Fra i dimenticati di Lima di Mimmo Candito

Fra i dimenticati di lima Fra i dimenticati di lima Al terzo mese l'assedio dell'ambasciata I guerriglieri sono 18, armati di vari modelli di mitra e con grappoli di granate appesi al corpo. In 8 controllano il primo piano, 7 il piano terreno; il capo, Néstor Cerpa Cartolini, si muove liberamente, e anche il suo secondo, Rolly Rojas, detto l'Arabo, che per ora è il negoziatore dell'Mrta. Un ultimo guerrigliero, «Tito», rimasto ferito durante l'attacco alla residenza, è ancora semimmobilizzato. Durante la notte i guerrigheri restano quasi tutti svegli, la maggior parte dorme di pomeriggio, a turno. «Un giorno ce n'erano cinque che dormivano, e avevano abbandonato in terra le loro armi. Facemmo arrivare subito un messaggio ai generali, che erano in un'altra stanza; chiedemmo se dovevamo impossessarcene. Ci risposero che neanche per sogno, che quelle sono cose da professionisti non da intellettuali)). La residenza è una sorta di fortezza, ha molte porte blindate, e inferriate a tutte le finestre. All'interno, i mobili sono stati spostati contro le finestre, per bloccarle; e ci sono cavi stesi dovunque, collegano le mine, montate a ogni porta esterna e a ogni finestra. «Si cammina come dentro imo studio tv, con la stessa confusione e lo stesso senso di vuoto». La sveglia è per tutti alle 7, e si fanno i turni per il bagno. I primi giorni erano stati un'inferno, con quattro bagni per quasi 400 persone. «S'intasarono quasi subito, il puzzo inondava la casa. Fu terribile». Ora ci sono 10 bagni portatili, e un'impresa di pulizia provvede allo svuotamento due volte alla settimana. La colazione è alle 8. Caffè, latte, pane e marmellata; proibito il burro, «troppo grasso». Molti prendono soltanto il caffè, ma molti mangiano doppia razione. Poi gli ostaggi mettono in ordine le stanze nelle quali hanno dormito. Durante la notte, le scarpe restano in corridoio. I panni sporchi vengono consegnati alla Cri, che li passa ai familiari; questi ri¬ danno la biancheria pulita, non più di 10 pezzi, una volta alla settimana. Gli uomini della Cri arrivano verso le 10. Il giovedì e la domenica, gli ostaggi consegnano le lettere che hanno scritto per i loro cari; i messaggi vengono letti dalla Cri («debbono contenere soltanto note personali, nessun messaggio politico») e poi dall'Mrta; qualche volta sono stati censurati. La Cri li consegna ai familiari il giorno successivo al ricevimento, cioè il lunedì e il venerdì, e le risposte agli ostaggi arrivano il martedì e il sabato. Finora il servizio di «posta» ha fatto viaggiare 4566 lettere, 2117 degli ostaggi e 2449 dei loro familiari. Le ore libere fino al pranzo (che viene trasportato alle 13) sono integrate con attività di gruppo: si formano centri di dibattito, alcuni - i più giovani - fanno ginnastica nei corridoi, molti giocano a carte, scacchi, domino, bingo, anche majong, ma quest'ultimo è soprattutto dei re energia ad alcune apparecchiature radio. Cerpa ha anche una radio ricetrasmittente, che gli era stata lasciata nascostamente da un giornalista giapponese due settimane fa; lo si è saputo ieri, con qualche imbarazzo. A quella radio, il giornalista aveva poi intervistato da New York 11 ostaggi giapponesi. Comunque, la residenza è ora collegata con il piccolo appartainento dove si stanno svolgendo le trattative, grazie a un circuito tv chiuso. «Il pomeriggio è 0 più lungo da passare, e in testa frullano i pensieri più amari. La depressione ci vince un po' tutti». Qualcuno scrive. Note, appunti, diari; molti fanno una siesta. La cena, alle 7, arriva come una liberazione; si mangia riso, pesce, carne, verdure, formaggio, ma si alterna una dieta vegetale con una di proteine. Sono state consegnate finora 12.368 razioni, e 4348 di queste erano per i giapponesi. I medici, che ogni giorno accompagnano gli uomi- giapponesi. Si fanno anche corsi di lingue: molti stanno studiando il giapponese, qualcuno l'inglese e il francese. Qualcuno anche legge, ma sono in molti a leggere durante il pomeriggio. La biblioteca dell'ambasciatore è servita soprattutto ai suoi connazionali, per gli altri sono stati portati dalla Cri 132 libri scelti dal servizio di biblioteca del quartiere: c'è Proust, Ghoete, Maupassant, Hesse, la Yourcenar, ma anche i fumetti di Quino e di Tin-Tin, Neruda, Vargas Uosa, Garda Màrquez, Mark Twain. Anche «I tre Moschettieri» e «Il mio primo milione». Ogni mattino, i giovanotti della Cri portano 15 copie di un quotidiano sportivo; i giornali d'informazione non sono permessi. Ieri hanno portato anche un televisore. Ma manca la luce. Si va avanti con le lampade a pila, e le candele. Una notte, due guerriglieri sono usciti in cortile e hanno staccato la batteria di un'auto; la batteria serve ora a da¬ Mimmo Candito \/y.\ kka

Persone citate: Hesse, Mark Twain, Maupassant, Neruda, Proust, Rolly Rojas, Vargas Uosa, Yourcenar

Luoghi citati: New York