Mosca, i difficili esami di San Nicola secondo

Mosca, i difficili esami di San Nicola secondo Mosca, i difficili esami di San Nicola secondo Riuniti i vescovi del patriarcato per discutere la canonizzazione I pope scismatici da tempo adorano icone dell'ultimo zar contornate dall'aureola Mentre zar Boris ormai regna ma non governa, allontanato dal suo trono dalla malattia, al Cremlino e dintorni brulicano candidati al trono e impostori, come da tradizione russa dei «torbidi». I pretendenti - l'improbabile principino quindicenne Gheorghij e l'anziano granduca Nikolaj Nikolaevich (peraltro contrario alla monarchia) si contestano a vicenda il diritto alla corona russa. Musei e storici celebrano con grande solennità il 450° anniversario dello zarismp in Russia (il primo a darsi questo titolo, che risale ai cesari romani, fu Ivan il Terribile). E la Chiesa ortodossa russa si appresta ad affrontare lo spinoso problema della santificazione dell'ultimo imperatore russo, Nicola II. MOSCA NOSTRO SERVIZIO La decisione dovrà essere presa in questi giorni dal Concilio degli archivescovi del Patriarcato di Mosca, apertosi ieri con una messa solenne al monastero Danilovskij, il «Vaticano» moscovita. I 140 vescovi dovranno ascoltare tutti i prò e contro esposti dalla speciale commissione del Sinodo che da alcuni anni sta studiando vita, morte e miracoli dell'ultimo Romanov, per poi decidere se è degno di aggiungersi alla lunga lista dei «santi che hanno brillato in terra russa». Un verdetto sul quale il Patriarca di tutte le Russie Alexij II finora ha esitato, rimandandolo da un Concilio all'altro. Troppi dubbi su un candidato alla santità che ha come unico requisito certo per la canonizzazione il martirio. Su quello nessun dubbio: Nicola, sua moglie Alexandra Fiodorovna e i loro cinque figli adolescenti - le quattro zarine e lo zarevich erede Alexej - sono stati fucilati dai bolscevichi a Ekaterinburg nel 1918, dopo diversi mesi di prigionia. Per quanto riguarda invece la vita dell'ultimo dei Romanov - che finora hanno espresso più peccatori che santi - le perplessità sono troppe. Come si fa a fare santo uno che dai contemporanei veniva sopprannominato «il Sanguinario», per aver versato il sangue di tanti bravi cristiani russi, provocando alla fine con il suo governo crudele e inefficace una rivoluzione? E come spiegare ai fedeli perché questo novello santo aveva popolato il suo palazzo di maghi, ipnotizzatori e indovini di ogni tipo, fino a diventare schiavo per quasi un decennio di un personaggio tutt'altro che in odore di santità come Rasputin? Per giunta, come ha certifi- cato la commissione per la canonizzazione, non sono stati appurati miracoli ottenuti grazie all'intercessione di Nicola. E le ossa dei Romanov, ritrovate 5 anni fa e tuttora insepolte nonostante un'analisi del Dna abbia stabilito che sono proprio quelle dello zar e della sua famiglia, non presentano segni di miracolosa resistenza alla putrefazione. Insomma, la santificazione dei Romanov si presenta im- 6 barazzante perfino per una Chiesa spregiudicata come quella di Mosca, che finora non ha osato seguire l'esempio dei pope scismatici della «Chiesa russa in esilio» che ormai da tempo adora icone di Nicola II con tanto di aureola. Il Patriarcato di tutte le Russie di fronte alla moda sulla monarchia esplosa all'inizio degli Anni 90 con il crollo dell'impero e la nostalgia per i fasti del passato, ha preferito esitare.

Persone citate: Alexandra Fiodorovna, Patriarca, Romanov

Luoghi citati: Mosca, Russia