Europa, Prodi torna in Germania

Al centro delle discussioni con il governatore forse anche la presidenza Consob Al centro delle discussioni con il governatore forse anche la presidenza Consob Europa, Prodi torna in Germania Un vertice a sorpresa con Fazio e Ciampi ROMA Un incontro in mattinata, un vertice riservato a cui hanno preso parte il presidente del Consiglio Prodi, il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. Ieri era domenica, ma i tre protagonisti della politica economica e monetaria italiana hanno dovuto ricavare uno spazio tra la Santa Messa e il pranzo di famiglia: c'era qualcosa di urgente di cui discutere. Il riserbo delle fonti ufficiali sull'incontro è strettissimo, ma sembra che la questione del rinnovo del vertice Consob sia stata il piatto forte della riunione. Enzo Berlanda, l'attuale presidente, lascerà la carica il 28 febbraio, alla scadenza, e ancora non c'è accordo sul successore, anche se il favorito nella corsa appare Vincenzo Desario, direttore e vice-direttore generale della Banca d'Italia. Dalla Consob all'Unione Monetaria, il passo può essere breve nei discorsi di un presidente del Consiglio, un governatore di una banca centrale, e un ministro del Tesoro, se il presidente del Consiglio deve recarsi il giorno seguente in Germania per illustrare al mondo economico tedesco la politica di risanamento dei conti pubblici del suo Paese e la volontà di fare ogni sforzo per centrare fin dall'inizio l'obiettivo della moneta unica. Prodi parte infatti stamattina per un viaggio lampo in due città tedesche. In mattinata sarà a Monaco di Baviera, dove incontrerà anche il presidente bavarese Edmund Stoiber, e nel pomeriggio a Francoforte, dove nella sede della Commerzbank parlerà ai banchieri tedeschi delle prospettive dell'Italia nell'Unione monetaria. Facile immaginare che al centro delle discussioni ci saranno non solo e non tanto le prospettiva per l'Italia di portare l'ormai celebre rapporto tra deficit pubblico e Pil al 3% nel 1997, un obiettivo che Prodi considera raggiungibile al massimo con una manovra-bis da 15 mila miliardi, ma la strada futura dell'Italia, la necessità di adottare misure strutturali che le consentano di entrare e restare senza problemi nell'Unione monetaria. Ma il clima, rispetto alla visita di solo 10 giorni fa al cancelliere Kohl, è cambiato. Ora non è più solo l'Italia ad avere l'indice puntato contro, e non è più solo contro l'Italia che la stampa internazionale scarica veleni d'inchiostro, valanghe di articoli e indiscrezioni per accreditare l'immagine di un Paese fuori dal primo gruppo dell'Unione monetaria, inserito ormai senza speranza sulla lavagna dei «cattivi». Ora è anche la stessa Germania, la locomotiva della nuova Europa, a accusare i colpi dei criteri-gabbia previsti dal trattato di Maastricht, e a ritrovarsi, ad esempio, con un tasso di disoccupazione più alto del previsto che potrebbe incidere in DALLA REDAZIONE modo duro sul rispetto dei criteri di convergenza per l'anno in corso. E il disorientamento della Germania rischia di tradursi in un disorientamento di tutta l'Unione, indecisa sul da farsi: se rimandare la data di avvio dell'Urne, se andare avanti senza la Germania, o addirittura se andare avanti senza l'Europa. La decisione si saprà solo nei prossimi mesi. E l'Italia affronterà la transizione «guardando «L'Italia sarà nel primo gruppo dell'Unione monetaria». Così il governo replica alle indiscrezioni provenienti dal World Economie Forum di Davos secondo cui la Germania avrebbe un piano per far slittare il nostro ingresso tino al 2002. |> «L'Italia di fronte a un | compromesso 1 sull'Emù», titola il «Financial Times», rilanciando la tesi che la Germania si preparerebbe a chiedere all'Italia un ingresso ritardato nell'Unione, di 12-18 mesi. Prodi smentisce, il quotidiano britannico conferma. 