Lo scambio delle parti di Massimo Gramellini

Il sindaco dell'Ulivo Francesco Rutelli manda la polizia contro gli zingari. Il «camerata» Buontempo li difende Il sindaco dell'Ulivo Francesco Rutelli manda la polizia contro gli zingari. Il «camerata» Buontempo li difende Lo scambio delle parti L'ordine non è più di destra e la solidarietà non è solo di sinistra «Grandi mutamenti» Il pds: subito la riforma della Difesa NROMA ELLA città che credeva di aver visto tutto, sta accadendo qualcosa di assolutamente inedito. Sono le magie romane del bipolarismo. Il sindaco piacione Francesco Rutelli, finalmente una destra dal volto umano, dichiara in un convegno del pds che nove zingari su dieci sono delinquenti. Più o meno le stesse parole usate dal laborista Tony Blair contro i barboni. Solo che Rutelli non si limita alle dichiarazioni: manda la polizia a sorvegliare il primo campo-nomadi della Capitale, in vicolo Savini, per impedire che vi entrino sessanta capi-famiglie con precedenti penali. Grande giubilo fra gli abitanti della zona, tutti elettori di Fini. Grande amarezza fra i volontari della Caritas e i comunisti dell'Opera Nomadi, tutti elettori di Rutelli. Ma dalle periferie della storia ecco ergersi il paladino degli zingari oppressi e discriminati: il camerata Teodoro Buontempo, detto Er pecora, una sinistra au- Il sindaco Francesco Rutelli e Teodoro Buontempo di Alleanza nazionale dere la propria coscienza e il proprio senso critico», sospi-, ra deluso, mentre davanti ai fotografi stringe la mano al sorridente Massimo Converso, presidente comunista dell'Opera Nomadi. «Rutelli strizza l'occhio ai moderati», tenticamente popolare. L'interprete più simpatico e muscoloso del «law and order» all'amatriciana è letteralmente disgustato dalle posizioni conservatrici di Rutelli: «Per qualche voto in più il sindaco è pronto a per- si lamenta il compagno Pecora, «ma questa volta ha esagerato: non è vero che il novanta per cento dei rom vive di attività illecite». Ora si attendono un intervento di Le Pen a favore dei marocchini di Marsiglia e uno di Fidel Castro a tutela dei vacanzieri di Saint-Moritz. Ma la situazione è già abbastanza complessa così. Dunque, riepilogando: il più moderno degli amministratori di sinistra usa i celerini come il vecchio Sceiba, mentre il più nostalgico campione della destra s'atteggia a Che Guevara degli emarginati. Ed entrambi lo fanno per riposizionare la loro immagine al centro. Il calcolo elettorale si mescola alle esigenze del copione: chi ha il potere cerca di tutelare l'ordine, chi sta all'opposizione di mettere il cappello su ogni minoranza delusa. Ma la strana storia del celerino Rutelli e del compagno Buontempo insegna anche qualcos'altro: nell'Italia del Duemila nessun valore può essere attribuito in esclusiva a una sola parte. L'ordine non è più di destra di quanto la solidarietà sia solo di sinistra. Vengono meno le vecchie certezze: non è detto che sia un male. Purché rimangano i valori. ROMA. Nella fondazione del nuovo partito, della cosiddetta «Cosa due» che il pds si appresta a varare, le questioni relative alle forze armate, troveranno «un'accelerazione» per giungere «in tempi brevi» ad una «moderna riforma». Ecco perché il pds ha dato vita ieri alla prima assemblea congressuale per la costituzione di un «progetto Difesa». Per Pietro Folena, che ha chiuso i lavori di questa prima assemblea (due rappresentanti eletti parteciperanno di diritto ai lavori congressuali}, si tratta di un'iniziativa «importante» perché i contributi di pensiero che verranno «peseranno nell'elaborazione delle linee che i gruppi parlamentari porteranno in Parlamento». In pratica, il «messaggio forte» che il pds vuole lanciare è che, nel momento in cui la Bicamerale discute delle riforme costituzionali, «anche il mondo della Difesa e delle forze armate - come ha sottolineato Folena - debbono subire una gigantesca trasformazione». [Ansa] Massimo Gramellini

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