Un duello su Berlinguer tra Valentini e Mafai

Un duello su Berlinguer tra Valentin! e Mafai Un duello su Berlinguer tra Valentin! e Mafai «Non far votare i referendum il 15 giugno» ROMA. Due giornaliste, due modi di giudicare Enrico Berlinguer. Ed è litigio. «E' molto sgradevole dover attaccare una collega autorevole come Miriam Mafai, ma credo sia giusto porre dei punti fermi. La sua è un'operazione poco limpida: si è servita del mio libro che ha una precisa posizione, per trarre altre conclusioni». Chiara Valentini ha una voce dolce, ma non basta per mascherare il suo disappunto per la «quasi requisitoria» che ha letto nel pamphlet «Dimenticare Berlinguer» in cui la Mafai dipinge il leader del pei come «un eterno ritardatario che manca tutti gii appuntamenti decisivi, di un moralista bigotto e di un illuso», tanto da invitare il pds ad «uccidere il Padre». «Perché la Mafai non ha fatto ricorso ai suoi ricordi personali visto che ha partecipato in prima persona ai molti fatti salienti del pei come giornalista di Paese Sera e dell'Unità?», si chiede Chiara Valentini che, a giorni, manderà in libreria la seconda edizione della sua biografia di Berlinguer. ROMA. «Non vorrei, adesso, che i referendum li convocassero il 15 giugno tanto per convocarli al mare visto che li amano tanto». Così il leader dei riformatori, Marco Pannella, ha commentato le possibili date per lo svolgimento dei referendum, dopo che è stato confermato il turno delle prossime amministrative: «Non vorrei che la data del 27 aprile sia stata scelta per poter, in base alla selva di leggi anticostituzionali imbecilli e antidemocratiche, convocare il 15 giugno i referendum privilegiando una prova amministrativa, non politica, di 9 milioni di cittadini elettori contro 12 prove elettorali che riguardano 48 milioni di cittadini su una prova politica referendaria». «Se il presidente della Repubblica - ha concluso Pannella - stesse preparando il governo a una cosa di questo genere aggiungerebbe qualcosa che qualificherei dopo». [Ansa] Giovane giornalista, al seguito del leader del pei nel viaggio in Cina, Chiara Valentini fu colpita «dalla sua umanità, ma ancor più dal Berlinguer precursore della Cosa2, che negli ultimi anni della sua vita non era più comunista. Non è solo il leader che rompe con l'Urss ma che è sempre più vicino al socialismo di Palme, di Brandt». «No, non concordo sul Berlinguer socialista-riformista - obietta Mafai -. Certo, rompe con l'Urss, ma non con le categorie concettuali proprie di un partito comunista. C'è una sinistra di cui Berlinguer è stato leader che di fronte ai processi economici in corso si oppone, e c'è un'altra sinistra che pensa di governarli». Miriam Mafai resta sulle sue opinioni, stupita dell'arrabbiatura della Valentini: «Certo che ho pescato nei miei ricordi, ma erano quelli di una giornalista che non partecipava ai processi decisionali del pei. E se ho citato il suo libro è per rendere omaggio al lavoro di una collega». [st. e]

Luoghi citati: Cina, Roma, Urss