CAVALLUCCI MARINI Strage di Hippocampus

CAVALLUCCI MARINI CAVALLUCCI MARINI Strage di Hippocampus Ogni anno pescati 20 milioni di esemplari BRUTTE notizie per il cavallùccio marino, da tempi immemorabili simbolo del mare. Per sua sfortuna in Cina è un ingrediente fondamentale di farmaci che curano dall'asma all'arteriosclerosi, passando per l'impotenza e la frigidità sessuale; altrove è ricercato morto o vivo come curiosità. Risultato: più di 20 milioni di esemplari pescati ogni anno, mentre ignoriamo a quanto ammonta la popolazione mondiale, e della sua biologia si conosce solo il periodo riproduttivo. Non si sa dove passa l'inverno, né quale sia la struttura sociale durante quel periodo. Intanto gli effetti della pesca massiccia sono evidenti sia nella consistenza delle popolazioni, sempre più esigua, sia nella taglia degli animali pescati, sempre più piccola. A lanciare il grido di allarme è Amanda Vincent, la zooioga canadese che da 11 anni è votata allo studio di questi pesci. Un amore a prima vista, dal momento che il maschio del cavalluccio marino è dotato - unico nel regno animale - di un marsupio dove la femmina depone le uova che qui completano lo sviluppo embrionale, e Amanda Vincent è una scienziata con interessi per l'evoluzione della sessualità e una donna con una certa inclinazione al femminismo. Grazie alle sue osservazioni, le prime condotte in ambiente naturale, sappiamo che i cavallucci marini, 39 specie tutte appartenenti al genere Hippocampus, famiglia Signantidi, sono gli unici pesci a formare coppie monogamiche, senza cedimenti ad avventure extraconiugali. Dal Canada alla Tasmania, i cavallucci marini si riproducono durante la stagione calda lungo le coste con praterie di Posidonia, o formazioni coralline, o mangrovie. Attaccati a un'alga o a un corallo con la coda prensile, sono pressoché invisibili. Mimetici, i cavallucci marini sono i camaleonti del mare: cambiano colore a seconda dello sfondo e delle situazioni. Gli individui di una popolazione si spartiscono l'ambiente in territori, secondo una proporzione che privilegia la femmina come superficie ma che in realtà salvaguarda i bisogni alimentari di ognuno. Perché, se lui si occupa dello sviluppo, è lei che deve provvedere di nutrienti le uova. Quindi, poco meno di un metro quadro a un maschio e 10 volte di più a una femmina. Anche quando formano coppia fissa, maschio e femmina man¬ tengono le loro dimore e salvaguardano la relazione con visite quotidiane. Come sempre avviene, tutto comincia con una tenzone fra rivali. I due lui si azzuffano sparandosi a vicenda getti di acqua, puntandosi addosso il muso appuntito come fosse un fucile. Oppure avvinghiati per la coda, si sfidano in una sorta di braccio di ferro ciascuno tirando con tutte le forze, finché, il perdente si fa marrone scuro e molla la presa. Nel mondo dei cavallucci marini il bruno scuro è il colore della sconfitta e il beige chiaro quello dell'amore. Tutto splendente di toni chiari, il vincitore si avvicina alla sua bella e con una serie di contorsioni le esibisce le sue virtù come possibile padre di famiglia. In breve le mostra la capacità del marsupio, pompando dentro acqua ed espellendola fuori a viva forza. Conquistata, lei risponde illuminandosi di toni chiari e subito i due si scambiano una promessa di matrimonio, che nel linguaggio dei cavallucci marini si esprime con una danza a minuetto. Attaccati per la coda a una stessa alga, compiono un lento giro tutto attorno; quindi, coda nella coda, si spostano su un'altra alga per ripetere lo stesso passo. Il tutto va avanti per circa 6 minuti, poi ventre contro ventre, lei infila l'ovopositore nel marsupio del compagno e vi depone circa duecento uova, che lui subito provvede a fecondare. A testimonianza che il matrimonio è stato consumato, lei ora è tutta piatta e lui ha un bel pancione. Dentro il marsupio paterno gli embrioni ricevono ossigeno e nutrimento, come nell'utero di una qualsiasi mamma di mammifero. Durante le 3 settimane della gravidanza, la femmina non abbandona il compagno, neanche se ha l'opportunità di tradirlo. Perché non lo faccia è una bella domanda, che però non c'entra con la nostra storia. Fatto sta che ogni mattina all'alba lei fa visita allo sposo incinto in un luogo prestabilito e qui, tutti splendenti di toni chiari, i due rinnovano con la danza a minuetto il patto d'amore del primo giorno. Subito dopo il parto sono pronti a un nuovo accoppiamento. Questa particolare biologia, con una lunga gravidanza, un legame stabile di coppia, nonché la vita solitaria in ampi territori, rende il cavalluccio marino un animale fragile se è soggetto, come avviene, a una pesca massiccia e se si distrugge l'ambiente costiero in cui si riproduce. Secondo le testimonianze dei pescatori filippini, i maggiori in ^questo settore, la resa del pescato è diminuita del 70% negli ultimi 10 anni. Non solo ce ne sono di meno, sono anche più piccoli. Nel frattempo è cresciuta la domanda e il cavalluccio marino paga con la pelle il fiorire economico della Cina. Oggi al mercato di Hong Kong vale 1200 dollari al chilo: di fronte a tali cifre non ci sono argomenti per limitarne la pesca. Secondo Amanda Vincent, non rimane che coinvolgere i pescatori nel problema, stabilendo delle regole alla pesca. Pioniere nell'esperimento il villaggio di Handumon nell'isola di Jandayan delle Filippine, i cui pescatori hanno costruito in mare speciali nursery di reti dove portano ogni maschio in gravidanza che capita nel loro pescato. Solo a parto avvenuto il maschio può essere catturato di nuovo e venduto. Per ora non si sa se e quanto questo sistema funziona. In attesa dei risultati, se ci tenete a questo pesce dal ménage così speciale, evitate di incoraggiarne la pesca. Non comprate un cavalluccio marino, morto o vivo che sia. Maria Luisa Bozzi aggressivo era precluso a causa dei rischi di tossicità. In genere l'autotrapianto si considera eseguibile non oltre i 60 anni. Uno schema che si basa sull'uso delle cellule periferiche per l'autotrapianto ò stato ideato da Boccadoro e Palumbo (ematologia universitaria, Torino) per pazienti oltre i 60 anni. Il programma, che prevede ripetute chemioterapie intensificate, ha potuto essere attuato in quasi tutti i pazienti senza particolari complicanze. I risultati preliminari sono nettamente superiori a quelli delle terapie convenzionali. In conclusione, le nuove opportunità terapeutiche, hi particolare i fattori di crescita e l'autotrapianto di cellule periferiche, consentono di considerare trattamenti intensivi in un sempre maggior numero di forme tumorali ematologiche. In campo medico, soprattutto in campo oncologico, occorre avere sempre molta cautela nell'esammare nuovi approcci terapeutici. Tuttavia, i recenti risultati ottenuti con lo schema Hds e con i suoi successivi adattamenti prospettano un reale miglioramento delle aspettative di vita di molti pazienti con tumori del sangue.

Persone citate: Amanda Vincent, Boccadoro, Cavallucci Marini Strage, Maria Luisa Bozzi, Palumbo

Luoghi citati: Canada, Cina, Filippine, Hong Kong, Torino