La Albright in marcia su Mosca di Andrea Di Robilant

Lo Albright in marcia su Mosco Lo Albright in marcia su Mosco Sulla Nato screzi con Chirac nella tappa francese Tre no a Parigi sul comando alleato di Napoli il «direttorio» e i Grandi Laghi Confermate le divergenze con Prodi e Dini sugli Stati sponsor del terrorismo Parigi. Il colloquio fra il segretario di Stato e Kohl è stato definito «amichevole e aperto». L'ufficio della Cancelleria, a dispetto della prassi, ha rinunciato a diffondere comunicati stampa, a sottolineare il carattere informale dell'incontro, diretto più che altro a fare conoscenza. Se il bilancio umano delia visita è stato ottimo, non da meno è stato quello politico: «Totale identità di vedute» è stata riscontrata su questioni come l'allargamento a Est della Nato e il coinvolgimento della Russia nel sistema di sicurezza europeo. Madeleine Albright sarà oggi a Bruxelles per una serie di incontri alla Commissione europea e alla Nato. Vedrà fra gli altri il presidente Jacques Santer e la commissaria Emma Bonino, responsabile per gli aiuti umanitari. Nel pomeriggio, parteciperà a una riunione straordinaria, a livello ministeriale, della Nato, presenti una decina di capi della diplomazia dei Sedici, tra cui il ministro italiano Lamberto Dini. Alla tappa italiana del viaggio della Albright c'è stata ieri una coda polemica: i rapporti con i «rogue States», gli «Stati canaglia» accusati di sostenere il terrorismo internazionale, continuano a dividere Italia e Stati Uniti. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Nicholas Burns, affermando che la Albright «si è fortemente raccomandata» su questo tema con Prodi e Dmi ma «non vi è stato alcun avvicinamento» nelle posizioni. Da Bonn, fonti americane hanno anche riferito una frase rivolta dalla Albright a Prodi: «C'è una cosa che mi disturba, è il modo in cui l'Italia tratta gli "Stati canaglia"». Mentre ancora si discute dell'allargamento della Nato a Polonia, Repubblica ceca e Ungheria, è arrivata ieri da Sofia una nuova richiesta di adesione all'Alleanza: quel governo ha espresso ufficialmente «il desiderio della Bulgaria di far parte a pieno titolo del Patto Atlantico», [e. st.] plomatici che generali negli ultimi cinquant'anni». Non siamo mai alla ribalta mentre «tutti conoscono i militari, che sono ormai diventati una categoria ad alto gradimento presso la nostra opinione pubblica». Dunque, conclude Burns, «dobbiamo uscire allo scoperto» promuovendo l'immagine di diplomatici impegnati in trattative impegnative o missioni pericolose, incoraggiandoli a rilasciare interviste. Il Dipartimento di Stato cercherà di mettere in piedi una sorta di «star system» e i diplomatici di carriera dovranno imparare a fare una cosa per loro del tutto nuova: uscire dall'om¬ bra e cercare i riflettori. Burns parla anche di «una offensiva multimediale» per portare la politica estera nelle case degli americani. Proprio in questi giorni, tra l'altro, la Albright ha aperto un sito su Internet per rispondere alle domande del pubblico. E per colpire l'immaginazione degli americani, insiste Burns, non dobbiamo esitare a ricorrere agli aspetti più senzazionalistici della nostra attività. A cominciare dalla lotta contro il terrorismo, contro la droga, contro la proliferazione degli armamenti. Andrea di Robilant