«Incostituzionali le nuove espulsioni» di Gabriele Beccaria

Fini e Bossi condannano il diritto al voto. La Confcommercio: «Fra tre anni un'invasione di clandestini» Fini e Bossi condannano il diritto al voto. La Confcommercio: «Fra tre anni un'invasione di clandestini» «Incostituzionali le nuove espulsioni» Immigrati, i Verdi accusano o ROMA. Dopo i «sì» e i «ni», incalzano i «no». «Le espulsioni per semplice sospetto sono incostituzionali», si allarma il portavoce della Rete Antirazzista Dino Frisullo all'indomani del disegno di legge sull'immigrazione. E pericolose - secondo lui - sono anche le norme che legano gli ingressi in Italia alle garanzie degli sponsor: «Così si snatura il ruolo dell'associazionismo e dei sindacati, ridotti ad agenzie di mediazione e di gestione dei servizi, mentre in nessuna sede determinano le politiche nazionali». E aggiunge: «Il lavoratore di un Paese che non interessi alla Farnesina e ai mediatori legali non avrà altra scelta se non gli speculatori di sempre». E un «no» al governo si leva all'interno della stessa maggioranza. LE ACCUSE DEI VERDI. «Il provvedimento presenta alcuni aspetti positivi, ma presenta altri aspetti negativissimi e in qualche caso del tutto inaccettabili», dichiara il portavoce nazionale dei verdi Luigi Manconi. E spiega: «Resta addirittura l'espulsione amministrativa e vengono introdotti i "centri di custodia", che è facile immaginare che cosa potranno diventare». L'ALLARME DELLA CONFCOMMERCIO. A conferma di quanto il tema sia rovente ci si è messa la Confcommercio. Nel Duemila - ha reso noto ieri - gli immigrati in Italia saranno saliti a 4 milioni, «di cui solo una minoranza in grado di offrire un contributo allo sviluppo D NO DA DOVE ARRIVANO (Prime dnq«e»èàfe««ifòèw>Bppresenferte in Kqb'à al dicembre'|>Ó) PERMESSI % SUL | NAZIONALITA' SOGGIORNO TOTALE del Paese», vale a dire di lavorare. Raccolti i dati sull'andamento dell'occupazione nei prossimi anni, la conclusione è drammatica: gli obiettivi del governo sono «teoricamente apprezzabili», «ma non sono coerenti con le prospettive economiche e sociali del Paese». «Se gli afflussi continueranno con i ritmi degli ultimi 5 anni - afferma l'associazione - a fine millennio avremo 1.200.000 irregolari rispetto agli attuali 600 mila» (stimati per difetto). L'EMERGENZA CLANDESTINI. Parlando di cifre, «se da una parte dobbiamo gioire per la possibilità di riconoscere il diritto di voto a 800 mila extracomunitari, dall'altra non possiamo abbandonare, con il rischio che vengano assoldati dalla malavita, i 150 mila immigrati ri¬ masti fuori dalla sanatoria Dini», aggiunge allarme ad allarmi l'«Osservatorio di Milano» di Massimo Todisco. LA BOCCIATURA DI FINI E BOSSI. E'proprio il diritto di voto dopo 6 anni di permanenza ad aver scatenato le polemiche più accese. Ecco due esempi. «Nessuna legislazione europea lo prevede, in Italia non avrebbe senso, non essendo ancora garantito il diritto di voto ai nostri emigrati che vivono all'estero», ha sottolineato il presidente di An Gianfranco Fini. E in piena kermesse congressuale Umberto Bossi grida al complotto: «Quando voteranno, 13-15 milioni di immigrati verranno portati al Nord per mettere a terra la Lega». LA DIFESA DI TASSINO. Mentre ieri, a Torino, il ministro per gli Affari Sociali Livia Turco spiegava che «nel preparare questo disegno di legge mi sono fatta guidare da alcuni valori di fondo, in primo luogo dal riconoscimento della dignità umana», il sottosegretario agli Affari Esteri Piero Fassino ha voluto chiarire la logica seguita dal governo: «La legge punta a due obiettivi: assicurare uguaglianza di diritti e di opportunità per gli immigrati che vivono onestamente del loro lavoro e, al tempo stesso, rendere più efficace la lotta alla criminalità». In due parole, giustizia e rigore, «in piena sintonia con i principi che regolano l'accordo di Schengen» sui controlli comuni alle frontiere europee. Gabriele Beccaria Il giorno dopo la presentazione del disegno di legge sugli immigrati le forze politiche e sociali si dividono

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