KABAIVANSKA E' TOSCA Tutto esaurito per l'opera di Puccini

KABAIVANSKA E' TOSCA KABAIVANSKA E' TOSCA Tutto esaurito per l'opera di Puccini I L sipario del Regio, il 18 febI braio alle 20,30, si alza su B Raina Kabaivanska, la Tosca per eccellenza degli ultimi trent'anni. Cantante, pianista, laureata in filosofia, attrice nel senso più completo del termine, Raina è capace di risolvere ogni situazione scenica con la determinazione di chi ha sempre vivo il desiderio di donare il meglio di sé. Sulla «Tosca» al Regio incombe inevitabilmente il confronto (inutile) con un altro capolavoro assoluto del teatro lirico: «Boris Godunov» di Musorgskij-Shostakovich, che nei giorni scorsi ha ottenuto uno strepitoso successo per le suggestioni evocate, per la magìa delle luci, la forza delle interpretazioni. Ma se nel «Boris» si agitano la tragedia di un popolo e la tirannia di uno zar, in «Tosca» si svela il dramma politico d'un'epoca, dell'Europa napoleonica, si scatenano sentimenti individuali, la passione e la gelosia di Tosca; la crudele persecuzione d'un aguzzino che ha nome Scarpia, capo della polizia. Palazzo Farnese, Castel Sant'Angelo, sono i «luoghi di Tosca», i luoghi della cospirazione, dell'amore e dell'oppressione. Puccini - ha sostenuto in passato il regista Daniele Abbado che per cinema e tv ha competenza e passione - aveva una mentalità, come dire, cinematografica, anche se quando scrisse «Tosca» il cinema era appena agli inizi. Ma i geni, si sa, anticipano sempre i tempi, colgono al volo idee e immagini che altri non vedono. Ed è vero, in ogni caso, che l'opera, espressione del più romantico verismo pucciniano, è raccontata in musica con una vena narrativa di prorompente dinamismo. Puccini «vede» la storia di Tosca, coglie l'evoluzione del dramma politico, ma soprattutto esalta l'amore dei due amanti, lo sviluppa con una sequenza «movie», ma soprattutto crea melodie senza tempo, da incanto. Non il Tevere, ma il Danubio, separa la prima e, esattamente 97 anni dopo, l'attuale «Tosca», rappresentate entrambe al Teatro Regio. Nel febbraio 1900 c'era la romena Hariclea Darclée. Oggi c'è, alla sua terza esperienza torinese nello stesso personaggio, la bulgara Raina Kabaivanska, che è Tosca come forse nessuna prima di lei, salvo Maria Caniglia (protagonista nel 1939 e nel '55) e Renata Tebaldi (nel 1952). Nel frattempo soprani di ogni estrazione hanno interpretato l'eroina di Sardou-Puccini al Regio e (in altre sedi) «per» l'Ente Regio, soprattutto durante la seconda metà del secQlo ( 12 edizioni dal 1947, di contro alle 5 precedenti): italiane soprattutto (Scavizzi, Scacciati, Visciola, Scuderi, Stella, Santunione, Mauri, Scotto, Patanè), ma anche un'altra romena (Cristoforeanu), la serba Bakocevic, l'austriaca Larson, la russa Guleghina, la sudamericana Salazar, la statunitense De Cavalieri (al secolo MacKnight) e l'italo-americana Marcella Reale. «Tosca», infatti, per la forza evocativa della musica, delle arie, dei duetti, con o senza «immagini», conquista sempre le platee, sotto ogni latitudine. Da Tokyo a New York «Vissi d'arte» è il grande atto d'amore di Tosca; «E lucevan le stelle...» è l'evocazione d'un addio; il duetto «0 dolci mani...» aggiunge miele; l'invettiva di Scarpia è l'unica grandiosa parte baritonale scritta da Puccini. Tutta questa musica purifica il melodramma ottocentesco italiano. Raina Kabaivanska, di cui ricordiamo la sofferta interpretazione di cantante-attrice nel «Caso Makropulos» proprio al Regio, regista Ronconi, strappa applausi e consensi ad ogni sua uscita in scena: ogni movimento è dettato da una conoscenza approfondita del personaggio, ogni nota esprime le emozioni dell'artista. Sappiamo già che il pubblico scatterà in piedi per applaudire l'unica vera «Tosca» oggi esistente. E non importa se gli anni passano anche per l'affascinante Raina. Lo sa benissimo anche lei, dal momento che ha deciso che nel 1998 farà la sua ultima apparizione nella «Butterfly» all'Arena di Verona per rendere omaggio a quel grande uomo di teatro che fu l'impresario Cappelli, l'uomo che per primo credette nelle sue straordinarie doti cji cantante e di interprete. La Kabaivanska cantò Tosca per la prima volta a Torino nel dicembre del '71 e poi ancora al Palasport nel '74, mentre era incinta. Torna perché al Regio è di casa, sin da quei «Vespri Siciliani» che la videro protagonista nell'inaugurazione del teatro, con la regìa Callas-Di Stefano. Mario Cavaradossi, il pittore di cui Floria Tosca è innamorata e gelosa, sarà il tenore americano Keith Olsen, ormai affermato tra i migliori interpreti del ruolo, tenore dalle notevoli possibilità vocali, ma che sa dosare i «piani» SOPRANI DA TUTTO IL MONDO

Luoghi citati: Castel Sant'angelo, Europa, New York, Tokyo, Torino, Verona