lo, uomo di successo perché posso sbagliare di Fabio Vergnano
lo, uomo di successo perché posso sbagliare lo, uomo di successo perché posso sbagliare LONDRA DAL NOSTRO INVIATO Mercoledì notte ha festeggiato nella maniera più sempbce e forse anche banale. Una cena al ristorante Scalini, quello dove trova sempre i sapori di casa. Con la moglie, il compagno del Chelsea Di Matteo, Benny Carbone che adesso gioca nello Sheffield. Gianfranco Zola è entrato nella storia dalla porta principale, ma come sempre in punta dei piedi. Questione di carattere. I giornali inglesi hanno abbondato in iperboli esaltando la prova dell'Italia maldiniana, ma soprattutto la sua prodezza. Titola il Sun: «Zola, il piccolo, grande uomo». Ma l'attaccante abbonato alle emozioni forti, giunto all'ottava rete in azzurro, lancia un'occhiata distratta al tabloid e tira diritto. E' fatto così: prende su e mette da parte. Adesso la sua vita di emigrante di lusso sarà ancora più facile, perché Londra l'ha adottato ed è pronta ad infiammarsi per il giocatore dalla «scatola dei trucchi», anche se ha inferto un colpo mortale alle ambizioni dei maestri inglesi. E chissà che questo ennesimo tocco da prestigiatore non gli valga un invito a Downing Street. Il Premier Major, tifoso del Chelsea, è un suo grande ammiratore e ha ammesso che gli piacerebbe conoscerlo. Zola, da Manchester a Wembley la sua vita da azzurro è cambiata? «Diciamo che questo gol è un bel risarcimento. Vincere a Londra diventando l'uomo-partita è una soddisfazione che mi ripaga non soltanto del rigore fallito agli Europei, ma anche dell'espulsione al Mondiale. Finora il mio rapporto con la Nazionale era stato facile soltanto nelle occasioni meno importanti». Com'è stato il giorno dopo di Zola eroe di una notte? «Mi ha sorpreso la gente. I vicini di casa mi hanno riconosciuto, sono stati tutti molto sportivi, nessuno mi ha criticato». E al Chelsea? «Mi sono allenato perché domenica abbiamo un appuntamento importante di Coppa contro il Leicester. Di Matteo ed io ci siamo presentati con la maglia azzurra. Vialli era molto contento, ha detto che l'abbiamo fatto divertire. Anche i compagni inglesi l'hanno presa bene. Eppure per l'Inghilterra era una partita molto sentita, perfino più di quelle dell'Europeo scorso». E' il suo momento migliore da quando lasciò Parma? «Mi sento un uomo di successo, ma so anche che tutto può cam biare in un baleno. Dentro di me brucio, ma voglio mostrarmi co me uno che ha sempre i piedi per terra». Pensa di essere nella piena maturità calcistica? «Mi accontento, soprattutto se penso che ci sono giocatori di qualità che non hanno mai vissu to situazioni così. Anche a me in passato è sempre mancato qualcosa nei mementi topici». Ritiene che a Parma adesso la rimpiangeranno? «Me lo auguro perché vorrebbe dire che sto giocando bene. Adesso ho la tranauillità per esprime re il meglio di me. Sono uno al top. Lo conferma la partita di mercoledì. Attorno sentivo una Con Maldini sembrate meno stressati. «I paragoni non mi vanno, siamo di fronte a due modi diversi di pensare. Con Sacchi bisognava essere sempre iperconcentrati non si poteva sbagliare mai. Maldini crede nella serenità, pensa che nel calcio contino altre cose». La Nazionale ha ritrovato la simpatia della gente? «Ci seguono di più, non si poteva lavorare in ambiente ostile. Ora son tutti stretti attorno a noi». Ma tornerà mai in Italia? «Non lo so, qui mi trovo bene. Vorrei restare il più a lungo possibile, ma nel calcio le situazioni cambiano di continuo». Prossimo traguardo importante Francia '98? «Come si può dire? Facevamo progetti anche all'Europeo, poi dopo la Russia... E nel mio ruolo la concorrenza è forte perché c'è gente di grande valore». pressione tremenda eppure ho fatto del mio meglio. Questo perché qui ho trovato l'ambiente ideale. Ma una cosa è importante: una partita buona o cattiva non cambia mai la vita di un giocatore. Che deve essere libero di poter sbagliare senza che ogni volta si faccia un dramma». Un nome: Sacchi. Cosa le viene in mente? «Sono dispiaciuto per la sua situazione, non merita di essere in difficoltà. In fondo il gruppo che ha vinto l'altra sera.è lo stesso degli Europei. Quindi questa vittoria è anche di Sacchi». Da Sacchi a Maldini cosa è cambiato? «Prima di tutto, partite buone ne abbiamo fatte anche con Sacchi. E' cambiato il modulo, ora giochiamo in maniera più classica. Ma ci sono sempre pregi e difetti. Il 4-4-2 a zona non è detto che fosse quello ideale, perché anche a uomo si può fare il calcio più bello del mondo». \ Fabio Vergnano Cesare Maldini non accetta le critiche al gioco: «Conta vincere, solo quello»
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