1 D'Alema va da Kohl allo vigilia dell'incontro ufficiale con Prodi. «Ci ha rassicurato sull'Europa», dice il leader del pds. UNA VISITA DIFFICILE BONN OPO il sacrario politico di Bonn il tempio finanziario di Francoforte, preceduto da un intermezzo nella roccaforte bavarese: dalla quale provengono - insieme all'austero guardiano dell'Eurostabilità Theo Waigel - diffuse preoccupazioni per una possibile esclusione del nostro Paese dall'Unione monetaria, considerati i legami commerciali fra quella regione e il Nord Est d'Italia. Per Romano Prodi, la seconda visita in Germania in poco meno di due settimane si compirà dunque, oggi, all'insegna di emozioni differenti: ma a far premio su Monaco, probabilmente, saranno quelle suscitate da Francoforte e la sua City, dove il presidente del Consiglio incontrerà nel pomeriggio un folto gruppo di banchieri. Anche se Hans Tietmeyer non parteciperà ai colloqui, Prodi non potrà non avvertire la presenza del riconosciuto, stimato e temuto Signore del Marco: perché proprio da Francoforte - e prima di tutto dalla I NÓMI EGLE AFFARI IL MESE Prodi da Kohl. Il Cancelliere sdrammatizza: non si danno giudizi anticipati, i conti st faranno nella Primavera del '98. Ma Prodi avverte: se l'Italia non entrasse nel primo gruppo dell'Euro sarebbe un dramma. DI MAASTRICHT sso di neuSeanchdi non r Prodi ribadisce che l'Italia è in buona posizione nella marcia ai avvicinamento ai criteri di Maastricht. Secondo «Der Spiegel» anche la Germania rischia di non rispettare i criteri di Maastricht e il cancelliere sarebbe" pronto a chiedere un ammorbidimento delle regole o un rinvio delle scadenze. Kohl replica: i criteri non si modificano. avanti» e continuando a rimboccarsi le maniche per soddisfare i criteri di Maastricht, ha annunciato il presidente del Consiglio Prodi, escludendo nella maniera più assoluta la possibilità di entrare in ritardo. «Non ha senso, perché perderemmo ha detto - ogni capacità di rapporto con i Paesi vicini e la nostra moneta sarebbe presa d'attacco». E lo ripeterà oggi ai big dell'economia tedesca. Franco Modigliani, premio Nobel per l'economia, lancia intanto una provocazione. «E' meglio fare l'unione monetaria senza la Germania», ha detto ieri in un'intervista al Tg3, spiegando che è in atto uno scontro all'interno del Paese fra Bundesbank e governo perché la Bundesbank - oggi, di fatto, la banca centrale europea - non intende perdere il suo potere. E, a detta di Modigliani non lo perderà, «alla fine vincerà». «Per la Germania, l'Europa meridionale è ancora una regione abitata da beduini. Con i beduini si può commerciare, ma non si può avere una moneta unica». Così scrive il New York Times, in un editoriale di Thomas Friedman sull'Italia e le riforme in Europa. Come prova della diffidenza tra Paesi europei il quotidiano americano riprende un commento della Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo cui «coloro che rispettano le regole sono considerati stupidi in Italia: i furbi saltano la coda, gettano spazzatura per la strada e sorpassano a destra». FLASH EDDIE GEORGE «Niente Uem nel '99» La Banca centrale britannica, secondo quanto detto dal suo presidente Eddie George ad un periodico tedesco, dubita che l'Uem possa partire puntualmente nel 1999. La Gran Bretagna comunque non è ancora disposta ad introdurre l'Euro per quella data e, sempre secondo le dichiarazioni di George pubblicate da «Capital», l'istituto di emissione britannico, diversamente da quello tedesco o da quello francese, non è indipendente dal governo. ILNYT «Per Bonn siete beduini»