro un piano per incastrare Tana. L'accusa della quale potrebbero essere chiamati a rispondere è il tentativo di corruzione o quantomeno l'omissione in atti d'ufficio. A questa circostanza, rivelata nel corso di lunghi interrogatori da uno degli indagati, sta lavorando il pm Antonio Marini. Nel registro degli indagati sono state iscritte sette persone: la moglie di Tana, Aurora Vaz Pereira, il suo convivente, Danilo Chemello, e i sospettati dell'aggressione: Salvatore Rizzo, Fabrizio Rinaldi, Gerardo Greco, Franco Marianelli e Stefano Ponticelli. Il piano, fallito, per incastrare Tana prevedeva che a casa sua o nella sua auto venissero nascoste anni e stupefacenti. L'agente di cambio, poi, doveva essere pestato e abbandonato. Il funzionario di polizia, secondo il racconto del «pentito», e gli agenti sarebbero dovuti intervenire scoprendo le armi e la droga. L'attentato davanti al circolo canottieri Aniene, in cui rimasero feriti Enzo Alberto Tana e il giornalista Carlo Cantini, venne deciso quando fu certo che un sedicente avvocato che, sempre secondo il pentito, si era preso l'incarico di convincere i poliziotti, non era riuscito nell'intento. Il piano ricalcherebbe quello attuato a Como ai danni dello stesso Tana nel '95 e nel quale fu coinvolto un maresciallo dei carabinieri. Questi, in seguito, si pentì e patteggiò la sua condanna. Gli investigatori scoprirono che Aurora Vaz aveva organizzato con l'industriale vicentino Danilo Chemello, una trappola per mettere nei guai Tana. La magistratura di Como ha rinviato a giudizio la moglie di Tana, Chemello, e le tre persone che gli avevano fornito la cocaina. Lo spunto per indagare sulla posizione del vicequestore e su quella degli agenti di polizia, in servizio in una «città del Nord Italia», sarebbe emerso da intercettazioni telefoniche, [r. r.] A Casale

Luoghi citati: Casale, Como, Nord Italia, Roma