COMUNITÀ E CARCERE IL MIO NO

COMUNITÀ' E CARCERE IL MIO NO COMUNITÀ' E CARCERE IL MIO NO Don Mazzi LA conferenza di Napoli sulla tossicodipendenza obbliga tutti gli onesti a rimettere al centro, senza fini occulti, il mondo giovanile. Deve tramontare l'epoca delle ideologie, delle culture politichesi, delle visioni a strisce dei fatti e dei costumi. Le nuove droghe, e soprattutto i nuovi «drogati» sono talmente lontani da quelli di ieri, che, sempre se l'onestà è autentica, accontentandosi del già fatto e ritardando interventi diversificati, assumeremmo più la tonalità della paura e della miopia che quella del progetto. No alla droga, perché non è più possibile suddividere le droghe o curare.la droga pesante con quella leggera. L'ecstasy, corredata dall'alcol, potrebbe finire tra le droghe legalizzabili. Eppure è vincendo la guerra su queste sostanze che domani i nostri figli godranno dell'integrità mentale e affettiva. La mentalità dei giovani e la moda, li hivitano più allo sballo che alla droga. Non vogliono essere chiamati tossici. In loro non c'è la voglia di farsi, ma di sentirsi onnipotenti, leggeri, instancabili, «fuori». Urge aiutare i nostri figli a liberarsi dalle dipendenze rischiose e dannose. La libertà è il segno utopico di ogni adolescente. Ma la vera libertà ha un costo alto: scegliere tra il capriccio che dura un giorno e il bene che dura per sempre. No alla galera, perché a coloro che sbagliano si possono proporre strade altrettanto efficaci, ma più dignitose ed educative della galera. Vi sono migliaia di persone, in carcere, che potrebbero essere altrove, a scontare i loro errori. Lentezze infinite, processi mai terminati, fanno ristagnare il.tutto, _ . La galera è rimasta una delle poche strutture mèdioevali della nostra società., , [0J .,,.., Mettere insieme i grandi criminali con i piccoli spacciatori o ladruncoli significa arricchire il mondo della malavita di nuovi «chierichetti». Penso al tavolo prefettizio, ai carceri mandamentali a sorveglianza attenuata, a comunità disponibili a tali programmi, a strutture intermedie da inventare il più presto possibile. Con questo non voglio parlare di depenalizzare. Voglio sottolineare che alcune pene erano già state depenalizzate. Non dobbiamo essere disponibili a farci prendere in giro, dai tossicispacciatori, che hanno da poco o da tanto, inventato anche la dose famigliare o amicale. Chi conosce i tossicodipendenti sa quante ne inventano. Chi sbaglia paghi, ma in modo dignitoso, all'interno di una società moderna. Attenzione a non privilegiare troppo i tossicodipendenti e a lasciar morire altre categorie di ladruncoli, altrettanto «figli di Dio». No alle comunità. Non voglio scatenare nessuna rivoluzione. Le comunità terapeutiche e i sert odierni, sono più che sufficienti per i «vecchi tossicodipendenti». Cioè per i disperati che anche oggi esistono e che anche oggi ricorrono alle vecchie droghe. Le pecorelle smarrite esistono, e vanno aiutate a ritornare all'ovile, con varie e attente metodologie. Le Unità di Strada, il metadone, la riduzione del danno, sono invenzioni efficaci e giuste, se non enfatizzate e proposte in antitesi ad altre. Le generazioni ultime giocano su fronti completamente diversi. ] motivi non sono più quelli di ieri Emerge il capriccio, la curiosità, la trasgressione, il bisogno di protagonismo. Sono pochi i giovani esenti da tale voglia di avventura. Le famiglie sono avvisate. I cicciobelli, mantenuti sempre al «sì, tesoro» ora esplodono con le loro «voghe» non più di cioccolata o di bambole. Queste generazioni non verranno mai nelle comunità di ieri, e non accetteranno mai di essere chiamati tossicodipendenti. E' per questo che andremo a Napo li. E da Napoli deve uscire una scuola nuova, un mondo del lavoro più attento ai giovani, un tempo li nero pensato su misura per tutti quei ragazzi che per dieci anni avranno mezze giornate libere, e forse, con la casa vuota. Le strutture da potenziare sa ranno quelle sociali, sportive, mu sicali, artistiche, artigianali, tea trali, solidali. E' ora che la prevenzione oltre ad essere un sostantivo, divenga un contenuto Don Antonio Mazzi

Persone citate: Don Antonio Mazzi, Napo, Strada

Luoghi citati: Napoli