«Antidemocratico chi è contrario»

«Antidemocratico chi è contrario» «Antidemocratico chi è contrario» «Non votano a casa Perché farlo qui?» GLI IMMIGRATI ALLE URNE SENATORE Manconi, lei è portavoce dei Verdi, ed è quindi un leader della maggioranza. Eppure ha accolto con una certa freddezza il disegno di legge del governo sull'immigrazione. E' così? «A me non sfugge l'alto valore di alcuni elementi del disegno di legge, per esempio quello, di grande valore anche simbolico, che è il diritto di elettorato attivo e passivo. Vorrei ricordare, peraltro, che si tratta di un punto qualificante del programma dell'Ulivo e prerogativa essenziale delle moderne democrazie, che solo qualche Gasparri e qualche provinciale, che tale resta nonostante abbia studiato alla London School of Economics, può considerare sovversiva». Non starà mica alludendo a Giorgio La Malfa? «Beh, insomma, vada a leggersi quello che ha dichiarato ai giornali». L'unica cosa che alle destre piace di questo ddl è la parte riguardante le espulsioni. Lei invece ha avuto un fremito di sdegno solo a leggerla. Se gli animi sono questi il adi non avrà vita semplice, vero? «La questione dell'immigrazione è troppo importante per non creare conflitti. Questo mi sembra inevitabile. E comunque io ribadisco che trovo alcune parti di questo ddl assai deboli e al¬ tre addirittura pericolose, perché introducono fattori di discriminazione che attentano in maniera significativa alle garanzie di tutela individuale». Sta parlando delle espulsioni? «Certamente. Lei consideri che l'espulsione amministrativa è un istituto che fa riferimento ad una legge del '56 secondo cui un cittadino può essere soggetto a sanzioni sulla base del suo comportamento, del suo stile di vita, delle sue frequentazioni, del fatto che non può giustificare certe spese. Si tratta di una legge che da decenni viene contestata e che ora, nel caso dello straniero, sortisce un effetto di per sé irreparabile, come appunto l'allontanamento coatto». Ma si tratterebbe di un'espulsione motivata e che prevede comunque una possibilità di appello... «Già, un giudizio di appello che bisogna attendere però all'interno dei "centri di permanenza temporanea", cioè di istituti che è facile immaginare come possano diventare. Io, in definitiva, non trovo in questo disegno di legge grandi garanzie nei confronti degli immigrati come persone. Diffido anche dei rapporti bilaterali con i Paesi di provenienza, che spesso sono Stati fortemente dispotici, di nessuna affidabilità sul piano dei diritti umani», [r. mas.] ONOREVOLE Tremaglia, lei è considerato il paladino degli italiani all'estero, e si batte affinché possano votare presto. Come vede la proposta di estendere il voto agli extracomunitari che risiedano in Italia da almeno sei anni? «Lei mi provoca, lo so. E allora le dico che potrei anche essere d'accordo». Però? «Però, però. Andiamo per ordine. Prima di dare un diritto di voto a chi che sia, ammetterà che conviene darlo agli italiani. Quelli che vivono in patria ce l'hanno, quelli che stanno all'estero no. Facciamo votare dunque questi ultimi. Prima di tutto, prima di qualunque altra cosa». Ma il ddl per estendere il voto ai cittadini all'estero mi pare sia a buon punto, vero? «Le pare. Ma intanto non è legge. Ma intanto ha rischiato di finire nel calderone della bicamerale e chissà che ne sarebbe uscito. Sì, certo, sono tutti d'accordo per farlo passare. Ma intanto...». E va bene. Facciamo passare il voto per gli italiani all'estero. Ma poi quello per extracomunitari come la mettiamo? «Al tempo. Prima gli italiani dicevamo. Ma poi, subito dopo non vogliamo mettere i comunitari? I cittadini dell'unio¬ ne europea che vivono in Italia?» E che hanno regolare diritto di voto alle amministrative... «Ma di fatto mancano i regolamenti, i decreti applicativi e insomma, per farla breve, non votano». Un altro balzello, dunque. Ma poi... «Un momento. Se un cittadinio extracomunitario sta qui da sei anni, si comporta bene e tutto il resto, non vedo che problema ci sia a farlo votare alle amministrative. Ma a un patto». Ancora? «Esatto. A condizione di rigorosa reciprocità. Se uno zairota vuole votare qui, mi sta benissimo, ma a patto che gli italiani che vivono in Zaire abbiano la stessa chance». Ma onorevole, molti extracomunitari provengono da Paesi a scarsa democrazia, nei quali non si vota. Come si fa? «E allora che non votino neppure qui, diamine». Lei ha paura che quelli siano tutti voti per l'Ulivo, dica la verità... «L'ho sentita anch'io questa favola, ma non ci credo affatto, e comunque nessuno può dirlo ora. Non c'è dubbio però che dietro questa proposta del voto amministrativo c'è una strumentalizzazione politica grossa come una casa», [r. mas.] Luigi Manconi, portavoce dei verdi, critica alcuni punti del disegno di legge sugli immigrati Manconi: solo Gasparri può definire sovversiva la scelta. Tremaglia: non credo alla favola che voteranno l'Ulivo Mirko Tremaglia, di Alleanza nazionale, chiede prima di tutto il voto per gli italiani all'estero Stasera al settimanale del Tgl il racconto dei superstiti del naufragio nel mare di Sicilia Ancona: sarà risarcito per i

Persone citate: Gasparri, Giorgio La Malfa, London, Luigi Manconi, Manconi, Mirko Tremaglia, Tremaglia

Luoghi citati: Ancona, Italia, Sicilia, Zaire