Catena umana contro Kohl

Si ribella il bacino della Ruhr. Il ministro del Lavoro con 250 mila minatori e studenti: «Alt ai licenziamenti» Si ribella il bacino della Ruhr. Il ministro del Lavoro con 250 mila minatori e studenti: «Alt ai licenziamenti» Catena umana contro Kohl Un «no» lungo cento chilometri ai tagli BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Duecentocinquantamila persone - minatori assieme ai famigliari, a intere scolaresche, a rappresentanti di altre categorie - mano nella mano da Dortmund a Duisburg a Essen. Una catena umana lunga cento chilometri per chiedere la salvaguardia del posto di lavoro. Una delle proteste più spettacolari nella storia tedesca del secondo dopoguerra: e un nuovo fronte in un panorama sociale ricco di tensioni, una nuova sfida a Helmut Kohl in un momento già difficile per il Cancelliere, alle prese con l'opposizione interna al suo partito e con un'opinione pubblica diffidente, incerta sul futuro «europeo» della Germania e del marco. A mobilitarsi con clamore contro i tagli del governo, nel cuore del bacino industriale della Ruhr, sono stati i lavoratori dell'industria estrattiva. Rappresentanti di un settore giudicato finora «strategico» e tenuto dunque in vita con sovvenzioni altissime - considerati i costi di produzione fuori mercato, rispetto a quelli della concorrenza internazionale - che il cancelliere Kohl vuole ridurre drasticamente, per colmare un deficit di bilancio che rischia di allontanare la Germania dall'Europa, in un anno decisivo per «gli esami di Maastricht». Ma insieme con i minatori - che negli Anni Cinquanta erano più di seicentomila ma sono rimasti poco meno di centomila - c'erano anche i rappresentanti dei lavoratori dei settori collegati: centinaia di migliaia di persone dal futuro a rischio. Lo scontro rischia di acuirsi, nelle prossime settimane, e di alimentare tensioni anche all'interno del governo: dove i liberali delVFdp contestano la «solidarietà» dimostrata ieri ai minatori dal ministro del Lavoro Norbert Bluem, presente alla dimostrazione insieme con sindaci e parlamentari della zona esponenti del partito del Cancelliere, la Cdu. «Non dobbiamo •PREZZO COMPRENSIVO DEI. CONTRIBUTO PREVISTO Al SENSI D NUOVA GAMMA LAGUNA 97. trasformazione indolore del settore. Soltanto «su questa base» - avvertono i sindacati sarà possibile trovare una via d'uscita alla crisi senza «esasperare le tensioni sociali». Un modo per ricordare al governo che altri tagli all'occupazione rischiano di infiammare il Paese e far precipitare le azioni politiche del cancelliere Kohl. Per l'opposizione socialdemocratica, che controlla il sindacato dei minatori nella Saarland e nel Nord Reno-Westfalia, la crisi del settore estrattivo può diventare una ghiotta opportunità, in previsione delle elezioni generali del prossimo anno. affogare il settore estrattivo», ha chiesto Bluem. Mentre il ministro delle Finanze Theo Waigel ricordava che i tagli alle sovvenzioni sono indispensabili e non potranno essere evitati: oggi il settore riceve dallo Stato e dalle Regioni dieci miliardi di marchi l'anno. Troppi, secondo il governo, che insiste: non possiamo più permetterci di spendere 130 mila marchi l'anno per ogni lavoratore del settore. Indispensabili - secondo le organizzazioni sindacali - se non si vuole correre il rischio di nuove, drastiche riduzioni all'occupazione in un momento socialmente, e politicamente, delicatissimo: in Germania i senza lavoro erano quasi quattro milioni e settecentomila alla fine di gennaio, una cifra record e mai raggiunta nemmeno nei tempi peggiori di Weimar (nelgiugno del '33 i disoccupati tedeschi erano quattro milioni e mezzo). Se le sovvenzioni saranno davvero ridotte alla soglia considerata «economicamente accettabile», una cifra superiore alla metà di quella attuale (ma a Bonn si parla anche di eliminarle del tutto, magari gradualmente) perderanno il lavoro almeno duecentocinquantamila persone fra minatori e addetti alle industrie collegate, avvertono le organizzazioni di categoria. Un colpo durissimo, per una zona già penalizzata dalla crisi di altri settori, e una nuova ferita aperta nel corpo sociale del Paese. Ieri il leader del sindacato minatori, Hans Berger, ha contestato duramente la politica del governo, appellandosi a Kohl affinché garantisca ai minatori «una prospettiva fino al 2005 e oltre», e «una possibilità di organizzare il proprio futuro quando le miniere non esisteranno più»: ma per sopravvivere fino a quella data, argomenta Berger, il settore avrà bisogno ogni anno di almeno sei miliardi e mezzo di marchi dallo Stato. Nel frattempo Bonn dovrà garantire «le necessarie riforme strutturali», per consentire una Un'immagine della catena umana lunga cento chilometri tra Duisburg e Essen e il cancelliere Helmut Kohl integrazione, danni al settore agricolo per 250 miliardi

Persone citate: Berger, Hans Berger, Helmut Kohl, Kohl, Norbert Bluem, Theo Waigel

Luoghi citati: Bonn, Dortmund, Europa, Germania, Ruhr, Weimar