Calcio, chi perde paga di Marco Ansaldo

La Cassazione: giusto licenziare senza soldi un direttore sportivo La Cassazione: giusto licenziare senza soldi un direttore sportivo Calcio, chi perde paga CHI perde paga. Ispirata dall'antica regola delle osterie, la Cassazione ha stabilito un principio che, se esteso a tutte le figure professionali, rivoluzionerà il calcio italiano e magari gli altri sport: una società può licenziare il direttore sportivo senza corrispondergli i soldi pattuiti fino alla scadenza del contratto, se i risultati della squadra non sono soddisfacenti. La sentenza riguarda l'ex diesse del Venezia, Enrico Alberti, assunto nel 1988 con un impegno fino al giugno dell'89: il rapporto era durato soltanto un paio di mesi; a novembre era stato messo alla porta, con l'allenatore Cerantola, senza ricevere i 50 milioni che avrebbe ancora dovuto percepire. Motivo: il Venezia, promosso in serie CI, aveva perso 4 partite consecutive. Alberti si era rivolto al tribunale civile per ottenere i soldi che gli erano stati negati. Ora la Cassazione ha sancito che la mancanza di risultati si può considerare giusta causa di licenziamento perché Berlusconi a cavarli dall'impasse. Adesso si è aperto uno spiraglio in questa direzione al punto che il sindacalista dei calciatori, l'avvocato Campana, si preoccupa dichiarando: «La sentenza va presa con molta cautela». Tremano gli allenatori alla Ottavio Bianchi, il pescatore più pagato del mondo: prima il Napoli, poi l'Inter l'avevano licenziato con largo anticipo sulle scadenze contrattuali e lui vinceva la noia pescando al fiume, con un miliardo e mezzo l'anno di stipendio garantito. D'ora in poi pescherebbe di tasca sua. Ma pure Baggio deve fare attenzione. Il suo rendimento e i contrasti con l'Arrigo configurano un calo del rapporto fiduciario con il Milan. Secondo i giudici le retribuzioni nel calcio sono alte perché tengono conto del rischio che il rapporto di lavoro si possa interrompere: lo hanno detto di Alberti, che il Venezia pagava 100 milioni l'anno. Chi li fermerà davanti a un contratto da 3 rrùliardi? viene meno il rapporto fiduciario. Alberti non prenderà una lira. Per il presidente del Venezia, che si chiama Zamparmi ed è un tipo da Guinness per la velocità con cui licenzia i collaboratori, cambia gli allenatori e sostituisce i giocatori, la sentenza è una buona fonte di risparmio. E così per i suoi colleglli dispensatori di ingaggi facili, dei quali si pentono, dopo un paio di settimane. Infatti, se le sconfitte giustificano la cacciata di un dirigente, che durante le partite sta in tribuna, come si giustificheranno tecnici e calciatori, artefici diretti del risultato? Quale rapporto fiduciario può sopravvivere tra un presidente e il centravanti che sbaglia a porta vuota o il portiere che s'impapera? Siamo a una svolta delicata. Qualcosa avevano già intuito i legali della Federcalcio che non sapendo come disfarsi di Sacchi senza pagargli quasi due miliardi all'anno avevano elaborato una teoria molto vicina a quella della Cassazione: poi era intervenuto Marco Ansaldo

Persone citate: Baggio, Berlusconi, Campana, Cerantola, Enrico Alberti, Ottavio Bianchi, Sacchi