Rushdie: hanno cercato di uccidermi di Fabio Galvano

NelT8° anniversario della fatwa lo scrittore accusa l'Europa: non si fa nulla per me NelT8° anniversario della fatwa lo scrittore accusa l'Europa: non si fa nulla per me Rushdie: hanno cercato di uccidermi «La polizia mi ha salvato dai sicari islamici» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La fatwa morde. «La verità è che in questi anni ci sono stati numerosi tentativi di uccidermi», ha detto ieri lo scrittore Salman Rushdie nell'ottavo anniversario della sua vita da prigioniero di lusso, dopo la condanna pronunciata dall'ayatollah Khomeini. «L'ho saputo dal governo britannico», ha aggiunto Rushdie nel corso di un'intervista alla Bbc, in cui ha anche accusato l'Unione Europea di avere fatto poco o nulla per lui: «Per fortuna non sono riusciti a raggiungermi», ha precisato. Ma non ha voluto dire come e quando i sicari islamici abbiano cercato di eseguire la condanna che pende sul suo capo. Il governo iraniano ha dichiarato nei giorni scorsi - non è la prima volta - che non si sogna neppure di mandare qualcuno a uccidere l'autore dei «Versetti satanici»; anche se non può, come governo, interferire con una condanna che è religiosa. Ma quasi contemporaneamente la ttati dell'omicidio di un che non è necessario fare più di tanto. Poche aspre parole una volta all'anno non bastano». Il Foreign Office ha replicato ieri affermando che il ministro degli Esteri britannico, Malcolm Rifkind, si adopera contro i «misfatti dell'Iran»: «La sua corsa agli armamenti, la sua opposizione al processo di pace in Medio Oriente, il suo sostegno al terrorismo e le continue minacce a Rushdie significano che un rapporto nonnaie con quel Paese resta impossibile». Ma lo scrittore, che negli ultimi dodici mesi è stato visto in pubblico con crescente frequenza nonostante la fatwa, ritiene che Londra debba fare di più per lui. Non nasconde di avere grande fiducia in Tony Blair: «Oggi, in questo squallido anniversario, chiedo a Blair di dare una mano a questo letterato. Come ben sa, e come egli stesso mi ha detto, i principi coinvolti in questa vicenda vanno ben oltre la sopravvivenza del singolo individuo». «Spero che la vittoria di Blair cambi le cose anche per me» Lo scrittore anglo-indiano condannato a morte da Khomeini taglia sulla sua testa è stata portata a due milioni e mezzo di dollari, oltre 4 miliardi di lire. E ieri, a Teheran, migliaia di fedeli riuniti davanti all'università prima delle preghiere del venerdì hanno chiesto l'eliminazione dello scrittore «blasfemo». In quasi tutte le moschee, durante le preghiere, è stata invocata l'esecuzione. «Morte all'apostata», gridavano i fedeli riversandosi nelle strade. Rushdie ha definito la taglia sulla sua testa «una barbarie». Ma la risposta dell'Europa a quelle minacce, ha aggiunto, è stata «poco più che un gesto»: «Ha ottenuto, in ima parola, nulla». L'Iran, ha affermato ricalcando i concetti già espressi in un articolo uscito nei giorni scorsi sulla «Stampa», «subisce pochissime o nessuna pressione». Ma da otto anni, ha aggiunto, «qualcuno fra di noi è sottoposto a un certo stress». «La passività del Foreign Office - ha affermato Rushdie - ha consentito al resto dell'Unione Europea di addormentarsi su questa vicenda, e ha dato all'Iran il segnale Fabio Galvano «Azioni non etiche» nero, passati indenni attraverso tutti i processi

Persone citate: Khomeini, Malcolm Rifkind, Rushdie, Salman Rushdie, Tony Blair

Luoghi citati: Europa, Iran, Londra, Medio Oriente, Teheran