Thoeni non sbaglierà più

Un drink e due parole con una splendida ragazza bionda: «A trent'anni avrò diritto anch'io di distrarmi un po'» Un drink e due parole con una splendida ragazza bionda: «A trent'anni avrò diritto anch'io di distrarmi un po'» Thoeni: non sbaglierà più «Un po' di musica fa bene Noi? Facevamo di peggio» SESTRIERE DAL NOSTRO INVIATO anche che la mancanza di competizioni e di confronto con gli altri sarebbe stata un pericolo. L'allenamento non basta. Per essere davvero al massimo sono indispensabili la tensione della lotta e l'abitudine alla concentrazione, bisogna provare quelle sensazioni che si hanno al cancelletto di partenza, quando il solo pensiero ù di andare forte e di battere gli altri. Ho parlato ad Alberto prima della gara, gli ho anche indicato un paio di porte prima del piano, dove non bisognava sbagliare per acquistare velocità. Senza quell'errore sarebbe arrivato all'intermedio nel gnippo degli inseguitori di Von Gruenigen». Già, ma l'errore c'è stato. «Secondo me, però, questa storia del filo non c'entra. Alberto è andato via con lo sci perché si è inclinato troppo toccando la neve con lo scarpone». Così Gustavo ha commentato il primo argomento di polemica. E il secondo, quello del tracciatore ubriaco? «Il norvegese ha disegnato stretto perché voleva rendere difficile la manche. Era un tracciato difficile, con molti cambi di ritmo: comunque poteva lasciare maggior spazio fra le porte. Per noi sarebbe stato meglio se avesse voluto favorire Kjus e Aamodt con mia discesa più veloce». Ultima domanda: ai suoi tempi lei sarebbe andato in discoteca dopo una sconfitta? ((Ai miei tempi facevamo anche di peggio. Ogni tanto è meglio staccare la spina, altrimenti mio rischia di riempirsi fino alle orecchie. Alberto ha sopportato una pressione enorme: meglio un paio di birre e un po' di musica che tenersi dentro lo stress». Nessuno l'ha dimenticato. I ragazzini, che sanno di lui solo dai genitori, lo fermano in pista per chiedergli l'autografo, la gente lo indica per strada e gli fa festa, come se avesse appena battuto Stenmark nel parallelo della Valgardena che è passato alla storia. Gustavo Thoeni è una leggenda dello sci. E' anche il responsabile della squadra maschile azzurra e, di conseguenza, benché lo veda ormai di rado, pure di Alberto Tomba. Fino a dieci mesi fa, come tutti sanno, Gustavo era l'allenatore personale di Alberto: dunque chi meglio di lui può intuire, capire, spiegare quel che passa per la mente del campione bolognese, alla vigilia dello slalom più importante, dopo la dolorosa sconfitta in gigante? ((Allo speciale Alberto arriva preparato e con i risultati a favore: ha già cancellato dalla niente quel che è successo in gigante» ha detto Gustavo di ritorno da Bardonecchia, dove ieri mattina ha portato il resto degli slalomisti ad allenarsi. E' parso abbastanza ottimista e noi dobbiamo dargli credito, lui con tutto il rispetto conosce bene il suo pollo. «A differenza del gigante, Alberto ha disputato diverse gare, l'ultima delle quali, in notturna a Schladming, si è conclusa con mi trionfo. Spero che vinca una medaglia, d'oro possibilmente. Però, attenti: lo slalom è sempre un'incognita, si può sempre infilare e allora addio a tutto». Per la verità anche Gustavo, stando almeno alle sue parole, aveva qualche dubbio sulle possibilità di Alberto in gigante. «Sapevo che era allenato, ma sapevo Carlo Coscia

Persone citate: Aamodt, Alberto Tomba, Carlo Coscia, Gustavo Thoeni, Kjus, Stenmark, Thoeni, Von Gruenigen

Luoghi citati: Bardonecchia, Sestriere