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Una squadra ambiziosa e maxi organizzazione attorno al romagnolo Una squadra ambiziosa e maxi organizzazione attorno al romagnolo Pantani, per ora marketing «Ma sto per tornare quello che ero» POZZA DAL NOSTRO INVIATO Marco Pantani è caricatissimo «L'incidente è dimenticato, cancellato. Mi tormento in attesa della gara e so già che martedì a Laigueglia dovrò frenare sulla salita anche se sarà difficile» «Io ho la faccia di uno che fa il comprimario?». No, Marco Pantani nel giorno in cui la sua nuova squadra Mercatone 1 entra ufficialmente nella geografia del ciclismo 1997, non ha la faccia del comprimario. «C'è gente che nasce per stare in coda, non appartengo a questa categoria. E che cosa voglio dire con questo? Voglio dire che quando ci sarà da battersi, o sono veramente Marco Pantani quello del Mortirolo e dell'Alpe d'Huez, quello che scatta e se ne va, o vi dico arrivederci amici, se volete mie notizie venite a Cesena a mangiare la piadina. E non una parola sulle bici». Bravo. Pantani è carico da scoppiare. «Devo frenarmi. Salgo sui colli della Romagna in allenamento. Mi fermo, scendo di sella, respiro forte. Aria di battaglia mi riempie i polmoni. Sento dappertutto l'aria della battaglia». Oggi il grande grimpeur è grande soltanto sulla carta. Sulla carta è forte la sua squadra. Sulla carta sono scritte le speranze di Luciano Pezzi il santone che l'ha voluto con sé, lo stratega di Gimondi e dell'ultimo Tour italiano. Una straordinaria scommessa si gioca su Pantani. L'accetta senza che lo sfiori il minimo timore d'un fallimento: «Ho desideri così intensi che devo escludere il pensiero di non potercela fare. Il Giro e il Tour mi aspettano. So che ho bisogno di una verifica. Ma è lì che devo arrivare: Giro e Tour». Si festeggia, con il ritorno di Pantani, anche un ritorno al ciclismo all'antica. Marco capitano unico, assoluto. Il resto, dal giovane Traversoni all'anziano Podenzana, votato al suo servizio. Missione: portare Marco in cima alle vette, farlo vestire di rosa e di giallo. E intorno alla squadra il massimo della modernità, organizzazione da club calcistico olandese, punti vendita per maghe, ALASSIO bilocale totalmente ristrutturato vista golfo con terrazzo e giardino L. 270 milioni. Tel. 1674 42.471. ALASSIO monocamera con servizi in struttura turistico - ricettiva a 100 mt dal mare L. 110 milioni. Tel. 1674 42.471. ALASSIO villetta singola 70 mq con 800 mq terreno vista incantevole sul golfo L. 320 milioni. Tel. 0182 992.599. ANDORA 2 camere soggiorno cucinino terrazza vista mare postauto termoautonomo L. 240 milioni. Tel. 0182 992.599. BORDIGHERA centralissima villa bifamiliare nuova costruzione giardino mq 500 liniture a scelta garages taverna. Agenzia Nike 0184 266.657. BORDIGHERA centralissimo vista mare monti attico su 2 piani mq 200 terrazza mq 150 ottime liniture L. 680 milioni. Agenzia Nike 0184 266.657. 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Disturbato, preoccupato da tanta attenzione, da una tale illimitata fiducia nelle sue qualità? «Per niente. Gli ostacoli si affrontano, si abbattono. Ho coraggio». E le gambe? «Buona la destra e buona la sinistra. Esami che alzano e puntellano il morale. L'incidente è dimenticato, cancellato. Non è Pantani che è finito contro una macchina. E' un altro che io non conosco». Ha un pallino che non l'abbandona. «Vorrei trovare la prima vit- «Gli osi affroe si abbGiro mi asp tacoli ntano attono Tour ttano» toria al Giro. E' il Giro che mi ha detto: tu non sei un corridore qualsiasi, tu puoi mollare gli avversari, andartene da solo. Al Giro ho conosciuto che cosa significa essere felici. Il Tour mi ha dato una conferma. Ma parlo, parlo e mi tormento nell'attesa della gara. La gara toglierà l'ansia. C'è una salita, martedì, lungo la corsa di Laigueglia e mi rendo conto che non posso, non devo prenderla d'assalto. Sarà difficile tirare i freni. E i compagni insistono: stai calmo, stai tranquillo, aspetta. Aspettare. E' da una vita che aspetto. Non resisto». I rivali? Ma sì, tanti, non ci sarà più Indurain e ci sarà qualcun altro al suo posto. Che gliene importa, gli interessa esclusivamente Pantani. «Ho la certezza che là, poco distante da me, c'è il corridore che ero. Non ci divide un abis¬ so, ma non l'ho ancora raggiunto, non l'ho ancora toccato. Mi succederà quando la corsa avrà una partenza e un traguardo, quando ci sarà un monte da scalare. Allora partirò, ci incontreremo, diventeremo una sola persona, capisci?, ridiventerò Marco Pantani». I compagni ascoltano in silenzio quel capitano secco come un chiodo con quelle enormi improbabili orecchie da extraterrestre che si levano da una testa in nulla dissimile dal pugno serrato di un bambino; i compagni fanno di sì col capo e poi sottovoce, in un clima da monastero in attesa di prodigi, sussurrano: che uomo, che forza, che tempra. E quanto dovranno sgobbare. Perché Pantani è un duro, non è il tipo che s'accontenta, è uomo che ordina e pretende obbedienza. Ha la tosse, il raffreddore, gli occhi lucidi. Fa freddo oggi, Marco, riposati. Macché, non si dà pace. Scatenatelo, dice Pezzi, se no impazzisce. «Uffa, ma quando arriva martedì?».