«Romeni, da domani prezzi doppi»

«Romeni, da domani prezzi doppi» «Romeni, da domani prezzi doppi» Il governo annuncia la stangata per l'Europa BUCAREST NOSTRO SERVIZIO Da oggi: aumento dei prezzi fino al 100%, cambio libero, chiusura delle fabbriche in passivo, privatizzazione di 3600 società. Migliaia di nuovi disoccupati. Non possiamo permettere la bulgarizzazione della Romania. Nei giorni scorsi giornali, radio e tv hanno martellato senza sosta: se il Paese vuole entrare in Europa (e nella Nato) deve essere pronto ad accettare mesi, forse anni, di immensi sacrifici. Ieri il governo ha deciso di accettare il diktat del Fondo Monetario e il Primo Ministro del nuovo esecutivo di centrodestra, eletto il novembre scorso, ha inviato dagli schermi televisivi un messaggio di estrema durezza: inizia quella che qualcuno ha definito un'operazione chirurgica senza anestesia, una riforma che può cambiare il Paese o far crollare il governo. Aumento di prezzi: 80% per le ferrovie, tra 50 e 100% i trasporti urbani, 52% l'acqua, raddoppio delle tariffe telefoniche, violenti rialzi per benzina e metano per riscaldamento. Ma soprattutto liberalizzazione dei prezzi di tutti i prodotti e servizi, cambio libero della moneta, eliminazione dei contingenti di import-export, privatizzazione frenetica delle imprese di Stato (tremilaseicento entro fine anno, al ritmo di 50 alla settimana). E liquidazione delle attività improduttive, a costo di creare decine di migliaia di disoccupati. Domani il corso di riferimento della valuta romena sarà di 7286 lei per un dollaro, con una caduta del 6,8% in due giorni, deU'80% in due mesi. Mentre il salario niinimo netto viene fissato in circa 20 dollari al mese e la pensione media in 30 dollari: stamane intanto i prezzi sono impazziti e con un dollaro si comprano un chilo e mezzo di carote o due litri di latte: resta sotto controllo il pane, tre chili per un dollaro. Nessuno può ragionevolmente prevedere cosa succederà nei prossimi mesi, o settimane. I romeni non sono certo nuovi ai sacrifici, sentono forte la vocazione europea, hanno voluto la svolta dal veterocomunismo alla democrazia liberale, sanno che il nuovo governo ha ereditato una situazione disastrosa. A caldo hanno apprezzato il gesto di coraggio di ieri sera, a rischio estremo di impopolarità, e riconoscono che il mantenimento dello Stato sociale terrebbe la Romania ancora per anni nel limbo dei Paesi balcanici. Nessuno può tuttavia nascondersi che la scommessa per l'Europa può assumere qui toni drammatici e forse pericolosi. Soltanto i giorni a venire potranno dire se il sogno della nuova Romania rischiere di svanire tra disoccupati e bilanci familiari in crisi. A questo governo resterà il conforto di aver trovato il coraggio, persino troppo forse, di averci provato. Alfredo Amellone

Persone citate: Romeni

Luoghi citati: Bucarest, Europa, Romania