Bottiglie sui passeggeri del metrò, assolti di Alberto Ronchey

Sassi killer, il muratore scarcerato accusa: esperienza atroce, il pm Cuva: una mente li pilota Sassi killer, il muratore scarcerato accusa: esperienza atroce, il pm Cuva: una mente li pilota Bottiglie sui passeggeri del metrò, assolti Roma, ilfatto non è reato. Polémiche sulla sentenza ROMA. Assolti perché il fatto non costituisce reato. Escono i cinque ragazzi accusati di aver lanciato sassi sulla testa dei passeggeri della metropolitana di Rebibbia. Da mostri a liberi cittadini in 15 giorni. Una vicenda che ha scatenato prima ira e indignazione per il ripetersi di un gesto criminale, e che adesso fa discutere. In molti si sono indignati per il verdetto di assoluzione. Rimane vivo il racconto dei poliziotti che arrestarono i ragazzi. Presi, dissero allora, mentre si incitavano a lanciare una bottiglia rotta sui passanti. E' stato lo stesso pubblico ministero a chiedere l'assoluzione di Nicolas Di Napoli, Mirko Pandolfi, Sonia Ferraro, Nunzio Proto e Daniele Brigida. A Tortona, invece, è stato scarcerato Michele Faiella. Il giovane accusa: «E' stata un'esperienza atroce». Ma il pm Cuva commenta: «Esce dal carcere, non dall'inchiesta. Stiamo ancora cercando la mente della banda». Corfaì, Giovare e Mancini A PAG. 12 di Guido Ceronetti La mafia non è solo una moderna criminalità organizzata come le altre. Dietro l'accolita di «famiglie» riaffiora un codice più o meno politico, tramandato e imputridito nei secoli, che trasferisce la spietata ragion di Stato d'altri tempi fuori dallo Stato. I padrini delle «cupole», a loro modo, adottano per le necessità proprie anche la logica dei Borgia, illustrata nella letteratura machiavelliana. Per esempio, si ricorderà l'avviso che l'essenziale condizione della potestà sul territorio è «darsi reputazione ne' popoli sua» con ogni mezzo, compreso il più «crudele et espedito», mentre il potere che non castiga riottosi e disertori, ora dissociati e pentiti, «è tenuto o ignorante o vile». Alberto Ronchey Atlante italiano, (Garzanti, 1997)

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