Salta l'accordo sui sindaci, subito al voto di Alberto Rapisarda

Le elezioni fissate per il 27 aprile. Coro di scontenti nella maggioranza e nell'opposizione Le elezioni fissate per il 27 aprile. Coro di scontenti nella maggioranza e nell'opposizione Salta Faccordo sui sindaci, subito al voto D'Alenici al centrodestra: il gioco del cerino èfinito L'asse Fl-pds non ha retto alla guerriglia di Rifondazione ha annunciato a Berlusconi, sul Corriere della Sera, che non accetterà la candidatura per il Polo a sindaco di Milano e Umberto Bossi ha proclamato che la Lega si presenterà da sola alle elezioni comunali. La tentazione di approfittare di questa situazione favorevole è stata grande. E poi, nessun altro aveva con decisione chiesto il rinvio. «La Lega, sottobanco, Berlusconi e Bossi, delusi, si chiedono ora se la mossa è stata di D'Alema in prima persona, o se lui l'ha dovuta subire. «Temiamo che questa scelta possa rappresentare una trappola tesa a D'Alema» sospetta, per esempio, Rocco Buttiglione. I «centristi» del Polo son quelli che più esplicitamente manifestano la loro amarezza per l'anticipo elettorale che co¬ stringerà Polo e Ulivo a scontrarsi nei comizi proprio quando la Bicamerale dovrebbe concordare le riforme. E non è un segreto che chi cerca accordi per realizzare un «governo di larghe intese» punta proprio sugli accordi in Bicamerale per creare una clima più favorevole. «Sarebbe stato meglio evitare la competizione elettorale du¬ ci diceva di sì poi, pubblicamente, urlava "mai"... - spiega Fabio Mussi, capo dei deputati della sinistra democratica -. Il vertice del Polo venerdì ci ha detto di no, ma se lo propone la maggioranza... Con Forza Italia più convinta e An, come al solito, pesce in barile. Tutti aspettavano che qualcuno facesse la prima mossa». E il pds ha preso tutti di contropiede. rante la stagione delle riforme istituzionali» si lamenta Angelo Sanza, del cdu. «Non abbiamo ancora scelto i candidati... Si può andare avanti così» aggiunge Clemente Mastella, presidente del ccd. «E' evidente che il governo e quindi l'Ulivo hanno deciso di affossare la Bicamerale» dice Roberto Formigoni, parlando come uomo del cdu, precisa. Più misurate le reazioni di Forza Italia. In mattinata, dopo un giro di telefonate con pds e popolari, il partito di Berlusconi aveva convenuto che non c'era nulla da fare, «ma lascia perplessi la scelta della data del 27 aprile, collocata com'è nel mezzo di due ponti festivi e tra i due sventolìi di bandiere, del 25 aprile e del 1° maggio. Il ministro dell'Interno poteva certamente trovare una domenica politicamente più tranquilla» è l'unica obiezione che fa il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Giuseppe Pisanu. I popolari, anche loro, hanno preso atto ma ci son rimasti male. «Sarebbe stato razionale accorpare le elezioni amministrative a novembre, per evitare un anno di campagna elettorale, per favorire l'ingresso in Europa e i lavori della Bicamerale» spiega Enzo Lusetti, responsabile per gli Enti locali. «Ora il vero problema è la costruzione dell'alleanza dell'Ulivo che quattro anni fa, nei Comuni dove si vota, non c'era» aggiunge. Bertinotti si è già fatto avanti chiedendo subito un «accordo» con l'Ulivo. Pds e ppi l'hanno preso in parola per invitare Rifondazione comunista a fare accordi di governo con l'Ulivo fin dal primo turno e non più di sola desistenza. Alberto Rapisarda

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