Tabucchi: io e il caso Sofri

Lettera aperta dello scrittore all'Osservatore Romano Lettera aperta dello scrittore all'Osservatore Romano Tabucchi: io e il caso Sofri per «partito». Se la sua ambigua parola si riferisce al defunto movimento di Lotta continua, la rassicuro subito: non vi ho mai appartenuto. Come non ho mai appartenuto al «partito», presumibilmente così vicino a lei, che per 50 anni, con l'aggettivo «cristiano», ha guidato questo Paese. Se intende le persone che credono nelle ragioni del Diritto, trova anche una persona come me. Se non rischiassi una denominazione fuori moda potrei definirmi un «libero pensatore». Mi lasci almeno essere un «Libero Osservatore». 2 - Dicevo che la logica dei processi subiti dagli imputati in questione, e che si sono conclusi con l'attuale sentenza di condanna, non mi convince razionalmente. Poiché sarebbe troppo lungo elencarle i motivi, la rimando al libro dello storico Carlo Ginzburg <Jl giudice e lo storico, Einaudi) che, con un metodo fondato sul Principio di Realtà (non so se tale principio le sembrerà «arrogante»), ha condotto un'indagine sulle accuse e sul processo. 3 - Mancando a mio avviso il riscontro obiettivo, bas? iulPrinci- Antonio Tabucchi pio di Realtà, è ovvio che per me l'accusa su cui si basa il processo, cioè il pentimento del signor Marino, non è convincente. Sono incline a pensare che essa convinca lei, dato che la sentenza così esplicita: «Non si dimentichi che egli (Marino) è stato educato, oltre che da una famiglia tradizionale e onesta, quale interno in un istituto dei salesiani di Torino, presso il quale ha compiuto gli studi sino alla terza media». E 0 ancora: «Per una persona come Marino, cresciuto e formato in un istituto religioso dall'infanzia all'adolescenza, con costante consuetudine alla confessione, non si può escludere, anzi è doveroso considerare, anche un suo riavvicinamento di carattere mistico, nella specie dimostrato con la frequenza nella chiesa locale». Come le dicevo, tali motivazioni non riscuotono la mia totale fiducia. Posso capire che riscuotano la sua. Ma mi chiedo se possano essere scritte nella sentenza di un tribunale italiano. 4 - Lei dichiara esplicitamente che si vogliono «proclamare eroi persone che hanno gravissime responsabilità di fronte alle tragedie degli Anni 70 e 80». Personalmente non voglio proclamare eroe nessuno. Oltretutto gli eroi non mi piacciono, preferisco gli antieroi. 5 - E vengo infine alla sua espressione «offesa alla memoria delle vittime». Qui sono io a trovarla offensivo. Sì: lei mi offende, e con me offende quanti alle vittime hanno dedicato in questi anni la loro parteci¬

Persone citate: Antonio Tabucchi, Carlo Ginzburg, Einaudi, Sofri, Tabucchi

Luoghi citati: Torino